Bee-Beep ovvero il paradosso della tranquillitá

In pieno deserto un coyote un po’ stupido corre dietro a un uccello molto furbo. I due animali vanno a velocitá elevata.

Ma, all’improvviso, l’uccello si ferma davanti a un precipizio. Il coyote, al contrario, continua a correre senza guardare fino a quando si rende conto di stare correndo nel vuoto.

Questa scena é un classico di Bee Beep e il coyote.

Ma é anche l’illustrazione perfetta di una teoria economica molto seria: l’ipotesi di instabilitá finanziaria.

Secondo Hyman Minsky, tutti i periodi di prosperitá economica contengono gli elementi di una crisi futura. Come? E’ semplice. Quando tutto va bene, gli agenti economici (famiglie, imprese, lo Stato) hanno fiducia e chiedono denaro in prestito per fare dei progetti, investire, sviluppare attivitá.

In questo ambiente ottimale, gli investitori rischiano di piú, la banche prestano piú facilmente soldi, senza fare troppa attenzione al pericolo di non essere rimborsarti. Minsky chiama questo fenomeno il “paradosso della tranquillitá”.

Ma ad un certo punto, é tutta l’economia che vive a credito. Succede allora che degli altri fenomeni, piú preoccupanti, si presentano: disoccupazione, rallentamento delle attivitá, abbassamento delle entrate, difficoltá a rimborsare. Nonostante questo, gli agenti economici continuano a comportarsi come se niente fosse. Esattamente come quando il povero coyote corre nel vuoto!

Basta allora un brutta notizia per innescare il “momento Minsky”: tutti si svegliano all’improvviso e si spaventano. Ci si rende conto che non si possono piú affrontare i rischi, che non si possono rimborsare i prestiti, e le banche smettono di fare credito.

E’ la crisi generale: il coyote é troppo occupato per rendersi conto che sta per cadere nel vuoto. Ed é troppo tardi per evitare la caduta, esattamente come accade nel mondo reale.

E tu, hai mai vissuto un “momento Minsky” nella tua vita?

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Perché condividere le buone piccole cose fa bene alla vita

Penso che la pubblicazione degli stati emotivi sia positivi che negativi su Facebook o su altri social generi un effetto contagio sui followers che le vedono. Ecco perché penso che condividere le buone piccole cose faccia bene alla vita.

Io raramente pubblico cose negative sui social, e quando lo faccio é per denunciare certe situazioni di degrado, come ad esempio la mancata raccolta dei rifiuti nella mia cittá, Bruxelles. Preferisco pubblicare cose positive perché penso che i media presentino già troppe notizie negative, e sono convinta che nel mondo succedano anche e soprattutto cose buone e positive che si possono condividere. Penso anche che se parlassimo di più delle cose belle che accadono, il mondo andrebbe un po’ meglio perché si diffonderebbe più energia positiva. Le cattive notizie attraggono l’attenzione del pubblico per via della loro morbosità ma non fanno altro che creare una spirale di negatività.

Crisi sociale

È vero che la nostra società è in crisi da molti anni ormai e che la politica non offre soluzioni adeguate ai problemi che sono sempre più complessi. Ci sono troppi senzatetto, gli stipendi sono bassi e la vita costa cara. Per non parlare delle violenza e delle guerre in giro per il mondo. Ma nonostante questo sono sicura che la vita ci riservi dei momenti di gioia che non dovremmo nascondere, anzi dovremmo celebrare!

Io sono contenta della mia vita complessivamente. Certo, la realtà e l’ambiente che mi circonda non è ideale, a volte non va tutto come dovrebbe andare, vedo delle ingiustizie, ho le mie insofferenze e sofferenze, ma non per questo mi lascio avvolgere dalla spirale negativa. Se poi penso alla vita che conducevano i nostri nonni, bè allora non c’è che da rallegrarsi. Abbiamo acqua corrente, elettricità e riscaldamento nelle nostre case, cibo tutti i giorni. Nella piramide dei bisogni di Maslow abbiamo sicuramente superato i primi due livelli. Pensa se fossi una donna nata in Afghanistan e dovessi girare con il burka? O in un paese in guerra? O se fossi costretta/o a pagare una fortuna per curarti?

Quindi, non esitare a condividere i tuoi momenti di gioia, i tuoi successi, piccoli o grandi che siano perché questo si propagherà e creerà positività. Certo, non sarà sempre primavera, ma sono sicura che potrai trovare tutti i giorni una piccola cosa buona da condividere.

Questo non significa che devi smettere di migliorarti e di creare delle condizioni di vita piú appaganti e gradevoli, ma significa che la tua crescita sarebbe più facile se guardassi il bicchiere mezzo pieno anziché il bicchiere mezzo vuoto.

Allora, sei pronta/o a cominciare condividere le buone piccole cose che ti succedono? Fammelo sapere,!

Come risparmiare soldi aiutando l’ambiente

Dall’inizio della guerra contro la Russia, in Europa stiamo vivendo una crisi senza precedenti. I governi ci hanno consigliato di ridurre il nostro consumo energetico e anch’io sto cercando di adeguarmi a queste indicazioni, anche se, devo ammetterlo, a volte è difficile.

Tuttavia, ho scoperto che facendo piccoli passi, non solo si puó risparmiare energia (e denaro) ma si contribuisce anche a proteggere l’ambiente riducendo le emissioni.

Le famiglie generano circa un quarto di tutte le emissioni dirette di CO2 prodotte oggi nell’UE. E lo sapevi che tre quarti dell’energia utilizzata dalle case in tutta l’UE è destinata al riscaldamento e al condizionamento?

Vediamo quindi come è possibile ridurre il consumo energetico contribuendo alla riduzione delle emissioni nello stesso tempo.

Riscaldamento e Condizionamento
  • Non surriscaldare l’acqua.  Imposta la tua caldaia a una temperatura massima di 60°C per farla funzionare in modo efficiente.
  • Usa il termostato con saggezza.  Sapevi che la tua casa non si riscalda più velocemente se alzi il termostato? Aumentare la temperatura fa alzare la temperature massima nella tua casa.
  • Chiudi le tende o le persiane nelle giornate calde per ridurre la luce del sole che entra nella tua casa.
  • Quando fa caldo usa un ventilatore.  I ventilatori consumano molta meno energia rispetto ai condizionatori d’aria.
Isolamento
  • Sostituisci le finestre con vetri singoli con quelle con doppi vetri. Le finestre con doppi vetri perdono il 50-70% in meno di calore. Oggi poi esistono anche a triplo vetro.
  • Non puoi installare i doppi vetri?  Tende spesse o pannelli isolanti rimovibili ridurranno il flusso di aria fredda nella tua casa.
  • Gli spifferi possono causare una grande fonte di perdita di calore.  È possibile risparmiare energia sigillando gli spazi vuoti intorno alle finestre e mettendo anti-spifferi sotto le porte. Anche chiudere i buchi della serratura può fare la differenza!
  • Isola i serbatoi dell’acqua calda, i tubi di riscaldamento centralizzato e le cavità delle pareti.  Se non è possibile isolare in questo modo, monta riflettori isolanti sulla parete dietro i radiatori.
In cucina
  • Acquista elettrodomestici ad alta efficienza energetica.  Quando acquisti un elettrodomestico controlla che sia ad alta efficienza energetica leggendo la valutazione del produttore.  La valutazione varia da A+++ (più efficiente) a G (meno efficiente). Una lavastoviglie A+++ utilizza solo la metà dell’energia utilizzata di una lavastoviglie di classe D.
  • Controlla che il tuo forno sia sigillato correttamente.  Se devi sostituire il forno, scegli un modello di classe A: questo potrebbe farti risparmiare circa € 200 nel corso della sua vita rispetto a uno di classe D.
  • Evita di lavare i piatti a mano se hai una lavastoviglie.  Le lavastoviglie moderne consumano meno acqua ed energia – e la maggior parte ha una modalità “Eco” – ma usala solo quando è piena!
  • Fai bollire solo una volta l’acqua di cui hai bisogno.  Se hai lasciato l’acqua calda in un bollitore solo per pochi minuti, non è necessario metterlo in funzione un’altra volta. L’acqua sarà ancora calda.
Lava in modo intelligente
  • Riempi la lavatrice.  Non fare un lavaggio se hai solo pochi capi di abbigliamento. Aspetta fino a quando hai un carico completo, ma non superare il peso massimo consentito.
  • Scegli la temperatura più bassa. Oggi i detergenti sono così efficienti che puliscono la maggior parte dei vestiti anche a basse temperature.
  • Seleziona l’opzione “riduci tempo”, se disponibile nella tua lavatrice.
  • Salta il ciclo di prelavaggio se i tuoi vestiti non sono molto sporchi.
  • Evita l’uso di un’asciugatrice, se possibile.  Un ciclo di asciugatrice può utilizzare il doppio dell’energia rispetto a un ciclo medio di lavatrice.
Risparmia energia elettrica
  • Sostituisci le lampadine a incandescenza o alogene con quelle a LED, più efficienti dal punto di vista energetico.  Una lampadina a LED ti fa risparmiare perché dura circa 20 anni.
  • Spegni i tuoi dispositivi. I dispositivi connessi a Internet come smart TV, stampanti e console di gioco del 2016 o prima possono utilizzare fino a 80 watt di elettricità quando sono in modalità standby. È possibile utilizzare una singola ciabatta multi-presa per spegnerli tutti insieme.
  • Chiedi al tuo fornitore di energia informazioni sull’installazione di un contatore intelligente.  I sistemi di misurazione intelligenti per gas ed elettricità potrebbero ridurre del 3% il tuo consumo di energia.
  • Scegli l’energia verde. La maggior parte dei fornitori di energia offre tariffe elettriche “verdi”, che supportano l’espansione delle fonti di energia rinnovabile come l’eolico e il solare. Se sei proprietario del tetto di casa tua, potresti considerare l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici per generare acqua calda e parte dell’elettricità.

Cosa sei pronto a a fare per ridurre il tuo consumo energetico, risparmiando soldi e aiutando l’ambiente?

Come affrontare l’ansietá climatica

A causa dei disastri climatici provocati dal surriscaldamento del pianeta che stanno diventando sempre più frequenti e preoccupanti, si sta verificando in modo parallelo un nuovo fenomeno: l’ansietà climatica o eco-ansietà.
L’ansietà climatica si può definire come lo stress che una parte delle persone sente a causa degli eventi ambientali anche se non ha dovuto (ancora) confrontarsi con essi. Ci si sente sopraffatti da questi eventi che sono fuori dal nostro controllo.

Può essere difficile guardare avanti quando non vedi un futuro chiaro perché le condizioni ambientali si stanno degradando sempre di più.

Purtroppo l’ansietà climatica si sta diffondendo molto, soprattutto tra le nuove generazioni che evidentemente saranno quelle che subiranno un maggiore impatto dalla crisi climatica.

Partecipare alle manifestazioni, far sentire la tua voce, studiare soluzioni è importante ma questo può generare ancora più stress perché capisci la rilevanza e l’enormità della crisi.

Perciò, diventa importante anche prendersi cura di sé stessi, perché non puoi salvare il pianeta senza prenderti cura di te stesso/a. Poi, in effetti non si tratta di salvare il pianeta, il pianeta si salverebbe da solo dal primo momento che il genere umano cominciasse a rispettarlo. Si tratta piuttosto di preservare le condizioni che rendono possibile la vita sulla terra. Quindi, il primo passo é preservare te stesso/a con un occhio di riguardo all’ambiente.

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Vediamo alcuni modi per affrontare lo stress dovuto alla crisi climatica.

Concentrati su quello che puoi controllare

La crisi climatica è un argomento estremamente complesso non solo per le persone, ma anche per le industrie e i governi. Anche se a volte puoi sentirti scoraggiato/a, è importante ricordarti che puoi concentrarti su quello che dipende da te, dalle tue azioni, dai piccoli passi che puoi fare per contribuire al cambiamento di direzione.

Per esempio, puoi decidere di mangiare meno carne (lo sai che per produrre una bistecca sono necessari 15.000 litri d’acqua e vengono disboscate grandi porzioni di foresta?). Oppure puoi scegliere di comprare meno vestiti, di abbassare di mezzo grado la temperatura di casa tua, di lasciare la macchina in garage e camminare di più.

Partecipare a una manifestazione oppure far parte di un’associazione impegnata nella salvaguardia dell’ambiente sono tutte cose alla tua portata. Ricorda di non metterti troppa pressione perché non puoi risolvere la crisi da solo/a. Puoi però fare dei piccoli cambiamenti nel tuo stile di vita.

Prenditi una pausa dalle notizie sul clima

Passare il tempo a leggere gli aggiornamenti sulla crisi climatica non aiuta la tua salute mentale. Prenditi una pausa, anche per qualche giorno. Le notizie e gli aggiornamenti saranno ancora disponibili quando tornerai e, soprattutto, é molto probabile che la situazione purtroppo non sará cambiata in meglio.

Ricordati che non sei solo/a in questa battaglia

Anche se a volte può sembrarti il contrario, non sei sola/o nella battaglia contro la crisi climatica. Ci sono tante persone al mondo che dedicano il loro tempo a questa sfida e si sentono probabilmente come te. Cerca di connetterti con queste persone, ce ne sono sicuramente anche vicino a te. È importante cercare delle altre persone altrettanto preoccupate per la sorte del pianeta, che è anche la sorte di tutti noi. Questo ti aiuterà a ritrovare un po’ di speranza, ti darà coraggio e forza per andare avanti in questa battaglia.

Dedica più tempo a te stesso/a

Assicurati di fare le cose che ti piacciono, passeggia nella natura, leggi un libro, guarda un film, riscopri quell’attività che ti piaceva tanto. Insomma, creati un spazio di benessere personale.

Parla con qualcuno di come ti senti.

L’ansietà climatica è una cosa reale che a volte non è possibile affrontare da soli/e.

Se queste sensazioni di stress e ansia stanno disturbando la tua vita, parlane con qualcuno. Chiama un amico/a, un familiare, o un coach. Ti aiuterà sicuramente ad affrontare questa situazione.

Tu pensi di soffrire di eco-ansietá?

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Ansietá climatica – Photo by Keenan Constance on Pexels.com

Bee Beep ovvero il paradosso della tranquillitá

In pieno deserto un coyote un po’ stupido corre dietro a un uccello molto furbo. I due animali vanno a velocitá elevata.

Ma, all’improvviso, l’uccello si ferma davanti a un precipizio. Il coyote, al contrario, continua a correre senza guardare fino a quando si rende conto di stare correndo nel vuoto.

Questa scena é un classico di Bee Beep e il coyote.

Ma é anche l’illustrazione perfetta di una teoria economica molto seria : l’ipotesi di instabilitá finanziaria.

Secondo Hyman Minsky, tutti i periodi di prosperitá economica contengono gli elementi di una crisi futura. Come? E’ semplice. Quando tutto va bene, gli agenti economici (famiglie, imprese, lo Stato) hanno fiducia e chiedono denaro in prestito per fare dei progetti, investire, sviluppare attivitá.

In questo ambiente ottimale, gli investitori rischiano di piú, la banche prestano piú facilmente soldi, senza fare troppa attenzione al pericolo di non essere rimborsarti. Minsky chiama questo fenomeno il “paradosso della tranquillitá”.

Ma ad un certo punto, é tutta l’economia che vive a credito. Succede allora che degli altri fenomeni, piú preoccupanti, si presentano: disoccupazione, rallentamento delle attivitá, abbassamento delle entrate, difficoltá a rimborsare. Nonostante questo, gli agenti economici continuano a comportarsi come se niente fosse. Esattamente come quando il povero coyote corre nel vuoto!

Basta allora un brutta notizia per innescare il “momento Minsky”: tutti si svegliano all’improvviso e si spaventano. Ci si rende conto che non si possono piú affrontare i rischi, che non si possono rimborsare i prestiti, e le banche smettono di fare credito.

E’ la crisi generale : il coyote é troppo occupato per rendersi conto che sta per cadere nel vuoto. Ed é troppo tardi per evitare la caduta, esattamente come accade nel mondo reale.

E tu, hai mai vissuto un “momento Minsky” nella tua vita?

Di شہاب – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=44752971

Camminando sui trampoli

1980, Quebec City. Una folla si precipita a incontrare tre viaggiatori esausti, che hanno appena viaggiato per 90 chilometri in 22 ore … su trampoli!

Erano partiti per questo viaggio per farsi notare e raccogliere fondi. Il loro obiettivo: costituire una propria compagnia circense, ma non una qualsiasi.

All’epoca, le compagnie circensi seguivano ancora le regole stabilite all’inizio del XX secolo dallo showman Phineas Barnum: uno spettacolo di circo doveva includere animali addestrati, acrobati stellari, pagliacci per bambini.

Nel 1980, centinaia di compagnie circensi gareggiavano ferocemente per attirare un pubblico sempre più raro. I gusti erano cambiati: il circo non era piú l’unica attrazione insieme al teatro. Cinema e televisione stavano prendendo sempre piú piede, lasciando al circo briciole del mercato del divertimento.

I nostri giovani trampolieri si dicono che è tempo di reinventare il circo, e decidono di provare un nuovo modello di business.

Photo by Alejandro Contreras on Unsplash

Grazie alla loro genialità, i tre amici ottennero il loro primo finanziamento e lanciarono il loro progetto: il Cirque du Soleil

Animali? Basta! Non vogliamo più vederli in gabbie, e costa anche troppo mantenerli. Gli acrobati stellari? Va bene, ma diamo spazio a giovani talenti, sconosciuti e motivati. Clown? Manteniamo il principio ma facciamogli fare cose divententi anche per gli adulti. La pista di sabbia e il tendone mal riscaldato? Mai piú, il Cirque du Soleil offre spazi confortevoli e bellissime decorazioni sotto i suoi tendoni.

E funziona! Il nuovo modello trova il suo pubblico ed diventa famoso in tutto il mondo. Alcuni dei trampolieri fondatori diventano persino miliardari.

Ora, però, con la crisi del Covid-19 il management del Cirque du Soleil ha dovuto fare ricorso alla bancarotta assistita. Con la bancarotta assistita il Cirque du Soleil punta a ristrutturare il proprio debito e tornare a incantare con i suoi spettacoli acrobatici i suoi milioni fan nel mondo.

Che ne pensi, se li merita gli auguri il Cirque du Soleil, per uscire dalla crisi debitoria ed offririci ancora spettacoli fantastici?

Photo by Rob Laughter on Unsplash

Scambio di prodotti, ovvero ritorno al baratto

Estate 1959, Mosca. Durante una riunione ufficiale, il capo dell’Unione sovietica, Nikita Chruščëv, beve una Pepsi Cola. Yes, vittoria! Si rallegra discretamente un membro della riunione.

L’uomo contento è un rappresentante della famosa marca americana di bibite, Donald Kendall.  Quella sera, Kendall aveva un obiettivo: convincere i russi a vendere la loro bibita in quel paese immenso.

Però Kendall ha gridato vittoria troppo presto. Se a Chruščëv piace la Pepsi, siamo ancora ai tempi della “guerra fredda”. Non se ne parla proprio di consumare un prodotto proveniente dall’America capitalista!

Ma qualche anno dopo, quando le relazioni tra i due paesi migliorano, Pepsi tenta di nuovo il colpo. E questa volta i russi ci vedono anche un loro interesse perché potranno vendere vodka agli americani.

L’affare si potrà fare solo senza utilizzare la moneta: la Russia rifiuta i dollari dei capitalisti americani e non può far uscire i rubli dal paese.

Quindi si ritorna alla forma più antica di scambio: il baratto. I russi autorizzano gli americani a vendere la loro bibita sul loro suolo, in cambio della vendita di vodka sul suolo americano.

Questo scambio Pepsi contro vodka continua per degli anni, ma nel 1979 gli USA non vogliono più scambiare Pepsi per vodka.

Quindi Pepsi trova un’alternativa. Anziché regolare gli scambi in vodka, i russi potranno pagare con le loro vecchie navi di guerra. Pepsi rivende così la vecchia ferraglia per ottenere un buon profitto.

Photo by Nick Jio on Unsplash

Cosa ne pensi? Hai mai scambiato degli oggetti personali con dei tuoi amici? Ti piacerebbe farlo, come quando eri bambino/a e scambiavi le figurine?

Sai che esistono delle reti di scambio locale, non solo per prodotti ma anche per servizi? In Italia, ad esempio, abbiamo la Banca del tempo.

Oggi si sente anche parlare di “sharing economy“, cioé quel tipo di modello in cui gli individui affittano o “condividono” cose come la propria auto, casa e/o tempo con altri. Per anni abbiamo scambiato casa per le nostre vacanze estive tramite la piattaforma Home Based Holidays, ed ha sempre funzionato benissimo. Niente paura se lasci la tua casa in mani di sconosciuti, per loro é la stessa cosa!

In tempi di crisi non sarebbe male cominciare ad usare nuovi modelli economici, scambiarci le cose che abbiamo, affittarle o venderle per pochi soldi. Qualche anno fa, ad un mercatino dell’usato comprai per 2 euro un maglioncino di una famosa marca francese. Di fronte alla mia faccia stupita, la signora mi disse: “Quello che non piace più a me, piace a te.” E’ proprio questo il principio: anziché continuare a comprare cose delle quali ci stanchiamo presto, un po’ come i bambini con i giocattoli, potremo iniziare a scambiarcele. Faremo così un passo verso un’economia più sostenibile, riducendo la nostra impronta ecologica perché si produrrebbero meno beni e logicamente si userebbero meno risorse, che sappiamo essere limitate. Di conseguenza, si ridurrebbe l’inquinamento, anche perché potremmo riciclare di piú. Se poi abbiamo bisogno di una cosa solo una volta, perche comprarla quando la possiamo chiedere in prestito? Tutto questo é anche nell’ottica della teoria della decrescita. Non dimentichiamo poi che questo modello rafforzerebbe anche la nostra appartenenza alle comunitá locale.

A proposito, quel maglioncino lo uso ancora oggi!

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