Estate 1959, Mosca. Durante una riunione ufficiale, il capo dell’Unione sovietica, Nikita Chruščëv, beve una Pepsi Cola. Yes, vittoria! Si rallegra discretamente un membro della riunione.

L’uomo contento è un rappresentante della famosa marca americana di bibite, Donald Kendall.  Quella sera, Kendall aveva un obiettivo: convincere i russi a vendere la loro bibita in quel paese immenso.

Però Kendall ha gridato vittoria troppo presto. Se a Chruščëv piace la Pepsi, siamo ancora ai tempi della “guerra fredda”. Non se ne parla proprio di consumare un prodotto proveniente dall’America capitalista!

Ma qualche anno dopo, quando le relazioni tra i due paesi migliorano, Pepsi tenta di nuovo il colpo. E questa volta i russi ci vedono anche un loro interesse perché potranno vendere vodka agli americani.

L’affare si potrà fare solo senza utilizzare la moneta: la Russia rifiuta i dollari dei capitalisti americani e non può far uscire i rubli dal paese.

Quindi si ritorna alla forma più antica di scambio: il baratto. I russi autorizzano gli americani a vendere la loro bibita sul loro suolo, in cambio della vendita di vodka sul suolo americano.

Questo scambio Pepsi contro vodka continua per degli anni, ma nel 1979 gli USA non vogliono più scambiare Pepsi per vodka.

Quindi Pepsi trova un’alternativa. Anziché regolare gli scambi in vodka, i russi potranno pagare con le loro vecchie navi di guerra. Pepsi rivende così la vecchia ferraglia per ottenere un buon profitto.

Photo by Nick Jio on Unsplash

Cosa ne pensi? Hai mai scambiato degli oggetti personali con dei tuoi amici? Ti piacerebbe farlo, come quando eri bambino/a e scambiavi le figurine?

Sai che esistono delle reti di scambio locale, non solo per prodotti ma anche per servizi? In Italia, ad esempio, abbiamo la Banca del tempo.

Oggi si sente anche parlare di “sharing economy“, cioé quel tipo di modello in cui gli individui affittano o “condividono” cose come la propria auto, casa e/o tempo con altri. Per anni abbiamo scambiato casa per le nostre vacanze estive tramite la piattaforma Home Based Holidays, ed ha sempre funzionato benissimo. Niente paura se lasci la tua casa in mani di sconosciuti, per loro é la stessa cosa!

In tempi di crisi non sarebbe male cominciare ad usare nuovi modelli economici, scambiarci le cose che abbiamo, affittarle o venderle per pochi soldi. Qualche anno fa, ad un mercatino dell’usato comprai per 2 euro un maglioncino di una famosa marca francese. Di fronte alla mia faccia stupita, la signora mi disse: “Quello che non piace più a me, piace a te.” E’ proprio questo il principio: anziché continuare a comprare cose delle quali ci stanchiamo presto, un po’ come i bambini con i giocattoli, potremo iniziare a scambiarcele. Faremo così un passo verso un’economia più sostenibile, riducendo la nostra impronta ecologica perché si produrrebbero meno beni e logicamente si userebbero meno risorse, che sappiamo essere limitate. Di conseguenza, si ridurrebbe l’inquinamento, anche perché potremmo riciclare di piú. Se poi abbiamo bisogno di una cosa solo una volta, perche comprarla quando la possiamo chiedere in prestito? Tutto questo é anche nell’ottica della teoria della decrescita. Non dimentichiamo poi che questo modello rafforzerebbe anche la nostra appartenenza alle comunitá locale.

A proposito, quel maglioncino lo uso ancora oggi!

Photo by NordWood Themes on Unsplash