Come e perché adottare delle risoluzioni adesso.

Quando finiscono le vacanze e si ricomincia a lavorare o a studiare, vuoi mettere in pratica delle buone risoluzioni. Forse hai mangiato troppo e ti sei mosso poco? È normale, sei stato in vacanza!

Sarebbe anche una buona opportunità per rivedere le risoluzioni che avevi deciso all’inizio dell’anno per capire dove sei.

Spesso però, tra il lavoro o lo studio e le altre attività quotidiane, ti manca il tempo e la motivazione.

Come sarebbe se seguissi un programma che ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi adesso?

Ecco qualche idea per aiutarti a seguire un programma facile da mantenere.

Piccoli sforzi quotidiani

È deciso, quest’anno cerca di usare meno la macchina, sia perché è un’azione super ecologica e quindi buona per il pianeta, e sia perché sarai costretto a trovare altri mezzi per spostarti. E rinforzerai il tuo corpo senza accorgertene.

Pronto per includere un po’ d’attività fisica nel tuo quotidiano?

  1. Non parcheggiare nello spazio più vicino all’entrata del negozio. Parcheggiati più lontano e fai due passi.
  2. Non prendere più l’ascensore (nei limiti del possibile).
  3. Spostati in bici o a piedi.
  4. Non farti consegnare la spesa, falla tu.
  5. Vai a comprare il panino per il pranzo a piedi. Ti permette di rilassarti un po’, di cambiare aria e di camminare.
  6. Fai delle passeggiate di almeno 30 minuti almeno una volta a settimana (io cammino almeno 30 minuti tutti i giorni, ma soffro della sindrome delle gambe senza riposo, altra storia). Puoi camminare in strada, in un bosco, sulla spiaggia, solo o con amici. L’importante è camminare.
  7. Compra una palla grande da Pilates e siediti sopra per guardare la tua serie televisiva preferita, un film, o quello che tu preferisci.

Come vedi, niente di strano e impossibile! Comincia a introdurre un’abitudine alla volta e presto ritroverai la forma con un minimo sforzo. Per aiutarti, puoi utilizzare un app o un braccialetto che monitora la tua attività come un vero coach.

Piccoli sforzi in casa

Sappiamo che a volte è difficile trovare il tempo per andare in palestra. Allora perché non fare dell’attività fisica a casa tua? Puoi comprare degli accessori che ti permettono di fare sport senza uscire di casa, come degli elettrostimolatori, piattaforme vibranti o cinture addominali, che tonificano i muscoli del corpo provocando delle contrazioni muscolari. Oppure puoi seguire degli esercizi on-line, YouTube ne propone per tutti i gusti. Puoi fare Yoga per distendere il corpo senza dimenticare i muscoli, meditazione e rilassamento, perfetti per imparare a respirare profondamente e a usare la respirazione come metodo per combattere lo stress e l’ansia. 10 minuti tutte le mattina al risveglio ti faranno benissimo. Trova un trainer che ti piace, abbonati al suo canale e riceverai le notifiche tutte le volte che carica un video nuovo.

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Piccoli sforzi nel piatto

Le vacanze a volte sono sinonimo di eccessi. Per ritornare in forma devi approfittare del rientro per fare il pieno di vitamine. Comincia la giornata con un frullato o un succo di frutta fresca. Poi continua con un pranzo sano e non grasso a base di verdura di stagione.

Puoi anche bere un bicchiere d’acqua tiepida al mattino a digiuno per stimolare il metabolismo, disintossicare l’organismo e facilitare la digestione. Aggiungi del limone e avrà un gusto gradevole.

Allora, sei pronto/a per questa piccola rivoluzione?

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Tele-lavoro : come restare concentrati e produttivi

Restare concentrati e mantenere un alto livello di produttività quando si fa telelavoro non è sempre facile.

Di fronte ad una lista di cose che si accumulano giorno dopo giorno, l’importante è pianificare in anticipo la tua giornata e la tua settimana. Una soluzione semplice ed efficace è la “to-do list” con l’attribuzione degli orari nella tua agenda.

In questo modo, lavorerai su una cosa alla volta e potrai attribuire delle priorità.

Per essere produttivi, puoi provare la tecnica Pomodoro, che prende il nome dal timer che si usa in cucina che spesso è a forma di pomodoro.

In cosa consiste questa tecnica? Lavori 25 minuti su una cosa ben precisa e poi fai una pausa di 5 minuti. Ripeti questa modalità 4 volte (25 minuti di lavoro e 5 minuti di pausa), poi fai una pausa più lunga di 20 minuti, possibilmente lontano dallo schermo. Se hai un cane portalo a passeggio, annaffia le piante, mangia un frutto, fai un po’ di stretching.

Per evitare distrazioni e problemi di concentrazione, non accendere la TV, non lavorare sul letto e metti il tuo telefono personale in modalità “non disturbare” per non essere interrotto/a.

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Non dimenticare di fissarti dei limiti. Una volta che la giornata è finita, non fare ore di straordinario e disconnettiti veramente! L’ideale sarebbe avere uno spazio di lavoro dedicato, in modo da poter “lasciare l’ufficio” una volta terminato il lavoro.

Alcuni consigli per ottimizzare il tuo spazio di lavoro

Per quanto riguarda il tuo spazio di lavoro a casa, non sottovalutare l’effetto positivo del confort sulla tua produttività e concentrazione.

Investi nell’acquisto di una sedia confortevole e un riposa piedi per mantenere una buona postura. Se poi vuoi davvero farti del bene, compra anche (o solo) uno “standing desk”.

Una buona illuminazione è importante per non affaticarti gli occhi e per aiutarti a restare concentrato/a. Prova una lampadina che diffonde luce blu, per esempio.

Oltre ad essere confortevole, il tuo spazio di lavoro in casa deve riflettere la tua personalità grazie a qualche oggetto decorativo che ti aiuta a restare ispirato/a e ti dà voglia di passarci del tempo.

Organizza il tuo ufficio e disponi le tue cose in funzione della frequenza d’utilizzo. Tieni a portata di mano le cose di cui hai bisogno frequentemente. Metti in un ordine di facile comprensione le cose di cui hai meno bisogno. Perderai meno tempo a cercarle!

Infine, ricorda che l’esercizio fisico è fondamentale per il tuo benessere e dopo una giornata di lavoro sarebbe bene dedicare un po’ di tempo al tuo corpo per rilassarti e iniziare bene la serata.

Cosa ne pensi di questi consigli?

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7 miti da sfatare sulla sopportazione del caldo

Certamente nei periodi di ondate di calore bisogna restare al fresco, evitare di uscire durante le ore centrali della giornata e bere molta acqua fresca (non ghiacciata).

Ci sono però delle pratiche e delle credenze piuttosto comuni che sono delle cattive idee e quindi sono da evitare. Vediamole.

  1. Non ho fame, quindi non mangio. Durante i periodi di forte calura, é raccomandabile mangiare alimenti a grande contenuto d’acqua, come le fragole (in Belgio le abbiamo ancora e sono molto buone!), i cetrioli, l’anguria, il melone, l’insalata, le zucchine, il pomodoro e i peperoni. In pratica tutto ciò che è di stagione. La natura ci offre sempre la soluzione migliore per ogni periodo dell’anno. Puoi anche mangiare sorbetti, yoghurt e formaggio bianco. Quello che devi evitare sono i pasti grassi, perché la digestione dei grassi comporta uno sforzo all’organismo tale da far aumentare la temperatura corporea e di conseguenza il calore percepito.
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2. Utilizzare l’aria condizionata al massimo della sua potenza. L’uso della climatizzazione é consigliato ma bisogna regolare la temperatura al massimo 10 gradi in meno di quella esterna. Certo se la temperatura esterna é 40 gradi, 30 resta comunque una temperatura alta. Però un’escursione termica troppo grande tra l’esterno e l’interno indebolisce l’organismo. Cosa importante da non dimenticare: pulisci i filtri!

3. Bere delle bevande bollenti. Una leggenda racconta che le popolazioni del deserto bevono delle bevande bollenti per lottare contro il caldo. Ma non é necessariamente una buona idea, é davvero una leggenda. La temperatura del corpo é di circa 37 gradi. Consumare una bevanda piú calda significa costringere il corpo e sudare e quindi ad andare verso la disidratazione per eliminare il calore accumulato. Idealmente, bisognerebbe bere bevande tra i 12 i 14 gradi.

4. Mentre dormo oriento il ventilatore al mio viso. Una persona che orienta il ventilatore verso il viso, al risveglio avrà il naso, la bocca e gli occhi secchi. Sicuramente avrai il naso chiuso ma potrebbe venirti anche mal di testa. È consigliabile mettere il ventilatore un po’ più lontano dal letto e non orientarlo al viso.

5. Bere almeno tre litri d’acqua al giorno. In realtà, bere una quantitá compresa tra un litro e mezzo e due litri è più che sufficiente. In caso di consumo eccessivo il corpo sarebbe costretto ad espellere di più tramite la sudorazione e la pipí, sovraccaricando in questo caso le reni.

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6. Per idratarmi, niente di meglio che una birra. In realtà l’alcool disidrata. Se bevi un bicchiere di birra, devi poi bere dell’acqua per compensare la perdita di liquidi. Anche caffè e thè sono bevande da non bere troppo spesso per lo stesso motivo. Ovviamente tutte le bevande gassate e contenenti zucchero sono assolutamente da evitare.

7. Per bere aspetto di avere sete. Quando senti di avere sete, è già tardi. Il tuo corpo ti sta avvertendo che hai perso liquidi. Gli esperti consigliano di bere spesso delle piccole quantità d’acqua piuttosto che tanta acqua in pochi momenti della giornata. È importante mantenere il corpo idratato durante tutto il giorno per evitare mal di testa, vertigini o sensazioni di fatica.

E tu, quali abitudini hai adottato per combattere le ondate di calore come quella di questo periodo?

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Camminando sui trampoli

1980, Quebec City. Una folla si precipita a incontrare tre viaggiatori esausti, che hanno appena viaggiato per 90 chilometri in 22 ore … su trampoli!

Erano partiti per questo viaggio per farsi notare e raccogliere fondi. Il loro obiettivo: costituire una propria compagnia circense, ma non una qualsiasi.

All’epoca, le compagnie circensi seguivano ancora le regole stabilite all’inizio del XX secolo dallo showman Phineas Barnum: uno spettacolo di circo doveva includere animali addestrati, acrobati stellari, pagliacci per bambini.

Nel 1980, centinaia di compagnie circensi gareggiavano ferocemente per attirare un pubblico sempre più raro. I gusti erano cambiati: il circo non era piú l’unica attrazione insieme al teatro. Cinema e televisione stavano prendendo sempre piú piede, lasciando al circo briciole del mercato del divertimento.

I nostri giovani trampolieri si dicono che è tempo di reinventare il circo, e decidono di provare un nuovo modello di business.

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Grazie alla loro genialità, i tre amici ottennero il loro primo finanziamento e lanciarono il loro progetto: il Cirque du Soleil

Animali? Basta! Non vogliamo più vederli in gabbie, e costa anche troppo mantenerli. Gli acrobati stellari? Va bene, ma diamo spazio a giovani talenti, sconosciuti e motivati. Clown? Manteniamo il principio ma facciamogli fare cose divententi anche per gli adulti. La pista di sabbia e il tendone mal riscaldato? Mai piú, il Cirque du Soleil offre spazi confortevoli e bellissime decorazioni sotto i suoi tendoni.

E funziona! Il nuovo modello trova il suo pubblico ed diventa famoso in tutto il mondo. Alcuni dei trampolieri fondatori diventano persino miliardari.

Ora, però, con la crisi del Covid-19 il management del Cirque du Soleil ha dovuto fare ricorso alla bancarotta assistita. Con la bancarotta assistita il Cirque du Soleil punta a ristrutturare il proprio debito e tornare a incantare con i suoi spettacoli acrobatici i suoi milioni fan nel mondo.

Che ne pensi, se li merita gli auguri il Cirque du Soleil, per uscire dalla crisi debitoria ed offririci ancora spettacoli fantastici?

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Scambio di prodotti, ovvero ritorno al baratto

Estate 1959, Mosca. Durante una riunione ufficiale, il capo dell’Unione sovietica, Nikita Chruščëv, beve una Pepsi Cola. Yes, vittoria! Si rallegra discretamente un membro della riunione.

L’uomo contento è un rappresentante della famosa marca americana di bibite, Donald Kendall.  Quella sera, Kendall aveva un obiettivo: convincere i russi a vendere la loro bibita in quel paese immenso.

Però Kendall ha gridato vittoria troppo presto. Se a Chruščëv piace la Pepsi, siamo ancora ai tempi della “guerra fredda”. Non se ne parla proprio di consumare un prodotto proveniente dall’America capitalista!

Ma qualche anno dopo, quando le relazioni tra i due paesi migliorano, Pepsi tenta di nuovo il colpo. E questa volta i russi ci vedono anche un loro interesse perché potranno vendere vodka agli americani.

L’affare si potrà fare solo senza utilizzare la moneta: la Russia rifiuta i dollari dei capitalisti americani e non può far uscire i rubli dal paese.

Quindi si ritorna alla forma più antica di scambio: il baratto. I russi autorizzano gli americani a vendere la loro bibita sul loro suolo, in cambio della vendita di vodka sul suolo americano.

Questo scambio Pepsi contro vodka continua per degli anni, ma nel 1979 gli USA non vogliono più scambiare Pepsi per vodka.

Quindi Pepsi trova un’alternativa. Anziché regolare gli scambi in vodka, i russi potranno pagare con le loro vecchie navi di guerra. Pepsi rivende così la vecchia ferraglia per ottenere un buon profitto.

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Cosa ne pensi? Hai mai scambiato degli oggetti personali con dei tuoi amici? Ti piacerebbe farlo, come quando eri bambino/a e scambiavi le figurine?

Sai che esistono delle reti di scambio locale, non solo per prodotti ma anche per servizi? In Italia, ad esempio, abbiamo la Banca del tempo.

Oggi si sente anche parlare di “sharing economy“, cioé quel tipo di modello in cui gli individui affittano o “condividono” cose come la propria auto, casa e/o tempo con altri. Per anni abbiamo scambiato casa per le nostre vacanze estive tramite la piattaforma Home Based Holidays, ed ha sempre funzionato benissimo. Niente paura se lasci la tua casa in mani di sconosciuti, per loro é la stessa cosa!

In tempi di crisi non sarebbe male cominciare ad usare nuovi modelli economici, scambiarci le cose che abbiamo, affittarle o venderle per pochi soldi. Qualche anno fa, ad un mercatino dell’usato comprai per 2 euro un maglioncino di una famosa marca francese. Di fronte alla mia faccia stupita, la signora mi disse: “Quello che non piace più a me, piace a te.” E’ proprio questo il principio: anziché continuare a comprare cose delle quali ci stanchiamo presto, un po’ come i bambini con i giocattoli, potremo iniziare a scambiarcele. Faremo così un passo verso un’economia più sostenibile, riducendo la nostra impronta ecologica perché si produrrebbero meno beni e logicamente si userebbero meno risorse, che sappiamo essere limitate. Di conseguenza, si ridurrebbe l’inquinamento, anche perché potremmo riciclare di piú. Se poi abbiamo bisogno di una cosa solo una volta, perche comprarla quando la possiamo chiedere in prestito? Tutto questo é anche nell’ottica della teoria della decrescita. Non dimentichiamo poi che questo modello rafforzerebbe anche la nostra appartenenza alle comunitá locale.

A proposito, quel maglioncino lo uso ancora oggi!

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Lavorare meno potrebbe salvare il pianeta?

Uno studio dell’Università del Massachusetts afferma che “lavorare meno fa bene all’ambiente”. Se passassimo il 10% in meno del nostro tempo al lavoro, la nostra impronta sulla terra sarebbe ridotta del 14,6%, soprattutto grazie alla diminuzione degli spostamenti e delle spese giornaliere.

Ci sono due correnti di pensiero contraddittorie su questa idea:

  1. quelli che pensano che gli stipendi possano rimanere invariati e che l’economia continuerebbe a crescere grazie ai miglioramenti tecnologici ed energetici nonostante le riduzione del tempo di lavoro; questa teoria ci spiega che l’inquinamento potrebbe ridursi grazie al cambiamento delle abitudini quotidiane, come ad esempio la preparazione dei propri pasti a casa anziché l’acquisto di cibo già preparato o preparato da altri;
  2. quelli che pensano che solamente riducendo gli stipendi si potrà raggiungere una significativa riduzione dell’impronta ecologica entro il 2050. Questa è la teoria della decrescita che poggia sul fatto che solamente con meno soldi a disposizione si può ridurre il consumo di beni materiali e quindi l’inquinamento e l’esaurimento delle risorse. Quindi, lavorando quattro giorni si riceverebbe un salario equivalente a quattro giorni.

Vorrei concentrarmi sulla decrescita perché sostengo questo approccio. Mi sembra evidente che continuando così l’umanità vada incontro a un esaurimento veloce delle risorse disponibili che causerà un declino improvviso e incontrollabile della popolazione e della capacità produttiva delle industrie. La teoria della decrescita è sicuramente radicale e ad alcuni pare eretica. Tuttavia, un rapporto dell’OCSE afferma che il consumo è aumentato del 50% negli ultimi 30 anni e che questo va di pari passo con un aumento dell’impronta ambientale. La teoria della decrescita sostiene che si dovrebbe cominciare una progressiva diminuzione del consumo, cominciando proprio dalla riduzione del tempo di lavoro.

Serge Latouche, economista tra i padri fondatori della teoria della decrescita, spiega che: “Decrescita non significa indebolimento o sofferenza. Significa piuttosto trasformare il concetto di consumo in quello di uso: compro una cosa perché mi serve, se si rompe la faccio riparare (o la riparo da me) e alla fine della sua vita la riciclo. Significa anche spostare l’attenzione dalla quantità alla qualità. Il risultato sarà una società materialmente responsabile.

La decrescita è anche elogio della lentezza e della durata; rispetto del passato; consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione; indifferenza alle mode e all’effimero; attingere al sapere della tradizione; non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato; non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma, come dicevo prima, l’uso.

Perché quindi lavorare meno e guadagnare meno? Se il consumo di attività di divertimento o di piacere aumentasse grazie ad una settimana di lavoro più corta, si avrebbe un aumento significativo dell’impronta ecologica. Ecco quindi perché la riduzione del tempo di lavoro deve essere accompagnata dalla riduzione dello stipendio. Avremo comunque più tempo per noi, da dedicare alla nostra crescita personale, che non significa solamente attività di divertimento o di piacere.

La scelta cruciale dei nostri tempi dunque è tra impegnarsi urgentemente ad intraprendere il cammino della sobrietà a tutti i livelli o andare a tutta velocità verso l’esaurimento delle risorse e il crollo globale del nostro sistema, cosa che nessuno auspica.

In questo tempi difficili, con il diffondersi rapido di un virus che minaccia la nostra vita e ci fa paura, potremmo seriamente cominciare a riflettere su un futuro diverso per l’umanità.

Cosa ne pensi? Saresti disposto a lavorare meno, guadagnando meno e consumando meno (ma usando di più), iniziando così un percorso verso una società diversa da come la conosciamo oggi?