Comunicazione non violenta

La comunicazione non violenta (CNV) elaborata da Marshall Rosenberg è una forma di filosofia di vita che cerca da un lato di placare e rafforzare le relazioni (cominciando da quella con se stessi) e dall’altro è un modo per dialogare favorendo la comprensione reciproca, l’apertura mentale e la gentilezza.


La CNV mira a connettere le persone in modo pacifico, utilizzando le parole senza offendere le persone, senza aggredire e nello stesso tempo senza annientarsi. E’ un modo di comunicazione assertivo. Si ascolta per capire.


In questi tempi di incertezza e difficoltá a causa del perdurare dell’emergenza Covid, siamo super stressati e a volte possiamo avere delle reazioni verbali eccessive, delle quali successivamente ci pentiamo.


Possiamo considerare la CNV un vero strumento per mantenere in buona salute la relazione con noi stessi e con gli altri. Chi non hai mai desiderato di esprimersi in modo da non ferire o non aggredire l’altro?

La CNV consiste in un semplice metodo di comunicazione chiara ed empatica, fondato su questi quattro passi.

Osservazione dei fatti.

Dovresti esporre osservazioni basate puramente sui fatti, quindi esenti da giudizi o valutazioni. (per esempio: “Sono le due del mattino e sento della musica provenire dalla tua camera” esprime un fatto verificabile, mentre “È troppo tardi per fare tutto questo chiasso” indica un giudizio).

Identificazione dei sentimenti.

Esprimi le sensazioni che accompagnano l’osservazione, oppure immagina che cosa prova l’altra persona e chiediglielo. (per esempio, “So che stai per fare un esame e ti vedo camminare avanti e indietro – osservazione – Sei nervoso?”).

Riconoscimento dei bisogni.

Esprimi i bisogni da cui scaturiscono determinati sentimenti. Puoi anche immaginare quali potrebbero essere i bisogni che generano determinate emozioni nell’altra persona e chiederglielo (per esempio: “Mi sento in difficoltà – sensazione – e avrei bisogno di parlarti subito. Per te è il momento adatto?”).

Formulazione delle richieste.

Chiedi in modo chiaro e preciso quello che desideri (Esempio: “Ho notato che sei silenzioso oggi (osservazione). Ti stai annoiando? (sensazione)“. Se la risposta è sì, prova a comunicare il tuo stato d’animo e fare una proposta: “Bé, mi annoio anch’io. Che ne dici di andare a fare un giro?”).

Concludendo, la finalitá della CNV è trovare un modo con cui ogni persona sia in grado di esprimere quello che ritiene importante senza incolpare, umiliare, imbarazzare, biasimare, costringere o minacciare gli altri. Serve a risolvere i conflitti, entrare in sintonia con le persone e vivere in maniera consapevole e attenta dei loro bisogni, trovando un compromesso con i propri.

La CNV ci aiuta a scoprire il nostro vissuto e le nostre aspirazioni e ad esprimerle con fermezza e gentilezza.

Inoltre, ci permette anche di farci capire meglio e di capire meglio gli altri, ammorbidendo le tensioni intra e interpersonali. La CNV offre delle chiavi per capire i nostri limiti e per accogliere serenamente le azioni e le reazioni degli altri senza lasciarsi sopraffare!

Grazie a questo strumento potrai perdere la paura di esprimerti e acquisire una maggiore fiducia nelle tue capacitá.

Cosa ne pensi della comunicazione non violenta?

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Fiducia – Photo by Pixabay on Pexels.com

Come dare voce al corpo con il Qi Gong

Il Qi Gong è un’arte ancestrale nata in Cina circa 5000 anni fa. Ha subito l’influenza di diversi correnti filosofiche, come il taoismo, il buddismo e il confucianesimo.

Dopo essersi sviluppato in ambiti religiosi e spirituali, il Qi Gong è stato contaminato da tecniche di combattimento diventando cosí anche parte delle arti marziali.

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Oggi si conoscono più di mille forme di Qi Gong. Ciascun maestro, infatti, sviluppa la sua tecnica anche se i principi e le finalità restano le stesse: mantenersi in salute mantenendo in equilibrio il corpo, lo spirito e l’energia.

Secondo la medicina cinese, una buona salute è il risultato di una buona circolazione dell’energia nel corpo. Il Qi Gong è considerato una misura di prevenzione.

La ricerca dell’equilibrio, la precisione dell’intenzione (Yi), la fluidità dei gesti rappresentano non solo un cammino verso la conoscenza del sé ma anche il piacere dell’incontro con sé stessi. Con il Qi Gong, si impara ad amarsi, ad aprirsi verso l’universo, a vivere in armonia con tutto quello che ci circonda.

Nella ricerca di equilibrio, si alternano momenti di concentrazione e momenti di riposo. Sentire il troppo o quello che manca, quando ad esempio si passa da un piede all’altro, permette di prendere coscienza della propria fragilità. Quando invece si sta su due piedi, ben ancorati al suolo, allora ci si sente più forti.

Lavorare sull’equilibrio porta una sensazione di leggerezza e di libertà, senza dimenticare che attraverso i movimenti e la stimolazione dei meridiani (le vie di circolazione dell’energia) migliorano le funzioni organiche (la circolazione, la digestione, la respirazione).

Il corpo è al centro della relazione con sé stessi, con gli altri e con l’ambiente. La coscienza del corpo passa attraverso l’ascolto di sé stessi, l’osservazione del tono muscolare, delle tensioni, del nostro equilibrio, della nostra postura e della direzione dei nostri movimenti.

Il Qi Gong può essere considerato innanzitutto come la ricerca dell’equilibrio energetico e dell’armonia tra il corpo e lo spirito. Facendo attenzione ai propri gesti, realizziamo che anche il nostro modo di pensare cambia e si ha uno sguardo più sereno sul presente.

Conoscevi già il Qi Gong? Cosa ne pensi?

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Photo by Pixabay on Pexels.com

Il test dei tre setacci

Questa storia é attribuita a Socrate ma non tutti sono d’accordo sull’origine. Siccome il messaggio é comunque importante, soprattutto di questi tempi quando tante persone si credono competenti e portatrici di verità, vorrei condividerla con te, leggermente modificata.

Un giorno qualcuno andò a trovare il grande filosofo Socrate e gli disse: – Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico? –
Un momento – rispose Socrate – Prima che me lo racconti, vorrei farti alcune domande
Va bene, ti ascolto – rispose il conoscente.
Prima di raccontare qualcosa sugli altri, è bene prendere il tempo per filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci.
Il primo setaccio è la verità
– disse Socrate.

Hai verificato se quello che mi dirai è vero? – Il conoscente rispose: – No… ne ho solo sentito parlare
Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della gentilezza

– Quello che vuoi dirmi sul mio amico è qualcosa di gentile?
Ah no, al contrario – rispose il conoscente.
Dunque – continuò Socrate – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere

Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello della necessità. E’ necessario che io sappia cosa mi avrebbe fatto o detto questo amico? – chiese Socrate. – No, davvero – disse il conoscente.

Quindi – concluse Socrate – quello che volevi raccontarmi non è né vero, né gentile, né necessario; perché allora volevi dirmelo?

Cosa ne pensi? Credi sia importante porsi queste domande tutte le volte che vuoi parlare di qualcosa o di qualcuno?

Proverbio indiano

Se davanti a te vedi tutto grigio, sposta l’elefante!

L’anno sta finendo e, come di consueto, é tempo di fare un bilancio di quello che abbiamo fatto, dei successi, delle difficoltà, di quello che avrebbe potuto essere ma non é stato, di quello che avremmo voluto fare diversamente. Però é tempo anche di pensare al nuovo anno, a quello che vorremmo fare, a nuovi progetti, a nuove prospettive. Magari potresti cercare una frase da usare come mantra per tutto l’anno, in modo da ricordarti dei tuoi buoni propositi, che troppo spesso dimentichiamo.

Per quanto mi riguarda, cercherò di adottare la filosofia di questo proverbio per il 2020. Certo, l’elefante é un animale grande, anzi grandissimo, mica facile spostarlo! Ma se unisco le forze con qualcun’altra/o magari insieme ce la facciamo! Si sa che l’unione fa la forza!

E tu, cosa pensi di fare nel 2020? Hai pensato di adottare un leitmotiv che ti accompagni durante l’anno?

Ma adesso pensiamo a festeggiare!

Buon 2020!