Questo Natale

Questo Natale non sono andata a casa in Italia. Questo Natale mi trovo a Cuba.

In tanti mi hanno chiesto perché proprio Cuba.

Da tanti anni volevo visitare Cuba e finalmente mi sono decisa a prenotare il volo, organizzare un piccolo tour con un’agenzia locale per finire poi la vacanza in un hotel su una spiaggia da cartolina, tipo la foto che vedi qui sopra.

Sono partita sola con mio figlio, mio marito non se l’é sentita di viaggiare con noi. E’ un peccato, questa cosa mi rende un po’ triste, perché Natale é la festa della famiglia.

Poi questo Natale é diverso. Dopo due anni di Covid, ora in Europa c’é la guerra, dobbiamo risparmiare sull’energia, le nostre case e i nostri uffici sono tutti piuttosti freddi.

Dunque, mi sono detta:

  1. Carpe diem. La vita é breve, a volte é anche difficile, mio figlio finisce il master, io ho ricevuto una promozione sul lavoro, quest’anno é la volta buona che andiamo a Cuba.
  2. Considerando il freddo che abbiamo qui a Bruxelles (ma a Bologna non sarebbe meglio), andiamo a prendere un po’ di sole in una bella isola dei Caraibi ricca di storia, e avamposto del comunismo nel continente americano.

In sé, che Cuba sia l’avamposto del comunismo in America, non le ha giovato molto né continua a giovarle. Infatti, l’isola subisce un embargo dagli anni sessanta proprio per questo, perché sono comunisti. La vita sull’isola é difficile, mancano tante cose. La mia guida mi ha detto che quello che qui da noi é normale per loro é un lusso. Purtroppo anche le medicine non si trovano facilmente. E allora questo Natale, anziché fare la solita donazione ad un’associazione che si occupa di diritti umani o ambientali, ho deciso di dimostrare la mia solidarietá al popolo cubano andando a visitare la loro isola.

Dovunque ti trovi in questo momento, ti auguro un felice Natale e uno stupendo anno nuovo

E ricorda: carpe diem!

Sale marino

India, 6 aprile 1930. Sotto un sole caldissimo, una folla affaticata arriva su una spiaggia. Un vecchio va verso il mare per prendere dell’acqua.

L’uomo è Mohandas Gandhi. È alla testa di una rivolta pacifica contro l’occupazione degli inglesi. Con i suoi seguaci ha percorso circa 400 km a piedi per arrivare al mare. Non per fare il bagno, ma per prendere del sale.

All’epoca gli inglesi proibivano agli indiani di raccogliere il sale. Solo lo stato coloniale aveva il diritto di raccoglierlo e venderlo. Gli indiani erano quindi obbligati ad acquistarlo dagli inglesi a un prezzo fissato da loro.

Gli inglesi organizzano di fatto quello che si chiama “monopolio di stato”.

In effetti, nella storia dell’umanità, il sale è sempre stato un prodotto di prima necessità perché era il solo modo per conservare gli alimenti. Nelle economie dell’epoca, il sale occupa un posto particolarmente importante.

Moneta di scambio, fonte di entrata per lo stato, sotto l’impero romano il sale era utilizzato per remunerare il lavoro (da qui la parola “salario”).

Ecco perché controllare il sale ha causato delle guerre e delle rivolte popolari. L’ingiusto monopolio del sale simbolizza il colonialismo e spinge gli indiani a protestare con questa “marcia del sale” condotta da Gandhi. Questo però non piace agli inglesi che reprimono severamente il movimento. Gandhi passa 9 mesi in prigione, ma alla fine vince la battaglia: gli indiani possono finalmente raccogliere il loro sale e cominciare il cammino verso l’indipendenza.

Le vacanze si avvicinano

Siamo in pieno periodo di vacanze. L’estate é nell’aria giá da qualche mese e tra qualche giorno parto per la Sardegna con mio marito e nostro figlio, che, anche se é giá grande, apprezza ancora venire in vacanza con noi.
Andremo in vacanza in uno splendido paesino nel golfo dell’Asinara, Lu Bagnu. Appartamento vista mare da due terrazze. Non solo vista mare, il mare lo si puó anche sentire aprendo la finestra tanto é vicino. Splendidi tramonti accompagnati da un aperitivo in un quadro idilliaco. Non a caso la chiamano la baia dei tramonti.

Cosa faró in vacanza? Voglio alzarmi al mattino con calma, fare colazione con mio marito, prepararsi per andare in spiaggia a fare la nostra lunga passeggiata mattutina, che per me é un toccasana. La sensazione dei piedi sulla sabbia é impagabile, mi fa sentire bene quando appoggio il piede su un suolo morbido come seta, che a quell’ora del mattino é ancora tiepido. E’ un contatto energizzante che mi mette di buon umore .

Poi tornare a casa a recuperare quel dormiglione di nostro figlio e prendere la macchina per andare a cercare una nuova spiaggia da esplorare.

Sdraiarsi al sole, fare il bagno, asciugarsi con la brezza calda del mare. Leggere i libri avvicenti di Guillaume Musso che ho scaricato sul lettore, fare meditazione, ascoltare musica. Mangiare pesce alla griglia, una buona pizza, un piatto di pasta speciale. Fare una passeggiata nel centro del paese, mangiare un gelato, comprare qualche souvenir che allieterá le buie giornate invernali.

Queste saranno le mie vacanze estive. E le tue? Scrivimelo qui.