Come condurre la vita che desideri

Albert Ellis (1913-2007), psicologo americano, ha sviluppato un suo proprio metodo: la Rational Emotive Therapy (RET), ovvero la terapia emotivo-razionale. Il principio base di questa terapia trova il suo fondamento nel concetto espresso da EpittetoGli uomini non sono disturbati dalle cose, ma dalle opinioni che essi prendono di loro“. Secondo Ellis, trovando e modificando le nostre credenze irrazionali, che sono fonte di sofferenza, possiamo liberarci dalle nostre catene interne e condurre finalmente la vita che vogliamo.

Ecco 5 consigli che potrai usare a seconda dell’ambito che ritieni più “urgente” (coppia, lavoro, famiglia, ecc.) nel quale le credenze tossiche sono attive e, perciò, richiedono di essere neutralizzate.

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  1. Abbandona l’uso del verbo dovere. Ellis chiama questa credenza i “must”. I “must” possono generare dei disturbi emotivi, che ti impediscono di connetterti ai tuoi bisogni e ai tuoi desideri più profondi e più veri. Inoltre, ti impediscono anche di trovare le risorse necessarie per superare una prova o un momento difficile. Esempi di alcuni pensieri frutto di questa credenza sono: “Devo fare tutto bene altrimenti gli altri non mi apprezzano (ovvero, se non piaccio agli altri, sono una nullità)”; “Gli altri devono fare esattamente come voglio io”. “Le circostanze devono permettermi di ottenere quello che voglio e come lo voglio”. Tutte le volte che ti senti intrappolato/a in una situazione, i “must” sono all’opera. Individuarli permette di indebolire la loro carica negativa e piano piano riuscirai ad abbandonarli.
  2. Scegli bene le tue parole (ricorda che le parole sono mattoni che costruiscono muri anche dentro di te). Le parole che utilizziamo non solo rivelano la nostra maniera di pensare ma orientano anche i nostri comportamenti. Come interpreti quello che ti accade e come ti proietti in un evento che deve ancora accadere, influisce sul tuo stato emotivo. Questo genera a sua volta emozioni che rafforzano le tue credenze. Piuttosto che ripetere in continuazione che non hai fortuna, che non vali niente, che non sarai mai all’altezza, è meglio dire che hai fatto del tuo meglio, che forse non sei stato attento/a o che non eri a conoscenza di quella cosa o fatto, ma che farai di tutto per recuperare o superare l’ostacolo. Non si tratta di utilizzare la bacchetta magica, ma di scommettere su ciò che ti aiuta ad andare avanti anziché seguire le tue credenze negative e, come tali, inutili.
  3. Osa pensare a te. Non si tratta di pensare solo a te o di pensare a te contrapposto agli altri. I giudizi, il conformismo e le proiezioni degli altri (genitori, famiglia, amici, società) ti allontanano da quello che ti fa stare bene. Ellis credeva nella potenza della determinazione, anche conoscendo il peso dell’inconscio e della storia personale. Invitava i suoi pazienti ad identificare le aree della vita che li facevano stare bene e voleva che li mettessero al centro della loro vita. Tutti noi vogliamo essere accettati, riconosciuti per il nostro valore, ma a volte è necessario mettere in secondo piano questi desideri di gratificazione. Devi mettere, invece, in primo piano quello che ha più senso per te, quello che senti essere la condizione per una vita felice secondo i tuoi criteri di felicità.
  4. Smetti di rimproverarti. Ti stai rovinando la vita a forza di dirti “avrei dovuto” o “avrei potuto”? Stai girando in torno come un criceto sulla sua ruota? I rimproveri verso te stesso/a rappresentano delle vere e proprie autoflagellazioni sterili e negative. Se hai fatto un errore, anche grave, fai passare il senso di colpa poi valuta queste due opzioni, razionali e produttive: scusati e ripara il “danno”. Scusandoti affronti la realtà e ti assumi le tue responsabilità. Riparare ti consente, invece, di rimetterti in posizione d’azione e ti fa riguadagnare autostima. Smettere di auto-rimproverarsi ti aiuta anche a riprendere in mano le redini della tua vita e di andare avanti. Se hai fatto un errore e tu stesso/a ne sei la vittima, è altrettanto importante imparare a perdonarsi e imparare la lezione per la prossima volta.
  5. Ridi più spesso. Ridere ti permette di prendere distanza, di sdrammatizzare, di tenere duro e di creare intorno a te un ambiente favorevole allo scambio e alla condivisione. Individua il lato folle delle situazioni (c’è sempre), ascolta gli umoristi, guarda le commedie. Ridere è contagioso, lo sai. Appena vedi che stai facendo il/la saccente, che vuoi dare delle lezioni, che stai diventando pignolo/a o che ti stai lamentando, fermati! Ricordati che questi comportamenti non attirano simpatia e che provocano più di altri gli effetti tossici dello stress. Questi comportamenti, infine, potrebbero farti diventare vittima di perfezionismo che, a sua volta, potrebbe rovinare la tua vita e, a volte, anche quella degli altri.

Pensi che adottando uno di questi consigli riusciresti a condurre la vita che desideri?

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Come e perché la sincronicitá é magica

Perdi il treno e sulla banchina incontri l’amore della tua vita. Ti arrivano dei soldi proprio nel momento in cui ne avevi bisogno. E’ questa la magia delle sincronicità. Sono delle coincidenze felici che ti lasciano a volte senza parole e ti fanno intravedere un nuovo cammino.

Che cos’è la sincronicità

Il principio della sincronicità è stato messo in evidenza da Carl Gustav Jung e sviluppato da Wolfgang Pauli, uno dei padri fondatori della meccanica quantistica, premio Nobel della fisica nel 1945.

Si tratta della comparsa simultanea di due eventi indipendenti, che non sono in rapporto causa effetto, ma sono legati da un significato.

Leggi questa storia raccontata da Jung per capire di cosa si tratta.

Una giovane donna di buona educazione e classe sociale entrò nell’ufficio di Jung. Jung vide che il cambiamento psicologico per la donna sarebbe stato difficile a meno che lui non fosse stato in grado di ammorbidire il suo guscio razionalista con un po’ più di umanitá. Jung aveva bisogno della magia della coincidenza e cercava di trovarla attorno a sé. Così osservó con attenzione la giovane donna, sperando che qualcosa d’inaspettato e irrazionale venisse fuori.

Mentre lei descriveva uno scarabeo dorato – un costoso pezzo di gioielleria – che aveva sognato la notte prima, Jung sentì picchiettare sulla finestra. Quando guardò vide un luccichio verde-oro. Jung aprì la finestra e prese lo scarabeo che volteggiava nell’aria. Il coleottero, molto simile a quello d’oro, era proprio quello di cui aveva bisogno, oppure ciò di cui lei aveva bisogno.

«Ecco il tuo scarabeo», disse alla donna, mentre le porgeva il legame tra i suoi sogni e il mondo reale. Questo provocò uno choc nella donna che le sbloccò la mente e la aiutò moltissimo nella sua terapia.

Un evento sincronico va oltre la semplice coincidenza perché la presa di coscienza ha un potere trasformatore, che segna un prima e un dopo nella storia personale.

Per poter notare le sincronicità dobbiamo sviluppare attenzione e spirito d’osservazione.

Se cominciassi a notare con curiosità quello che ti accade durante la giornata, la tua quotidianità diventerebbe uno spazio gioioso di possibilità e di opportunità.

Nascosti o evidenti, questi messaggi effimeri sono così preziosi che meritano tutta la nostra attenzione. Vedrai che allora, più noti queste coincidenze significative, piú queste si moltiplicano e ti aiuteranno ad uscire dalla tua routine per farti dirigere verso qualcosa di nuovo. Cambiando prospettiva, riuscirai anche a far muovere la realtà oggettiva.

Prova a fare uno di questi giochi e vedere che sensazioni ti lasciano.

Il gioco del libro. Scrivi una domanda, poi apri un libro a caso e fermati su una pagina a caso. Lascia scorrere le tue dita ad occhi chiusi sulla pagina e quando ti fermi apri gli occhi per scoprire il testo che hai scelto casualmente. Quali sono le tue sensazioni e i primi pensieri? Scrivili e cerca i collegamenti con la tua domanda.

Anche il gioco del marciapiede può farti arrivare un messaggio inaspettato mettendoti in contatto con un simbolo o una situazione. Cammina con i sensi in massima allerta e nota tutti i dettagli. Per esempio, cogli alcuni elementi di una conversazione fra due persone che incroci, leggi una pubblicità, guarda un graffito oppure un giornale lasciato su una panchina. Sono segnali che possono aiutarti a trovare la risposta a una tua domanda.

Anche i lapsus o le disgrafie possono essere un indizio da esplorare. Per esempio, spesso mi capita di scrivere massaggio al posto di messaggio. Credo di avere bisogno di farmi fare un massaggio…

Questi suggerimenti arrivano per farti aprire le porte e non per chiuderle. Ti offrono la possibilità di vivere con entusiasmo e divertimento delle esperienze ricche di senso e di abbandonare i piani stabiliti da un ego che ti costringerebbe a seguirli.

In questo modo hai la possibilità di connetterti all’inconscio collettivo perché aderisci a delle credenze positive e non bloccanti. Più fai attenzione a queste sincronicità, più i tuoi circuiti neurologici ed emotivi sono stimolati positivamente e questo crea dei nuovi schemi comportamentali, installa delle abitudini benefiche che ti mettono in collegamento con la coscienza dell’universo.

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Il tempo della sincronicità

Come le radici greche di questa parola lo mostrano, le sincronicità fanno riferimento al tempo (syn riunione e chronos tempo). Gli antichi greci le concepivano secondo tre modalità distinte: il chronos, che corrisponde allo scorrimento lineare; l’aion, ovvero i cicli senza fine; il kairos, cioè il momento giusto per agire.

Nella mitologia greca esiste il dio alato Kairos. Quando Kairos ti passa vicino hai tre possibilità:

  1. non lo vedi;
  2. lo vedi ma non fai niente;
  3. nel momento in cui passa gli tendi la mano per cogliere l’opportunità offerta.

 In pratica, le sincronicità ti stanno dicendo: cogli l’attimo.

Tu cosa fai quando Kairos ti passa vicino?

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Malinconia d’agosto

Aspetto agosto sempre con impazienza, perché agosto per me rappresenta l’estate. Luglio mi prepara ad agosto, il culmine dell’estate, che quest’anno sembra calda un po’ dappertutto.

Agosto arriva accompagnato da aspettative e buoni propositi ma alla fine dell’estate mi ritrovo a fare i conti con quanto ho effettivamente realizzato e non sempre il bilancio mi soddisfa.

Spesso le mie aspettative sono disallineate con la realtá e questo mi provoca uno stato d’animo di frustrazione e malessere che raggiunge il suo culmine al termine dell’estate. L’idea di non essermi goduta il periodo estivo, che é il mio periodo preferito dell’anno, come desideravo e il pensiero della ripresa dietro l’angolo rischia di trasformare gli ultimi giorni di vacanza in momenti di ansia e sofferenza.

Gli americani chiamano questa emozione “August Blues”, malinconia d’agosto, la noia e l’insoddisfazione che rischia di diventare un vero e proprio male di stagione.

Quindi quest’anno ho deciso di giocare d’anticipo e ho trovato quattro idee per evitare di rimanerne sopraffatta:

  1. stare all’aria aperta: la luce naturale, l’aria e la natura aiutano il benessere psicofisico e ci consentono di guardare alle situazioni con maggior distacco e serenitá;
  2. pensare ai momenti positivi: le belle esperienze che ci hanno portato dei benefici, anche se piccoli, ci aiutano a dare valore al nostro tempo. A volte la mente ci inganna e ci rende poco oggettivi;
  3. pianificare i tempi di ripresa: non tutti siamo uguali, c’é chi puó andare al lavoro subito dopo le vacanze e chi invece ha bisogno di un po’ di tempo per riprendersi dallo shock del rientro. Ascolta e asseconda i tuoi bisogni;
  4. infine, cosa molta importante, sii consapevole: saper riconoscere i primi segnali del tuo disagio, ti aiuta a gestirlo meglio e ad evitare che prenda il sopravvento.

E tu, hai mai sofferto della malinconia d’agosto?

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7 miti da sfatare sulla sopportazione del caldo

Certamente nei periodi di ondate di calore bisogna restare al fresco, evitare di uscire durante le ore centrali della giornata e bere molta acqua fresca (non ghiacciata).

Ci sono però delle pratiche e delle credenze piuttosto comuni che sono delle cattive idee e quindi sono da evitare. Vediamole.

  1. Non ho fame, quindi non mangio. Durante i periodi di forte calura, é raccomandabile mangiare alimenti a grande contenuto d’acqua, come le fragole (in Belgio le abbiamo ancora e sono molto buone!), i cetrioli, l’anguria, il melone, l’insalata, le zucchine, il pomodoro e i peperoni. In pratica tutto ciò che è di stagione. La natura ci offre sempre la soluzione migliore per ogni periodo dell’anno. Puoi anche mangiare sorbetti, yoghurt e formaggio bianco. Quello che devi evitare sono i pasti grassi, perché la digestione dei grassi comporta uno sforzo all’organismo tale da far aumentare la temperatura corporea e di conseguenza il calore percepito.
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2. Utilizzare l’aria condizionata al massimo della sua potenza. L’uso della climatizzazione é consigliato ma bisogna regolare la temperatura al massimo 10 gradi in meno di quella esterna. Certo se la temperatura esterna é 40 gradi, 30 resta comunque una temperatura alta. Però un’escursione termica troppo grande tra l’esterno e l’interno indebolisce l’organismo. Cosa importante da non dimenticare: pulisci i filtri!

3. Bere delle bevande bollenti. Una leggenda racconta che le popolazioni del deserto bevono delle bevande bollenti per lottare contro il caldo. Ma non é necessariamente una buona idea, é davvero una leggenda. La temperatura del corpo é di circa 37 gradi. Consumare una bevanda piú calda significa costringere il corpo e sudare e quindi ad andare verso la disidratazione per eliminare il calore accumulato. Idealmente, bisognerebbe bere bevande tra i 12 i 14 gradi.

4. Mentre dormo oriento il ventilatore al mio viso. Una persona che orienta il ventilatore verso il viso, al risveglio avrà il naso, la bocca e gli occhi secchi. Sicuramente avrai il naso chiuso ma potrebbe venirti anche mal di testa. È consigliabile mettere il ventilatore un po’ più lontano dal letto e non orientarlo al viso.

5. Bere almeno tre litri d’acqua al giorno. In realtà, bere una quantitá compresa tra un litro e mezzo e due litri è più che sufficiente. In caso di consumo eccessivo il corpo sarebbe costretto ad espellere di più tramite la sudorazione e la pipí, sovraccaricando in questo caso le reni.

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6. Per idratarmi, niente di meglio che una birra. In realtà l’alcool disidrata. Se bevi un bicchiere di birra, devi poi bere dell’acqua per compensare la perdita di liquidi. Anche caffè e thè sono bevande da non bere troppo spesso per lo stesso motivo. Ovviamente tutte le bevande gassate e contenenti zucchero sono assolutamente da evitare.

7. Per bere aspetto di avere sete. Quando senti di avere sete, è già tardi. Il tuo corpo ti sta avvertendo che hai perso liquidi. Gli esperti consigliano di bere spesso delle piccole quantità d’acqua piuttosto che tanta acqua in pochi momenti della giornata. È importante mantenere il corpo idratato durante tutto il giorno per evitare mal di testa, vertigini o sensazioni di fatica.

E tu, quali abitudini hai adottato per combattere le ondate di calore come quella di questo periodo?

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I soldi fanno la felicitá?

Markus Persson, un uomo d’affari svedese di 36 anni, passa il suo tempo su Twitter, dove parla della sua vita e quella della sua ditta. Un giorno twitta qualcosa che cambierá per sempre la sua vita.

Markus ha creato nel 2009 il video game chiamato Minecraft, una specie di Lego virtuale che é diventato un fenomeno sociale. Peró, improvvisamente, si stanca di gestire la sua ditta, Mojang.

Cosí una sera di giugno del 2014 annuncia su Twitter che mette in vendita Mojang. In zero attimi, un gigante dell’IT la compra per 2,5 miliardi di dollari (circa 2,2 miliardi di euro).

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In vacanza permanente o disteso sul divano nella sua villa di lusso, continua a raccontare la sua vita su Twitter: si lamenta di non vedere più i suoi amici, che le feste a Ibiza sono diventate noiose…insomma, per farla breve, si deprime.

Markus potrebbe essere la vittima di quello che é chiamato il paradosso di Easterlin, dal nome dell’economista che lo ha dimostrato. Richard Easterlin ha osservato per lungo tempo che, mentre il reddito pro capite degli Stati Uniti cresceva, l’indice di felicità delle persone non aumentava nella stessa maniera.

Successivamente, altri ricercatori hanno scoperto che piú soldi si hanno piú si é felici, ma c’é un limite: oltre ai 75.000 dollari (circa 68.000 euro) non si sarebbe piú felici, nel senso che la felicitá non aumenterebbe oltre questo limite.

Markus ha guadagnato molto di piú di 75.000 dollari ma non ha piú amici, non ha progetti per il futuro ed é anche depresso. In Twitter si mette a litigare con i suoi followers e fa commenti che vengono ritenuti razzisti e misogini.

Il risultato é che nel 2019, la grande ditta IT che aveva comprato Mojang non lo invita nemmeno alla celebrazione del decimo anniversario di Minecraft e cancella perfino il suo nome dai credits del gioco.

Markus ha guadagnato molto ma ha anche perso molto.

Cosa ne pensi del paradosso di Easterlin? Saresti piú felice con piú soldi? Ti basterebbero 68.000 euro all’anno per essere felice? Per quanto mi riguarda sarei decisamente felice con 68.000 euro!

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Capire il karma

Il karma è uno dei concetti del buddismo più conosciuti. Ma allo stesso tempo è anche uno dei meno compresi. Si sente dire “avere un buon karma o un cattivo karma” ma non si sa veramente che cosa significa. 

Che cos’è il karma allora? 

Il karma è una parola sanscrita che significa atto o azione. Nella religione buddista, il karma è una legge causa-effetto: ad ogni azione corrisponde una reazione. Per i buddisti il karma fa parte delle forze naturali dell’universo, come la forza di gravità, per esempio. Secondo i principi del karma, tutte le nostre azioni, tutti i nostri pensieri e tutte le nostre intenzioni creano dell’energia: sono delle cause che comportano delle conseguenze. Se liberiamo energia positiva, riceveremo energia positiva. Ma se inviamo nel mondo energia negativa, ecco allora che potremmo avere dei problemi o delle difficoltá. Il karma è semplicemente un’eco di quello che facciamo, diciamo e pensiamo.

Questo non significa che il karma si vendica! Il karma non si vendica quando emettiamo delle onde negative. Questa è generalmente la concezione che abbiamo del karma in Occidente. Noi pensiamo sia una specie di punizione dell’universo per le nostre cattive azioni del passato. Ma il karma non funziona così, non è né una vendetta né una giustizia.

Il karma è energia riflessa.

Come vivere in accordo con il karma.

Per creare del buon karma, bisogna inviare delle vibrazioni positive al mondo. Questo non significa necessariamente che devi devolvere tutti i tuoi risparmi ad un’associazione di volontariato o lasciare il tuo lavoro per lavorare come volontario/a. Sono i piccoli gesti di generosità quotidiana che contano, come per esempio cedere il posto a sedere sull’autobus, invitare quell’amico/a che non vedi da tanto tempo a bere qualcosa insieme, o aiutare un collega in difficoltà. Non dimenticarti di esprimere gratitudine quando gli altri si prendono cura di te. Quello che conta è agire in maniera disinteressata, non aspettarsi niente in cambio. Apprezza semplicemente il fatto di fare una buona azione senza secondi fini, anche se solo tieni la porta aperta al tuo vicino di casa.

E tu, pensi di emanare energia positiva?

La leggenda di senbazuru, i mille origami a forma di gru

Realizzare mille gru in origami porterebbe fortuna e prosperità. Oggi, questa antica tradizione giapponese si è diffusa in tutto il mondo ed è diventata un simbolo di speranza e di pace.

Secondo una tradizione giapponese, fare mille gru di carta porterebbe fortuna. Secondo la leggenda, la gru è un uccello che vive mille anni. Ogni gru di carta rappresenta perciò un anno della vita di questo uccello. Dopo aver realizzato mille gru d’origami, il tuo desiderio sarà realizzato.

Generalmente questa tradizione è volta a sostenere una buona causa o un matrimonio. Questa cerimonia è molto comune nella comunità giapponese degli Stati Uniti, che attribuisce significati diversi ai colori: il rosso è l’amore, il bianco la purezza, l’oro la ricchezza, il verde la salute, il giallo la creatività, il blu la lealtà e il viola la spiritualità.

Questa tradizione si è diffusa nel mondo grazie a Sadako Sasaki, che aveva solamente due anni quando la bomba atomica colpí Hiroshima. Malata di leucemia, Sadako si ispira alla leggenda delle mille gru e le vuole realizzare in origami. Comincia a formulare dei desideri di guarigione, poi, quando si rende conto che non vivrá a lungo, augura pace al mondo. Lei riuscì a realizzarne solo 644, ma la sua famiglia e i suoi amici finiranno l’opera e piegarono 1000 gru in suo onore. Per commemorare Sadako e le migliaia di bambini vittime di Hiroshima, il Monumento della Pace dei Bambini è stato costruito all’interno del Memorial della Pace di Hiroshima. Ogni anno, circa 10 milioni di gru di carta vengono inviati al Monumento della Pace da tutto il mondo, dando così senso al messaggio di pace di Sadako.

Prova a fare anche tu gli origami

La bellezza dell’origami risiede nel creare noi stessi un oggetto da donare a una persona a noi cara. Questo atto di creazione e di generosità permette di connetterci alle persone che contano per noi.

Che ne pensi, ci proverai?

Capire la comunicazione interculturale

Vivo e lavoro in un ambiente estremamente multiculturale: Bruxelles è una città molto accogliente che ospita circa 150 nazionalità diverse; lavoro per la Commissione europea dove sono rappresentate tutte le 28 nazionalità dell’Unione europea.

A volte la comunicazione con le persone provenienti da una cultura diversa risulta difficile perché si deve prestare molta attenzione alla sensibilità, alle emozioni e ai sentimenti altrui.

Giorno dopo giorno, ho imparato che ogni cultura ha il proprio approccio alla comunicazione. 

Il libro Beyond Culture dell’antropologo Edward Hall, individua l’importanza del contesto nella comunicazione e porta alla luce un tipo di comunicazione “invisibile”, in cui l’invisibile è il modo in cui i gruppi capiscono e interpretano il mondo. Il quadro che offre l’autore per affrontare la comunicazione interculturale è quello delle culture ad alto contesto e a basso contesto. Esse si riferiscono ai valori che le culture attribuiscono alla comunicazione indiretta e diretta.

È importante notare che nessuna cultura è completamente ad alto contesto o a basso contesto. Ad esempio, mentre gli americani si rapportano con una cultura a basso contesto mentre fanno affari, durante le riunioni di famiglia tendono ad essere ad alto contesto.

Vediamo ora le principali caratteristiche dei due tipi culturali.

Culture ad alto contesto

Una cultura ad alto contesto si basa sulla comunicazione implicita e sui segnali non verbali. Nella comunicazione ad alto contesto, un messaggio non può essere compreso senza una grande quantità di informazioni di base. Il modo in cui si comunica é altrettanto importante di quello che si comunica. Si valorizza l’appartenenza ad un gruppo. Le culture asiatiche, africane, arabe, dell’Europa centrale e dell’America Latina sono generalmente considerate culture ad alto contesto. 

Con persone appartenenti principalmente a culture di alto contesto, è possibile riscontrare:

1. incomprensione durante lo scambio di informazioni

2. l’impressione che manchino delle informazioni perché vengono fornite in modo non verbale, ad esempio con gesti, pause, espressioni facciali

4. enfasi sulle relazioni a lungo termine e sulla lealtà

5. regole “non scritte” che sono date per scontate ma possono risultare incomprensibili agli appartenenti ad un gruppo diverso.

Culture a basso contesto

Una cultura a basso contesto si basa sulla comunicazione esplicita e diretta. Nella comunicazione a basso contesto, la maggiore parte delle informazioni in un messaggio viene scritta e definita. L’orientamento culturale principale é l’individualismo. Tedeschi, scandinavi, americani e australiani sono generalmente considerati come appartenenti alla cultura a basso contesto.

Avendo a che fare con persone appartenenti principalmente a culture di basso contesto, è possibile che:

1. il messaggio contenga tutte le informazioni necessarie e nulla di più

2. gli approfondimenti vengono forniti verbalmente per evitare malintesi

3. le persone tendono ad avere relazioni a breve termine

4. le persone seguono attentamente le regole e le norme.

Per evitare “incidenti diplomatici” io cerco di osservare il mio interlocutore e di “emulare” la gestione complessiva della conversazione utilizzando la tecnica dello specchio, cioè ripetendo il linguaggio del corpo e il tipo di parole che utilizza.

E tu, a quale gruppo culturale pensi di appartenere? Quale tecnica usi per comunicare meglio?

Il successo appreso dai gatti.

È probabile che ti stia chiedendo “ma cosa possono insegnarci i gatti?” Bene, se hai mai vissuto con un gatto sai che questi piccoli animali pelosi, che a volte se ne stanno lì seduti a fissarci, hanno molte cose da insegnarci.

Sono tranquilli, riservati e conoscono un piccolo segreto che li aiuta a sopravvivere nell’affrontare i problemi e che gli ha fatto guadagnare la reputazione di avere 7 vite.

Come saprai, un gatto cammina anche per passaggi elevati e stretti, salta da un luogo all’altro con molta agilità, come farebbe un acrobata.

Quando questi comportamenti fanno parte della tua vita, probabilmente il tuo problema più frequente sarà la caduta.

Sapendo che la possibilità di cadere è molto probabile nella loro vita, i gatti hanno sviluppato una capacità che permette loro di cadere in piedi, non importa il modo in cui cadono.

Cadendo, infatti, mandano le zampe posteriori di lato in modo che quelle anteriori ruotino nel lato opposto e tocchino il suolo per prime.

Dunque, non importa il modo in cui cadono perché saranno le loro zampe anteriori a toccare il suolo per prime, non la schiena o la testa.

I gatti hanno risolto un problema rendendolo irrilevante.

Hanno reso la caduta irrilevante accettando che essa sia parte della loro vita e quindi non si preoccupano del perché e di come ciò accada.

Hanno accettato che cadere è qualcosa che capita quando non si fa altro che saltare per tutto il tempo. La sola cosa su cui si concentrano è assicurarsi che le loro zampe anteriori tocchino il suolo per prime.

Quale lezione possiamo imparare?

I contrattempi possono verificarsi, ma, in ogni caso, devi sempre concentrarti sui tuoi obiettivi e sui tuoi desideri, non dilungandoti sugli ostacoli: cadrai in piedi ogni volta. La vita ti offre quello che cui hai bisogno in quel momento, anche se non ti sembra. Come dice Fiorella Mannoia in una sua canzone: “…Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta. Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta…”

Questo è ciò che fanno le persone di successo. Cadono e si rialzano, senza fare drammi. Saltano e camminano su passaggi alti e stretti come fanno i gatti, ma considerano la caduta e i contrattempi irrilevanti.

Allora quale è la lezione? 

Impara a cadere e ti saprai rialzare senza esserti fatto/a male. 

Si tratta di cambiare la mentalità e di credere nelle tue capacità. Col tempo, vedrai che questa mentalità si rivelerà efficace perché riuscirai a rendere gli ostacoli irrilevanti e a cadere sempre in piedi‎.

Potrebbe sembrare difficile, ma questo è il più grande segreto delle persone di successo.

Il tacchino e il cigno, ovvero non dimenticare che esistono gli imprevisti

Tutte le mattine alle 7, un tacchino vede il contadino che si avvicina per dargli da mangiare. Le prime mattine è diffidente, poi acquisisce fiducia fino a quando un bel giorno il contadino gli tira il collo per metterlo al forno!

Si tratta di una distorsione cognitiva o, per meglio dire, una distorsione di induzione, cioè una falsa credenza causata da un’abitudine consolidata. Quando si pensa che una cosa si verificherà in una certa maniera perché siamo abituati così, allora ecco che crediamo che quella stessa cosa accadrà sempre così e non pensiamo che possa cambiare. 

Fino a quando non si scoprì che in Australia esistevano i cigni neri, in Europa si credeva che esistessero solo cigni bianchi.

Questo tipo di distorsione ha causato (e continuerà a causare) non pochi problemi alle persone, di ogni tipo, anche finanziario (pensa alle crisi economiche, per esempio).

Perciò ricordati che gli imprevisti esistono e non dare niente per scontato!