4 consigli per il tuo benessere

Ecco qui quattro consigli per cercare di iniziare bene la nuova decade appena cominciata:

  1. Impara a dire no: affermarsi é innanzitutto rispettare i propri valori e ascoltare i propri bisogni. Gestendo le proprie priorità nella vita privata e in quella professionale sei più produttivo/a ma anche più disponibile. Il risultato é che resta poco tempo da dedicare a quello che conta davvero per te.
  2. Divertiti di più: uno stile di vita sano comprende un’alimentazione sana e anche cercare di limitare la vita sedentaria. E se unissimo l’utile al dilettevole? Se vuoi muoverti, fai una bella passeggiata o vai a ballare!
  3. Sorridi più spesso: arrabbiarsi o criticare? Che perdita di tempo! Lo sai che per ogni minuto di rabbia spendi energia che recupererai in un’ora? Coltiva la tua felicità relativizzando quello che ti accade e approfittando di ciò che la vita ti offre. Prova a fare questo esercizio: ogni giorno scrivi su un foglietto tre cose positive che ti sono successe o che ti sono piaciute. Metti i foglietti in un vaso e, quando sei giù di morale, pescane uno e rileggilo per farti tornare in mente dei ricordi piacevoli. Che ne pensi? Ti piace questa idea?
  4. Approfitta del silenzio: in un mondo molto rumoroso che ci sollecita continuamente a fare delle cose é importante sconnettersi liberandosi dei rumori che ci circondano. Programma dei momenti di disintossicazione digitale per approfittare del silenzio facendo una passeggiata nei boschi, una siesta durante la pausa lavoro o una seduta di meditazione. Ti riprenderai subito!

Proverbio indiano

Se davanti a te vedi tutto grigio, sposta l’elefante!

L’anno sta finendo e, come di consueto, é tempo di fare un bilancio di quello che abbiamo fatto, dei successi, delle difficoltà, di quello che avrebbe potuto essere ma non é stato, di quello che avremmo voluto fare diversamente. Però é tempo anche di pensare al nuovo anno, a quello che vorremmo fare, a nuovi progetti, a nuove prospettive. Magari potresti cercare una frase da usare come mantra per tutto l’anno, in modo da ricordarti dei tuoi buoni propositi, che troppo spesso dimentichiamo.

Per quanto mi riguarda, cercherò di adottare la filosofia di questo proverbio per il 2020. Certo, l’elefante é un animale grande, anzi grandissimo, mica facile spostarlo! Ma se unisco le forze con qualcun’altra/o magari insieme ce la facciamo! Si sa che l’unione fa la forza!

E tu, cosa pensi di fare nel 2020? Hai pensato di adottare un leitmotiv che ti accompagni durante l’anno?

Ma adesso pensiamo a festeggiare!

Buon 2020!

Sette consigli per l’inverno

Con l’arrivo dell’inverno si cambia il guardaroba, anche le nostre abitudini hanno bisogno di essere rinnovate.

Questi consigli sono facili da seguire e ti aiuteranno ad affrontare l’inverno che si avvicina.

Le nostre abitudini quotidiane contribuiscono alla nostra felicità, al nostro benessere e alla nostra salute.

Per questo è importante adattarsi alla stagione che abbiamo davanti, perché la stagione ha un impatto sul nostro corpo e sul nostro spirito. Studi scientifici hanno dimostrato che le fluttuazioni stagionali, come la luce del giorno, le temperature e il tempo hanno un impatto notevole su di noi. Il nostro umore, il nostro metabolismo, il nostro equilibrio e il nostro orologio biologico cambiamo con il cambiare delle stagioni.

Il cambiamento di stagione è il momento per cambiare le nostre abitudini per ristabilire l’armonia tra il nostro corpo e l’ambiente che ci circonda. 

Non è così difficile come sembra. Ecco alcuni consigli da seguire per la tua salute e il tuo benessere questo inverno.

  1. Cammina di più, guida di meno. 

Non c’è nulla che faccia bene quanto una camminata all’aria aperta. Sostituire i tragitti in macchina con una camminata è ideale per prendere la tua dose d’aria fresca, della luce naturale e fare esercizio fisico durante l’inverno. Poi, il fatto di andare a piedi ti risparmia lo stress del traffico. Per beneficiare al meglio della camminata, puoi anche ascoltare una meditazione guidata.

2. Fai dei bagni caldi

Preparare una vasca con dell’acqua calda e buttarcisi dentro è il miglior modo per rilassarsi durante il periodo freddo. Crea un ambiente ideale, mettendo degli olii da bagno nell’acqua e della musica che ti piace.

3. Adotta una routine serale 

La stagione fredda corrisponde a un periodo naturale di riposo. Man mano che i giorni si accorciano e che l’esposizione alla luce naturale diminuisce, ci si sente meno dinamici perché il nostro corpo produce meno melatonina. Per combattere contro la stanchezza e la malinconia dell’inverno, cerca di dormire otto ore per notte e di andare a letto più o meno alla stessa ora. Non riscaldare troppo la tua camera per evitare di svegliarti sudato/a nel mezzo della notte.

4. Mangia in modo adeguato

Con l’abbassamento delle temperature arriva il momento di scaldarti con delle minestre calde e nutrienti. Per preparare delle minestre invernali con effetto calmante, utilizza degli ingredienti caldi e sani, come i ceci, le carote e le patate.

5. Prenditi cura della tua pelle (soprattutto quella delle mani)

Il freddo mette a dura prova la tua pelle, perciò è importante prendersi cura della pelle. Per attenuare la secchezza, usa una buona crema idratante e nutriente. In particolare le mani sono più le esposte al freddo e hanno bisogno di un’attenzione e una protezione maggiore. Per avere sempre mani morbide e curate, tieni sempre con te una crema per le mani da mettere al bisogno.

6. Disconnettiti dal telefono

A causa della minore attività durante l’inverno, siamo portati a passare più tempo sui social. Come sai, guardare ripetutamente il telefono non è necessariamente una buona cosa. Il tuo telefono ti costringe a guardare verso l’interno, disturba il sonno e potrebbe farti venire un po’ di depressione invernale. Di tanto in tanto sarebbe meglio mettere da parte il telefono e leggere un buon libro.

7. Gioca con gli amici a giochi di società

A volte, quando le serate sono particolarmente fredde, chiama qualche amico a casa tua per giocare a giochi di società. Questa attività non solo è perfetta per contrastare la malinconia invernale e l’apparente isolamento sociale ma è anche utile per migliorare le tue capacità intellettuali. Uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine ha dimostrato che giocare a giochi di società mantiene il cervello giovane e attivo e lo proteggerebbe dalla demenza senile e dal morbo d’Alzheimer. 

E tu hai la tua routine invernale?

Capire la comunicazione interculturale

Vivo e lavoro in un ambiente estremamente multiculturale: Bruxelles è una città molto accogliente che ospita circa 150 nazionalità diverse; lavoro per la Commissione europea dove sono rappresentate tutte le 28 nazionalità dell’Unione europea.

A volte la comunicazione con le persone provenienti da una cultura diversa risulta difficile perché si deve prestare molta attenzione alla sensibilità, alle emozioni e ai sentimenti altrui.

Giorno dopo giorno, ho imparato che ogni cultura ha il proprio approccio alla comunicazione. 

Il libro Beyond Culture dell’antropologo Edward Hall, individua l’importanza del contesto nella comunicazione e porta alla luce un tipo di comunicazione “invisibile”, in cui l’invisibile è il modo in cui i gruppi capiscono e interpretano il mondo. Il quadro che offre l’autore per affrontare la comunicazione interculturale è quello delle culture ad alto contesto e a basso contesto. Esse si riferiscono ai valori che le culture attribuiscono alla comunicazione indiretta e diretta.

È importante notare che nessuna cultura è completamente ad alto contesto o a basso contesto. Ad esempio, mentre gli americani si rapportano con una cultura a basso contesto mentre fanno affari, durante le riunioni di famiglia tendono ad essere ad alto contesto.

Vediamo ora le principali caratteristiche dei due tipi culturali.

Culture ad alto contesto

Una cultura ad alto contesto si basa sulla comunicazione implicita e sui segnali non verbali. Nella comunicazione ad alto contesto, un messaggio non può essere compreso senza una grande quantità di informazioni di base. Il modo in cui si comunica é altrettanto importante di quello che si comunica. Si valorizza l’appartenenza ad un gruppo. Le culture asiatiche, africane, arabe, dell’Europa centrale e dell’America Latina sono generalmente considerate culture ad alto contesto. 

Con persone appartenenti principalmente a culture di alto contesto, è possibile riscontrare:

1. incomprensione durante lo scambio di informazioni

2. l’impressione che manchino delle informazioni perché vengono fornite in modo non verbale, ad esempio con gesti, pause, espressioni facciali

4. enfasi sulle relazioni a lungo termine e sulla lealtà

5. regole “non scritte” che sono date per scontate ma possono risultare incomprensibili agli appartenenti ad un gruppo diverso.

Culture a basso contesto

Una cultura a basso contesto si basa sulla comunicazione esplicita e diretta. Nella comunicazione a basso contesto, la maggiore parte delle informazioni in un messaggio viene scritta e definita. L’orientamento culturale principale é l’individualismo. Tedeschi, scandinavi, americani e australiani sono generalmente considerati come appartenenti alla cultura a basso contesto.

Avendo a che fare con persone appartenenti principalmente a culture di basso contesto, è possibile che:

1. il messaggio contenga tutte le informazioni necessarie e nulla di più

2. gli approfondimenti vengono forniti verbalmente per evitare malintesi

3. le persone tendono ad avere relazioni a breve termine

4. le persone seguono attentamente le regole e le norme.

Per evitare “incidenti diplomatici” io cerco di osservare il mio interlocutore e di “emulare” la gestione complessiva della conversazione utilizzando la tecnica dello specchio, cioè ripetendo il linguaggio del corpo e il tipo di parole che utilizza.

E tu, a quale gruppo culturale pensi di appartenere? Quale tecnica usi per comunicare meglio?

Migliore amico al lavoro: 3 idee

Hai un buon amico al lavoro? E se sei un capo, pensi che la maggior parte dei tuoi collaboratori abbiano un collega che considerano un buon
amico?
Ricerche condotte negli Stati Uniti dimostrano che:

  1. l’84% di coloro che hanno risposto dicono che non sarebbero contenti di lavorare se non avessero colleghi simpatici;
  2. il 67% afferma di avere almeno un caro amico al lavoro;
  3. coloro che affermano di avere amici tra i colleghi di lavoro sono anche coloro che amano di più andare a lavorare;
  4. il 41% ha lasciato il lavoro perché non amavano l’ambiente;
  5. il 36% dice che sarebbero disposti a guadagnare meno in cambio di un
    ambiente lavorativo ideale.

Gallup.com in un articolo del gennaio 2018 dichiara che le ricerche che hanno condotto nel corso degli anni, mostrano ripetutamente il legame esistente tra avere un caro amico al lavoro e l’impegno messo nel lavoro stesso. Quando gli impiegati si identificano con i colleghi del proprio team, si sentono portati verso azioni positive che beneficiano il business, azioni che altrimenti non avrebbero considerato se non avessero avuto forti relazioni con i loro colleghi.

Un articolo dell’agosto 2017 apparso sull’Harvard Business Review a firma di Emma Seppälä e Marissa King dell’Università di Yale, afferma che le persone che hanno un “migliore amico al lavoro” non sono solo più propensi ad essere felici e godere di buona salute, ma sono anche più impegnate nel loro lavoro. Gli impiegati che dicono di avere amici al lavoro hanno livelli di produttività più alti, sentono meno il bisogno di cambiare lavoro e sono più soddisfatti del lavoro che fanno rispetto alle persone che non hanno amici.

È interessante fare una considerazione sull’ultimo punto (n. 5) dei dati presentati sopra. Un ambiente di lavoro che si avvicina di più ai propri ideali e dove si possono trovare degli amici farebbe rinunciare ad uno stipendio maggiore. Il nocciolo di questa questione risiede nella promozione di una cultura favorevole allo sviluppo di amicizie tra gli impiegati perché in questo modo si otterrebbe un’onestà che i soldi non possono comprare. Le organizzazioni dovrebbero concentrarsi in quello che potrebbero fare per creare una cultura di inclusione e amicizia. Questo non significa forzare gli impiegati a diventare amici, ma piuttosto creare una cultura dove l’amicizia si possa sviluppare naturalmente.

Ecco tre suggerimenti per incoraggiare e sostenere l’amicizia all’interno delle organizzazioni:

  1. promuovere collaborazione e comunicazione aperta;
  2. creare le condizioni per cui la gente si possa incontrare e parlare;
  3. promuovere attività sociali diversificate.

Tu ci proveresti?

Responsabilità e motivazione

Verso la metà degli anni 2000, l’imprenditore americano Brian Robertson pensò che per rendere più efficace il suo business bisognasse cambiare il modo di prendere decisioni. Fu il quel periodo che emerse il concetto di olacrazia per la prima volta.

Secondo Robertson, per funzionare in maniera più agile, la sola soluzione è favorire l’autonomia e ridurre il numero delle parti coinvolte in una decisione. In un’olacrazia, ogni compito/missione aziendale dà luogo alla costituzione di una squadra che è libera di prendere le decisioni che riguardano i propri obiettivi. A condizione, ovviamente, di restare coerenti con gli obiettivi generali dell’impresa.

Cosa significa concretamente lavorare in un ambiente olacratico? Innanzitutto restituire il senso e la responsabilità del proprio lavoro ai collaboratori. Per far questo, ci si può organizzare in gruppi di poche persone, massimo una decina, completamente autonomi. Quindi ciascun gruppo prende delle decisioni concrete per il gruppo stesso, senza che ci sia nessun controllo o nessuna validazione gerarchica.

Per argomenti di importanza strategica, i dibattiti hanno luogo a livello di direzione e tutti vi partecipano. I voti sono uguali. Il voto di un giovane neolaureato alla sua prima esperienza di lavoro conta allo stesso modo di un dipendente di lunga esperienza. I gruppi possono ricevere un budget per finanziare le loro proposte e iniziative varie. Questo permette che le decisioni siano prese rapidamente e che si segua l’intelligenza collettiva.

Questo tipo di organizzazione orizzontale cerca di adattarsi alle esigenze e alle aspettative delle nuove generazioni. Negli ultimi anni, infatti, i giovani in cerca di lavoro richiedono alle aziende flessibilità, autonomia, responsabilità e soprattutto un senso di utilità. I concetti di lavoro senza senso (bullshit job) e brown-out[1]sono sempre più diffusi.

L’olacrazia, mettendo davanti la persona, sembra rispondere a questi problemi perché fa prendere coscienza alla persona stessa della sua importanza all’interno di un team. Responsabilizzare permette di motivare, di coinvolgere e quindi di essere più efficaci. 

Ovviamente, non si andrà sempre d’accordo all’interno di un team. Ma anche questo rappresenta un valore aggiunto, perché lo scopo dell’olacrazia non è quello di eliminare le differenze, anzi tutti sono incoraggiati a prendere la parola, a esprimere i propri dubbi e le proprie perplessità in modo tale da poter analizzare tutte le opzioni e le contraddizioni possibili immediatamente. La soluzione verrà trovata dal gruppo stesso, dopo aver superato le eventuali incomprensioni. Certo, bisogna essere in grado di mettere da parte il proprio ego perché è il progetto collettivo che conta e che è prioritario.


[1]In inglese, il brown-out è il taglio dell’elettricità. In senso esteso, possiamo definire il brown-out come la mancanza di energia nel lavoro dovuta alla percepita mancanza di senso del lavoro stesso.

Il gallo meraviglioso: una favola africana

Mancava poco al tramonto, il cielo, tutto colorato di arancio, prendeva in prestito dalla notte il suo travestimento più enigmatico. Nella città pervasa dal rumore di un torrente, un vecchio, prossimo alla morte, chiamò il suo unico figlio e gli disse: “Ascolta mia dolce creatura, presto ti lascerò per ricongiungermi con i nostri antenati. Ho pensato a te, io ti lascio in eredità il gallo meraviglioso che ha fatto la fortuna mia e di mio padre, affinché assicuri anche per te la ricchezza. Grazie a lui potrai avere una vita felice e fare sempre l’elemosina ai poveri. Non è un gallo che si incontra in tutti i pollai. Da più generazioni viene tramandato di padre in figlio. Tu veglierai d’ora in poi su di lui con molto impegno”. Morto che fu il padre, il figlio organizzò un grandioso funerale dove convocò i parenti e gli amici.

Trascorso il periodo del lutto, il giovanotto decise di partecipare col suo gallo da combattimento a molti tornei, dove si trovò a lottare con i migliori galli del mondo. Per molti anni il gallo vinse tutti i combattimenti, procurando al suo proprietario fortuna e considerazione. Tutti i re lo volevano comprare, ma egli non accettò di sbarazzarsene nemmeno quando glielo avrebbero acquistato a peso d’oro. Diventato potente e ricco, costruì un immenso palazzo sulle rovine della vecchia casa paterna. Aveva tanti servi e procurava molto lavoro alla gente che ne aveva bisogno. Creò una scuola per i fanciulli del villaggio dove apprendevano molte discipline.

Questo successo non avvenne senza suscitare gelosie. Una sua vicina, invidiosa della sua felicità, decise di rendergli la vita più dura. Ebbe l’idea di portare del mais al gallo. Il gallo, quando vide i chicchi appetitosi, vi ci avventò sopra e non smise di mangiarli finché non fu sazio: diventò così grasso che poteva appena camminare.

Fu a quel punto che la crudele donna andò a far visita al suo vicino e gli disse: “Il tuo gallo ha rubato il mio mais e non mi è rimasto niente da mangiare”. Il giovane, imbarazzato, rispose: “Cara amica, calmati, ti pagherò il tuo mais!”“No!” esclamò lei “no, no e poi no! Io rivoglio il mio mais, quello che il tuo gallo ha mangiato! Uccidi il gallo e rendimi il mio mais!”.

L’atmosfera era tesissima, piena di elettricità, come quando sta per scatenarsi un temporale. La donna, piena di collera e resa cieca dalla cupidigia, si mostrò irremovibile. Disperato il giovane gli offrì tutte le sue ricchezze, il suo palazzo, i suoi gioielli, i suoi diamanti, al fine di salvare il gallo, ma non servì a farle cambiare idea. Imperturbabile, la donna considerava la sua decisione non negoziabile. Il problema fu portato davanti al Consiglio dei Saggi, che ascoltò la discussione. Gelosi come erano, tutti i membri Consiglio richiesero la morte del colpevole che, con la pancia piena, sonnecchiava nell’orto; andarono a prenderlo e lo uccisero.

I chicchi di mais furono restituiti alla proprietaria. Crudelmente provato da questa ingiustizia, il giovane deperì a vista d’occhio. Colpito dal dolore, era distrutto e ogni giorno più triste. Sotterrò in segreto il cadavere del gallo dietro il suo palazzo e, ferito nel profondo dell’animo, si rinchiuse per molti mesi nella sua abitazione. Un giorno, nel posto dove riposava il gallo, nacque un mango dai frutti allettanti. La vicina invidiosa, che era ghiotta e sfrontata, andò a chiedere un frutto al proprietario del mango, che non rifiutò. La donna fece venire il suo unico figlio e lo spinse a mangiarne anche lui. Così ne mangiarono molti, non uno solo come aveva detto al proprietario!

Il giorno dopo, al levarsi del sole, in assenza del proprietario dell’albero, il figlio della donna invidiosa, andò di nuovo, questa volta senza permesso, a cogliere i deliziosi frutti. Salito in cima al mango, sceglieva quelli più maturi e li mangiava, ma stupidamente lasciava cascare i noccioli e le bucce in terra. Il proprietario dell’albero, tornando dalla sua passeggiata, si accorse del fanciullo appollaiato lassù su un ramo dell’albero; questi masticava un frutto e sembrava completamente indifferente alla sua presenza. A un tratto, un mango, sfuggito dalle mani del ladruncolo, cascò sulla testa del proprietario. Furioso e assetato di vendetta, l’uomo radunò tutto il villaggio, compreso il Consiglio dei Saggi.

Appena tutti furono riuniti, egli dichiarò minaccioso: “Chi ha mangiato i miei manghi deve restituirmeli!” Tutti i presenti approvarono.

Informata dal Consiglio dei Saggi, la madre del colpevole si presentò tutta trafelata e disse al proprietario: “Ti restituirò i tuoi frutti!”.

Ma lui, ricordandosi della morte ingiusta del gallo, le disse “Oh donna, poiché la tua giustizia fu buona per il passato, questa lo sarà di nuovo oggi. Io ti reclamo proprio quei frutti che sono stati mangiati da tuo figlio”.

Il Consiglio dei Saggi riconobbe ch’egli era in diritto di esigere una giustizia equa. Piangendo e supplicando il suo vicino, la donna offrì tutti i suoi beni in cambio della vita del figlio. Niente da fare, secondo la legge, il ragazzo doveva subire la stessa sorte del povero gallo. Tuttavia l’uomo dichiarò che era pronto a perdonarle tutte le cattiverie passate. Egli si ritirò dunque nel suo palazzo, lasciando salvo il figlio della vicina.

Scioccata da tutta quella confusione, risparmiata dalla sorte, ma vergognandosi, la donna comprese che suo figlio doveva la vita a quest’uomo. Supplicò allora il cielo di liberarla della sua gelosia e dei suoi passati misfatti. Il destino le aveva dato una dolorosa lezione e comprese infine che l’invidia distrugge chi la nutre. 

Come prendere decisioni allineate con il tuo scopo di vita

Prendere decisioni può essere difficile, sia per tua vita privata che per il tuo lavoro.

Ci sono molte cose delle quali tenere conto.

Primo, devi valutare se la decisione è allineata allo scopo della tua vita. Devi chiederti: ne va la pena? È utile al tuo sogno? O alla tua visione, se si tratta di business?

Per avere una visione più chiara, puoi usare la tecnica dei cinque perché, che ti connetterà con il tuo scopo di vita principale e che ti farà agire di conseguenza nella tua vita di tutti i giorni.

La tecnica dei cinque perché funziona così. Prendi qualcosa che ti è difficile fare. Come esempio userò andare in palestra. Tutti sappiamo che andare in palestra fa bene, ma a volte è più facile uscire a bere qualcosa o buttarsi sul divano.

Quindi, la prima domanda potrebbe essere: perché dovrei andare in palestra? La risposta potrebbe essere perché ne guadagnerò in salute.

Seconda domanda: perché è importante essere in buona salute? Perché avrò più energia.

Terza domanda: perché avere più energia è importante? Perché potrei fare più cose e potrei farle meglio.

Quarta domanda: perché dovrei fare più cose e farle meglio? Perché raggiungerei risultati importanti più velocemente.

Quinta domanda: perché è importante raggiungere risultati più velocemente? Perché mi avvicinerò più velocemente allo scopo principale della mia vita.

Ora che il perché devi prendere una decision è chiaro, puoi chiederti: Cosa potrebbe succedere se non prendo questa decisione? Che impatto avrà sulla mia vita se decido in questo modo? Che cosa mi trattiene? Ho le competenze necessarie per prendere questa decisione? Posso fare un’analisi costi benefici? Ho le risorse finanziarie necessarie?

Il processo decisionale comprende l’utilizzo di tante competenze personali, come la creatività e l’intuizione, l’entusiasmo e il coraggio, la determinazione e la persistenza.

Non è necessario averle tutte, posso aiutarti io!

Hai le competenze giuste per il lavoro del futuro?

Ai giorni nostri constatiamo che tanti lavori sono scomparsi o stanno scomparendo. Quelli che non stanno scomparendo, subiranno delle trasformazioni importanti. Come prepararsi?

In futuro ci saranno più lavoratori autonomi che dipendenti. La flessibilità e la formazione continua saranno necessari perché ci sarà bisogno di passare da una competenza all’altra in funzione del bisogno del lavoro o del progetto del momento.

Oltre al proprio network professionale sarà necessario sviluppare la propria identità professionale. Più questa sarà chiara e coerente, più le tue competenze risalteranno e più possibilità avrai di essere notato/a.

Per poter costruire la tua identità professionale devi agire nei social media mettendo in evidenza due aspetti:

1.       Professionale: esperienza, conoscenze, idee;

2.       Personale: valori, impegno, filosofia di vita, senza parlare della tua vita privata a meno che non abbia delle implicazioni nel lavoro / progetto.

Che si tratti di lavoro dipendente o di lavoro autonomo, il futuro appartiene a coloro che si formano in continuazione non solo nel campo legato alle nuove tecnologie, ma anche per rafforzare le proprie capacità d’intervento in situazioni diversificate e più o meno complesse.

Le competenze si possono acquisire non solo partecipando a corsi di formazione ma anche con la gestione di progetti nuovi, o iniziando nuove esperienze lavorative. Cerca di anticipare le tendenze e di crearti una nicchia esclusiva. 

Lavorare nell’incertezza del futuro (contratti interinali, a tempo determinato, lavoro autonomo) significherà non solo saper gestire le proprie finanze tra uno stipendio e l’altro, ma anche una certa inquietudine interiore, causata dalla tua visione del futuro, la tua identità personale e dalla riflessione sui tuoi valori. Dovrai quindi sviluppare la tua intuizione, apprendere sempre meglio la gestione dei progetti e ad indirizzare velocemente le tue esperienze trasformandole in valore aggiunto per gli altri.

In sintesi, la possibilità di lavorare in futuro sarà basata sulla tua volontà di apprendere e di sviluppare una grande resilienzaper poter influenzare il tuo ambiente, l’organizzazione per la quale lavori e persino la società tramite lo sviluppo di:

  1. una forte identità professionale;
  2. senso e valori adeguati;
  3. formazione continua.

Non sai da dove iniziare? Scrivimi e cercheremo un percorso insieme!

Stai lontano dai granchi, ovvero stai alla larga dalle persone negative

Se metti un granchio in un secchiello, può scappare, ma se metti insieme un gruppo di granchi nel secchiello, nessuno di loro potrà fuggire, perché non appena uno inizierà la sua scalata, un altro lo raggiungerà, lo afferrerà e lo tirerà verso basso!  

Ecco perché non dovresti mai frequentare dei granchi all’interno di uno stesso secchiello. Per cambiare la tua vita dovresti creare intorno a te una cerchia di persone positive, delle persone che credono in te, nelle tue capacità.

Alcune persone sono come quei granchi. Ti spingono verso il basso, mentre altre ti tirano su.

Prova a passare più tempo con persone di successo e che tengono a te. Le persone che ti danno ottimi consigli sono coloro che ti tirano su, che ti motivano a fare delle cose nuove, o a rivedere alcune tue dinamiche e comportamenti. 

Non frequentare i granchi, quelli che cercano di tirarti verso il basso, che si lamentano sempre ma non fanno nulla per cambiare le cose. Anzi, magari cerca tu di tirarli verso l’alto!

Dopo aver passato più tempo con persone di successo, imparerai
molto e diventerai come loro. Sono contagiose!

Stando alla larga dai granchi, proteggi la tua realtà.