Micromanagement

“Mi chiedeva di metterla in copia di tutte le email, anche quelle più banali. A volte bussava alla porta del mio ufficio per chiedermi se stavo bene perché avevo passato molto tempo in bagno, quando in realtà erano trascorsi appena cinque minuti. Controllava quando entravo e quando uscivo dal mio ufficio per vedere quanto tempo mi assentavo. La pressione che esercitava controllando ogni dettaglio del mio lavoro era asfissiante, più che esagerata e soprattutto controproducente.”

Questa è solo una testimonianza di un’impiegata che ha lavorato con un micro-manager. Qui, invece, trovi la mia testimonianza, descritta sulla base di circa otto anni di lavoro con due manager diversi, in due posti di lavoro diversi, ma con comportamenti simili.

Che cos’è il micromanagement esattamente? Si tratta di una pratica manageriale tramite la quale il manager esercita un controllo esaustivo delle azioni, dei compiti, delle funzioni e delle responsabilità delle persone all’interno dell’organizzazione a lui/lei subordinate a livello gerarchico.

È tipico anche che questo tipo di manager chieda di vedere un’email prima che venga inviata, come è anche tipico voler essere informato di tutte le decisioni che l’impiegato/a prende, perché il manager ritiene che la persona non possa prendere decisioni da sola.

Un micro-manager combina l’impazienza e la sfiducia con un controllo assoluto dei compiti assegnati ai suoi subordinati.

La situazione assomiglia agli schemi che servivano alla “Psicopolizia” per sorvegliare scrupolosamente ogni movimento dei personaggi del romanzo “1984” di George Orwell.

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Come succede nel libro, le conseguenze di questa pratica di controllo ferreo sugli impiegati sono devastanti. Il capo ci guadagna in tranquillità ma i collaboratori ne soffrono e oltretutto sono meno produttivi. Infatti, questo sistema crea dei colli di bottiglia che causano un rallentamento di tutte le attività. Questi tipi di manager vogliono guadagnarsi una buona reputazione ed evitare che un superiore possa dar loro la colpa che qualcosa sia stato fatto male.

La parte peggiore però ricade sugli impiegati. Molte volte non sanno come dare priorità alle cose che devono fare, perché il capo cambia continuamente le sue priorità sulla base dell’urgenza che arriva, o perché un superiore glielo chiede o perché è un’esigenza del mercato. Gli impiegati perdono in creatività e in autostima. Si stabilisce una “cultura della paura”, dove tutto è soggetto agli ordini del superiore. Questo può provocare assenteismo per malattia.

A parte vere e proprie malattie di tipo psicosomatico che possono insorgere, si sviluppano anche delle situazioni psicologiche per le quali la persona si sente senza valore, diventa sempre più piccola fino a dubitare delle sue capacità. Ci si comincia a chiedere: “Sono capace di farlo?”, “Mi sono sbagliata lavoro?”, “Perché mi controlla così, cosa ho fatto di male?”. E può anche succedere che si lascia il lavoro, anche se magari si ha un buon stipendio. Quando una situazione non si riesce a cambiare o accettare, si deve lasciare andare, abbandonare e, in questo caso, ci si potrebbe appunto licenziare.

È importante sapere che le persone non lasciano il lavoro che fanno, ma lasciano il loro capo.

Ma perché i manager cadono in questa trappola?

Se il micromanagement rovina l’ambiente di lavoro, la salute degli impiegati, e risulta dannosa persino ai capi che perdono in produttività fino ad arrivare alla perdita dei loro collaboratori, perché non si può evitare questo controllo totale e costante? I capi non hanno abbastanza lavoro di cui occuparsi?

Ci sono diverse cause possibili.

Primo, il capo stesso subisce delle pressioni dall’alto, siano esse dai propri capi, dagli azionisti, dal mercato o dalla concorrenza.

Secondo, l’incompetenza. Il manager si sente insicuro perché i suoi impiegati sono piú bravi di lui/lei oppure non sono adatti a quel tipo di lavoro.

La terza causa è chiara e diretta: la personalità ossessiva del capo che lo rende incapace di organizzare il suo lavoro di gestione.

Qualsiasi sia la causa, è necessario analizzare quanto sta succedendo per poter mettere fine a questa situazione il più presto possibile.

Normalmente ci si dovrebbe rivolgere alle risorse umane per esporre la situazione. Ma puó accadere che anche alle risorse umane ci siano dei micro-manager. Parlo per esperienza diretta, ho lavorato alle risorse umane per più di 10 anni e ho visto tanto micro-manager lavorare con me.

In alternativa, ci si potrebbe rivolgere al superiore gerarchico chiedendo di mettere in atto delle tecniche, magari con l’aiuto di un coach.

Una tecnica potrebbe essere quella del semaforo. Insieme al capo si definiscono i limiti di controllo ammissibili, cioè da non oltrepassare. Qualora questi limiti venissero superati si lanciano dei segnali alla persona al comando. Quando il superiore li riceve, identifica il suo comportamento e cerca di controllarlo.

Un’altra strategia è quella di definire il profilo del capo e di ogni membro del team, analizzandone le caratteristiche personali, professionali e comunicative. Una volta completata questa “radiografia” il capo deve rispondere a queste tre domande:

  1. Che stile di leadership utilizza con ogni impiegato;
  2. Quale stile di leadership necessiterebbe ogni impiegato;
  3. Quali modelli di leadership desidererebbe utilizzare in concreto con quell’impiegato.

Il capo potrebbe rendersi conto a questo punto che il tipo di leadership che sta utilizzando è in linea con il ruolo di quella persona, ma non è ciò di cui quel dipendente, per via della sua personalità, ha bisogno. Adottando questo cambio di paradigma, il capo inizia a pensare non dal suo punto di vista, ma da quello del suo collaboratore.

Sebbene queste strategie possano sembrare fantascienza, con il tempo e la volontà di cambiamento, il successo è assicurato.

Tu hai mai lavorato con un capo maniaco del controllo?

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Perché la maggior parte dei problemi non sono davvero problemi

In uno dei miei post recenti, ho scritto di come la vita sia piena di eventi inaspettati: incidenti, problemi e questioni che sembrano sorgere dal nulla e disturbano la nostra pace mentale. Di fronte a queste sfide, è facile essere sopraffatti e vederle come ostacoli insormontabili. Tuttavia, fare un passo indietro e mettere questi problemi in prospettiva può trasformare il modo in cui rispondiamo ad essi e aiutarci a renderci conto che la maggior parte di quelli che chiamiamo problemi non sono in realtà problemi.

Il potere della prospettiva

La prospettiva è uno strumento potente. Ci permette di valutare le nostre esperienze all’interno del contesto più ampio della nostra vita. Quando incontriamo una difficoltà, porci alcune domande chiave può aiutarci a mettere la situazione in prospettiva e a ridurne l’impatto emotivo.

Che cosa rappresentano nella globalità della nostra vita?

Considera un problema che stai affrontando in questo momento. Che cosa rappresenta veramente nel grande schema della tua vita? Si tratta di una battuta d’arresto temporanea o ha implicazioni a lungo termine? Il più delle volte, scopriamo che i nostri problemi sono fugaci. Si tratta di piccoli ostacoli sulla strada piuttosto che crisi che cambiano la vita.

Ci penserai domani, la prossima settimana, il prossimo mese, o l’anno prossimo?

Un modo pratico per acquisire una prospettiva è proiettarsi nel futuro. Prova a farti queste domande:

  • Penserò a questo problema domani?
  • E la prossima settimana?
  • Avrà ancora importanza il mese prossimo o l’anno prossimo?

È probabile che molti dei problemi che sembrano significativi in questo momento svaniranno con il tempo. Considerando l’aspetto temporale dei nostri problemi, possiamo spesso vedere che il loro impatto è limitato.

Questi problemi sono davvero problemi?

Molte delle difficoltà che affrontiamo possono essere riformulate o viste da un’angolazione diversa. Ad esempio, una mancata promozione sul lavoro potrebbe sembrare inizialmente deludente, ma potrebbe anche essere vista come un’opportunità per esplorare nuovi percorsi di carriera o sviluppare nuove competenze. Lo stress che proviamo per i disagi quotidiani spesso maschera il fatto che questi “problemi” potrebbero non esserlo affatto. Potrebbero essere opportunità sotto mentite spoglie o semplicemente aspetti della vita che richiedono un cambiamento nel modo in cui li affrontiamo.

Strategie per cambiare prospettiva

1. Pratica la gratitudine

Concentrarsi su ciò per cui si è grati può aiutare a cambiare prospettiva. Quando riconosci attivamente gli aspetti positivi della tua vita, gli aspetti negativi spesso sembrano meno significativi. Tenere un diario della gratitudine o prendersi qualche momento ogni giorno per riflettere su ciò che apprezzi può fare una grande differenza.

2. Consapevolezza (mindfulness) e meditazione

Le pratiche di mindfulness e la meditazione possono aiutarti a rimanere presente e a non lasciarti trasportare dalle preoccupazioni per il futuro o dai rimpianti per il passato. Concentrati sul momento presente, puoi vedere più chiaramente i tuoi problemi per quello che sono, temporanei e spesso gestibili.

3. Parla con qualcuno

Condividere le tue preoccupazioni con un amico, un familiare o un terapeuta può fornirti una prospettiva esterna. Altri possono offrire spunti che potresti non vedere e aiutarti a renderti conto che i tuoi problemi potrebbero non essere così significativi come sembrano.

4. Riformulare il problema

Prova a visualizzare il problema da un’angolazione diversa. Invece di vederlo come un aspetto negativo, chiediti come potrebbe essere positivo. Cosa puoi imparare da questa esperienza? Come può aiutarti a crescere?

5. Concentrati su ciò che puoi controllare

Molti problemi sembrano opprimenti perché ci concentriamo su aspetti al di fuori del nostro controllo. Spostando la tua attenzione su ciò che puoi influenzare puoi adottare misure costruttive per affrontare il problema.

Conclusione: la maggior parte dei problemi non sono davvero problemi

Mettere i problemi in prospettiva spesso rivela che non sono così scoraggianti come sembrano inizialmente. Chiedendoci cosa rappresentano questi problemi nella globalità delle nostre vite, considerando il loro impatto futuro e riformulandoli, possiamo diminuire il loro potere su di noi.

Ricorda, la maggior parte dei problemi sono temporanei e gestibili. Con la giusta prospettiva, possiamo affrontare le sfide della vita con maggiore facilità e tranquillità.

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Nostalgia: perché riflettere sul passato è cruciale per la salute mentale

La nostalgia agisce come uno scudo contro le sfide esistenziali, aiutandoci a far fronte al presente e al futuro evocando esperienze e sentimenti positivi del passato. Questa potente emozione serve come uno specchietto retrovisore, riflettendo un particolare tempo, luogo o emozione che una volta portavano gioia o conforto. Che si tratti del ricordo del tuo primo amore, di una fotografia ingiallita trovata per caso, o di un oggetto che evoca un ricordo significativo, la nostalgia svolge un ruolo cruciale nel nostro benessere mentale.

Come Internet alimenta la nostalgia

Nell’era digitale odierna, Internet è diventato un motore chiave della nostalgia. Con un solo clic, puoi trovare la colonna sonora di un momento caro del tuo passato, trasportandoti istantaneamente indietro nel tempo. Gli esperti suggeriscono che la nostalgia è un’emozione complessa—prevalentemente positiva—che aumenta la nostra sensibilità e ci aiuta a comprendere il presente.

L’origine della nostalgia

Il termine “nostalgia” fu coniato nel 1680 da Johannes Hofer, uno studente dell’Università di Basilea. Egli combinò le parole greche “nóstos” (ritorno a casa) e “algia” (sofferenza) per descrivere la profonda nostalgia che i soldati svizzeri sentivano nel voler tornare a casa dalla battaglia. Oggi, comprendiamo la nostalgia come un’emozione positiva e stimolante, distinta dalla malinconia, che non causa sintomi di malattia ma piuttosto aiuta a combatterli.

La nostalgia come fonte di resilienza e benessere

Le ricerche dell’Università di Southampton nel Regno Unito evidenziano la nostalgia come un componente vitale della salute mentale. Essa ci motiva, aumenta la nostra autostima, e serve come un serbatoio di emozioni a cui possiamo accedere consapevolmente e inconsciamente. Questi ricordi positivi rafforzano i sentimenti del nostro passato, aiutandoci a far fronte alle sfide attuali e future.

Mentre la nostalgia ci permette di ricordare il passato, non riporta indietro ciò che abbiamo perso. Invece, ci aiuta a gestire meglio la vita che stiamo vivendo. Accedendo ai ricordi nostalgici, possiamo trovare conforto e forza, rendendola uno strumento essenziale per la resilienza e il benessere.

La Nostalgia Ti Aiuta a Gestire la Tua Vita?

Riflettendo sulle tue esperienze, trovi che la nostalgia ti aiuti a gestire la tua vita? Condividi i tuoi pensieri e fammi sapere come la nostalgia influenza la tua salute mentale e le tue strategie quotidiane di adattamento.

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Alimentazione sostenibile: come nutrirci senza divorare l’ambiente

Quando parliamo di sostenibilità, ci troviamo di fronte a molteplici ambiti in cui questo concetto viene applicato, e a volte si crea confusione. Per questo oggi farò una breve riflessione sull’alimentazione sostenibile.

Cos’è l’alimentazione sostenibile?

L’alimentazione sostenibile si riferisce alla selezione accurata di cibo, che rispetti la stagionalità e la qualità, e si integri in una dieta bilanciata volta al miglioramento delle condizioni attuali del nostro pianeta.

A tal proposito, la FAO ha fornito linee guida internazionali con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale nel campo dell’agricoltura e degli allevamenti. Questi principi fondamentali si traducono anche in una maggiore attenzione verso quello che mangiamo.

Principi dell’alimentazione sostenibile

L’alimentazione sostenibile si basa su tre principi fondamentali da seguire per salvaguardare non solo la salute dell’ambiente ma anche la nostra:

  1. Consumare meno: L’eccessivo sfruttamento del suolo e del territorio porta a un carico eccessivo sui ritmi naturali, con un impatto significativo sull’ambiente.
  2. Minimizzare lo spreco alimentare: Le ricerche indicano che circa 88 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno.
  3. Ridurre il consumo di prodotti di origine animale: La sovrapproduzione di alimenti di origine animale, unita a un consumo eccessivo, è associata a un aumento dei rischi di ictus, cancro e altre malattie. Eliminare il consumo di carne rossa, mangiare pesce pescato in modo sostenibile, aumentare l’assunzione di frutta e verdura è fondamentale sia per noi che per l’ambiente.

Ostacoli per l’applicazione di queste semplici raccomandazioni

Il problema fondamentale risiede nel vasto business che ruota intorno all’alimentazione con grandi industrie incentrate sulla produzione a basso costo per raggiungere mercati più ampi. Ciò compromette spesso la qualità dei prodotti e la nostra salute, e rappresenta una sfida fondamentale dei nostri tempi.

Cosa possiamo fare per migliorare la nostra alimentazione

Un modo per migliorare la nostra dieta e fare scelte più sostenibili per l’ambiente e noi stessi, è fare acquisti nei mercati locali, specialmente da agricoltori le cui pratiche sono riconosciute come ecologiche e rispettose dell’ambiente, che per esempio evitano l’uso di pesticidi nella coltivazione.

Si possono poi preparare i pasti per la settimana, conservarli in contenitori e metterli in freezer. In questo modo si è sicuri di ridurre gli sprechi. Inoltre, fare la spesa mirata avendo in mente un menù settimanale garantisce un frigorifero ben fornito e non si rischia che gli alimenti vadano a male.

Un altro consiglio è bere acqua del rubinetto invece di acquistare acqua minerale in bottiglia di plastica o rifornirsi presso stazioni di rifornimento di acqua portando le proprie bottiglie di vetro.

Consumare prodotti di stagione, evitare cibi eccessivamente processati, mangiare pesce pescato in modo sostenibile e eliminare il consumo di carne rossa sono ottime scelte verso pratiche alimentari sostenibili.

Una domanda sorge spontanea: tutti possono adottare questo stile di vita?

Certamente, non tutti hanno i mezzi finanziari per sostenere determinate spese, poiché i prodotti biologici o a km 0 spesso hanno un costo più elevato rispetto al cibo che si trova nei supermercati. Tuttavia, bisognerebbe chiedersi perché certi prodotti costano così poco.

Un altro ostacolo potrebbe essere la mancanza di tempo causata dal lavoro e dagli impegni quotidiani, che rendono più difficile recarsi al mercato biologico lontano da casa rispetto al supermercato dietro l’angolo.

Quindi, cosa si può fare?

Anche i grandi cambiamenti cominciano un passo alla volta, quindi ciascuno di noi potrebbe adottare una di queste misure e poi continuare nel tempo. Piccole azioni collettive possono contribuire a preservare l’ambiente. L’importante è iniziare!

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Bee-Beep ovvero il paradosso della tranquillitá

In pieno deserto un coyote un po’ stupido corre dietro a un uccello molto furbo. I due animali vanno a velocitá elevata.

Ma, all’improvviso, l’uccello si ferma davanti a un precipizio. Il coyote, al contrario, continua a correre senza guardare fino a quando si rende conto di stare correndo nel vuoto.

Questa scena é un classico di Bee Beep e il coyote.

Ma é anche l’illustrazione perfetta di una teoria economica molto seria: l’ipotesi di instabilitá finanziaria.

Secondo Hyman Minsky, tutti i periodi di prosperitá economica contengono gli elementi di una crisi futura. Come? E’ semplice. Quando tutto va bene, gli agenti economici (famiglie, imprese, lo Stato) hanno fiducia e chiedono denaro in prestito per fare dei progetti, investire, sviluppare attivitá.

In questo ambiente ottimale, gli investitori rischiano di piú, la banche prestano piú facilmente soldi, senza fare troppa attenzione al pericolo di non essere rimborsarti. Minsky chiama questo fenomeno il “paradosso della tranquillitá”.

Ma ad un certo punto, é tutta l’economia che vive a credito. Succede allora che degli altri fenomeni, piú preoccupanti, si presentano: disoccupazione, rallentamento delle attivitá, abbassamento delle entrate, difficoltá a rimborsare. Nonostante questo, gli agenti economici continuano a comportarsi come se niente fosse. Esattamente come quando il povero coyote corre nel vuoto!

Basta allora un brutta notizia per innescare il “momento Minsky”: tutti si svegliano all’improvviso e si spaventano. Ci si rende conto che non si possono piú affrontare i rischi, che non si possono rimborsare i prestiti, e le banche smettono di fare credito.

E’ la crisi generale: il coyote é troppo occupato per rendersi conto che sta per cadere nel vuoto. Ed é troppo tardi per evitare la caduta, esattamente come accade nel mondo reale.

E tu, hai mai vissuto un “momento Minsky” nella tua vita?

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Propositi realizzabili per il nuovo anno

All’alba del nuovo anno, i buoni propositi diventano un argomento di conversazione familiare. Sebbene la definizione di obiettivi sia comune, la sfida sta nella loro realizzazione. Spesso ci ritroviamo a soccombere alla noia, a dubitare delle nostre capacità e a essere sopraffatti da priorità contrastanti. La domanda sorge spontanea: perché preoccuparsi di prendere sul serio queste risoluzioni? Tuttavia, la chiave è non caricarci di aspettative irrealistiche. Invece, prendi in considerazione l’idea di stabilire risoluzioni realizzabili che siano in linea con i tuoi desideri genuini.

Ecco alcuni propositi pratici e realistici da pensare per l’anno nuovo:

  1. Coltiva relazioni significative: dedica più tempo agli amici e ai tuoi cari, impegnandoti in attività che ti piacciono davvero. Questo è un modo potente per favorire la connessione. Stabilire una routine, come partecipare a una riunione mensile di un club, può rendere questa risoluzione più gestibile.
  2. Esprimi gratitudine ogni giorno:  aumenta la tua felicità esprimendo gratitudine ogni giorno. Inizia riconoscendo l’abbondanza nella tua vita: la tua casa, il tuo lavoro e persino il tuo ristorante preferito. A poco a poco, estendi la tua gratitudine alle gioie più piccole, apprezzando un fiore che sboccia, il sole del mattino o un bambino che sorride. Con il tempo, diventerai abile nel trovare gioia nelle piccole cose.
  3. Dai la priorità al sonno e all’esercizio fisico:  migliora il tuo benessere generale dormendo adeguatamente e incorporando un regolare esercizio fisico. Se attualmente dormi meno di 7-8 ore a notte, inizia aumentando gradualmente il tempo del tuo sonno. Aggiungi 10 minuti ogni notte per una settimana, raggiungendo progressivamente la durata ottimale del sonno. Inoltre, dai il via alla tua routine di fitness post-vacanza per perdere quei chili in più e migliorare il tuo umore con il rilascio di endorfine, gli ormoni associati all’inibizione del dolore e all’euforia.

Ti auguro che il prossimo anno possa portarti verso la realizzazione dei tuoi obiettivi!

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Smetti di rimandare e agisci subito

Indugiare, rimandare, procrastinare… quante persone conosci così? E tu come ti consideri? Sei una di quelle persone che rimandano il pagamento delle fatture, non prendono l’appuntamento dal dentista pur avendone bisogno, non portano giù la spazzatura? Oppure sei una persona che cerca di agire in anticipo, per non farsi cogliere di sorpresa e impreparata?

Aspettare a lungo può avere delle conseguenze. Pensa se stai male e non cerchi di scoprire subito quello hai. A un certo punto starai peggio e potrebbe essere giá troppo tardi. Potresti sentire il dottore dirti: “Se fossi venuto prima, avremmo potuto intervenire e tentare di guarire la tua malattia. Ora è troppo tardi”.

Negli Stati Uniti, le statistiche dicono che il 20% circa della popolazione, rimanda i compiti i noiosi al giorno dopo, come se i compiti in questione avessero poi la capacità di scomparire o divenire meno noiosi (in realtà, è piuttosto il contrario, no?).

Uno studio cinese dimostra che le persone con tendenza a rimandare (chiamiamoli “procrastinatori“. Dal latino cras che significa domani e pro che significa per) hanno certe aree del cervello iperattive, che causano un vagabondaggio mentale: quando è tempo di pagare le fatture, prendere l’appuntamento dal dentista o portare giù la spazzatura, queste aree vanno in tilt e inducono la persona a pensare a qualcosa d’altro. E, diciamolo, a cercare delle scuse su quanto sarebbe sgradevole fare quella cosa.

Inoltre, i procrastinatori hanno un’altra zona del cervello debole. Si tratta della zona che blocca le attività di dispersione e che consente, invece, di rimanere concentrati.

Le persone che lavorano anticipando e programmando gli eventi e agiscono secondo un piano in modo da non essere colti di sorpresa da un esame, o da una scadenza fiscale, hanno un’attività elevata in quest’area del cervello, in modo tale che il divagare é bloccato e riescono a rimanere concentrati.

Quando la mente si distacca dallo scopo programmato e comincia a vagare, diventa vulnerabile e soggetta alle influenze della zona del cervello che comunica quanto sia sgradevole quella cosa. Il procrastinatore è quindi bloccato dal suo cervello e cerca immediatamente qualcosa che lo faccia stare meglio. Il compito sgradevole è perciò spostato nel futuro e percepito come innocuo.

Che fare? Non pensare di non potere cambiare. Il cervello è un muscolo che puó essere allenato per poter sfruttare la sua plasticità.

Tu come ti consideri? Ritieni di essere una persona che tende a rimandare le cose?

Trasforma i tuoi sogni in realtà con la visualizzazione creativa

Hai ambiziosi obiettivi di vita che restano confinati nei tuoi pensieri piuttosto che materializzarsi nella realtà? La visualizzazione creativa potrebbe essere lo strumento mancante per trasformare le tue aspirazioni in risultati tangibili. In questo post esploro il potere della visualizzazione creativa e come può aiutarti a manifestare i tuoi sogni.

Cos’è la Visualizzazione Creativa?

La visualizzazione creativa è una tecnica potente che sfrutta l’immaginazione per plasmare la vita che desideri. Il principio fondamentale è che la mente può influenzare attivamente la tua realtà nutrendola con le giuste immagini mentali. Quando visualizzi intenzionalmente e senti i tuoi successi futuri, pianti i semi che possono germogliare nella realtà.

La visualizzazione creativa incorpora tre principi fondamentali:

  1. Chiarezza – Più vivide e dettagliate sono le immagini mentali, più impatto avrai con la tua visualizzazione. La chiarezza dei tuoi obiettivi è infatti fondamentale per manifestarli.
  2. Emozione – Associare intense emozioni positive nelle tue visualizzazioni ne aumenta l’efficacia. Sentire il successo nella tua immaginazione rafforza il legame tra mente e corpo.
  3. Fiducia – Credere profondamente nella possibilità di raggiungere i tuoi obiettivi è cruciale. Il tuo stato mentale influenza profondamente gli esiti, crederci incondizionatamente supporta il processo di manifestazione.

Connessione mente-corpo nella visualizzazione

La visualizzazione creativa si basa sul concetto dell’interconnessione tra mente e corpo. Quando immagini vividamente i risultati desiderati, il tuo cervello attiva percorsi neurali come se li stessi vivendo. Questo processo rafforza la connessione mente-corpo.

Raggiungi i tuoi obiettivi con la visualizzazione creativa

  • Chiarisci i tuoi obiettivi – La visualizzazione aiuta a definire i tuoi obiettivi in modo preciso, consentendoti di identificare i tuoi veri desideri.
  • Aumenta la motivazione – Immagini mentali vivide suscitano emozioni e motivano l’azione verso i tuoi obiettivi.
  • Supera gli ostacoli – Anticipa e preparati mentalmente alle sfide attraverso la visualizzazione, potenziando la tua capacità di superare gli ostacoli.
  • Aumenta la fiducia – La visualizzazione ripetuta del successo costruisce autostima e una forte fiducia nelle tue capacità.
  • Attira opportunità – L’energia positiva generata attraverso la visualizzazione creativa può attirare opportunità e risorse nella tua vita.
  • Migliora la concentrazione – La visualizzazione affina la concentrazione, aiutando a mantenere chiarezza e perseveranza nel perseguire i tuoi sogni.

Incorporare la visualizzazione creativa nella tua routine quotidiana può essere uno strumento trasformativo per manifestare i tuoi sogni. Comprendendo e applicando i principi fondamentali, ti aiuta a chiarire gli obiettivi, aumentare la motivazione, superare gli ostacoli, accrescere la fiducia, attrarre opportunità e mantenere una migliore concentrazione nel tuo percorso verso il successo.

Sei pronto a cominciare un percorso verso la visualizzazione creativa per vivere i tuoi sogni?

Cos’é l’agilità personale – Scopri l’adattabilità, la proattività e la resilienza

Nel nostro intricato mondo, l’agilità personale emerge come una luce guida, un tessuto dai fili di adattabilità, proattività e resilienza. Immagina questo: la persona agile per eccellenza gestisce bene la flessibilità, é qualcuno che si adatta perfettamente alla continua evoluzione delle dinamiche organizzative, che si tratti di nuove metodologie di lavoro, progetti diversi o nuovi team.

Adattabilità: danza con il cambiamento

Essere veramente agili significa essere capaci di adattarsi, essere come una ballerina esperta che scivola senza sforzo attraverso la sua danza. Si tratta di abbracciare il cambiamento come un compagno, ed essere capaci di evolvere interagendo con la nuova dinamica che si presenta.

Proattività: l’arte della risposta tempestiva

L’agilità personale non riguarda solo l’adattamento. Si tratta di prendere le redini del cambiamento e girarlo a tuo favore. Un individuo proattivo non solo risponde rapidamente alla metamorfosi che lo circonda, ma cerca attivamente opportunità all’interno dell’ambiente trasformato.

Resilienza: resistere alle tempeste

Lo spirito agile è resiliente, rimane saldo di fronte all’incertezza, si adatta a condizioni sconosciute e naviga attraverso difficoltà e fallimenti. La resilienza è l’ancora che ti tiene con i piedi per terra mentre sei in mezzo a una tempesta.

Ma come coltivi questa agilità dentro di te?

  1. Aspettati il cambiamento e rendilo il tuo alleato – L’agilità personale inizia con l’anticipazione del cambiamento. Aspettati che accada e abbraccialo come parte naturale del tuo viaggio. Il cambiamento, dopo tutto, è l’unica costante vera della vita.
  2. Affronta l’ambiguità – Le menti agili trovano conforto nell’ambiguità. Invece di temere l’ignoto, affrontalo. Lascia che sia la tela su cui dipingere la tua adattabilità e resilienza.
  3. Riformula i tuoi pensieri e vedi le sfide come opportunità Impara a riformulare i tuoi pensieri. Le sfide non sono ostacoli, bensí sono trampolini di lancio per la crescita. Riformula la tua prospettiva e vedrai che improvvisamente gli ostacoli diventano opportunità.
  4. Fallisci, impara, ripeti – La personal agile accetta il fallimento. Ogni inciampo è una lezione, ogni fallimento una guida. Perció, impara dagli errori e lascia che ti guidino lungo il tuo percorso verso l’agilità.
  5. Sii curioso – Una mente curiosa è una mente agile. Fai domande, cerca risposte e lascia che la tua sete di conoscenza ti spinga verso nuovi orizzonti.
  6. Coltiva la positività – Un atteggiamento positivo è il centro dell’agilità personale. Affronta le sfide con ottimismo, credendo nelle tue capacitá per poterle superare. Il tuo atteggiamento positivo modella la tua agilità.
  7. Controlla ciò che puoi – Non tutti i fattori di stress sono uguali. Distingui tra quelli al di fuori del tuo controllo e quelli che puoi affrontare. Incanala la tua energia verso ció che puoi controllare e lascia andare ciò che è al di là della tua portata.

Essere agili non equivale a dire “sì” a tutto. Al contrario, essere agili significa saper affrontare con consapevolezza il cambiamento coltivando un pensiero innovativo.

Cosa ne pensi dell’essere agile? Ti ritieni una persona agile?

Vuoi ritrovare la tua energia? Ecco 5 consigli da seguire

Approfitta dell’estate per rallentare il tuo ritmo, fare il punto della situazione e centrarti su te stesso per ritrovare la tua energia. L’estate porta sé anche la luce ed é il momento ideale per ricaricare le batterie, dedicando tempo al tuo corpo, al tuo spirito e alla tua mente. Ritrova tutta l’energia per partire di buona lena al mattino.

L’estate, nonostante il calore che porta, é un’ottima stagione per rinnovarti e pianificare una nuova partenza. Ogni mattina rappresenta una nuova possibilità per raggiungere i tuoi obiettivi e seguire i tuoi sogni.

Per ottenere il meglio da questo spirito estivo, ecco 5 consigli per ritrovare il tuo benessere.

1. Prenditi cura di te stesso e adotta un ciclo di sonno sano.

  • Il sonno è fondamentale per il benessere fisico e mentale, gli specialisti raccomandano di dormire tra le 7 e le 9 ore per notte. Sentirsi riposati dopo una bella dormita ti permette di gestire meglio la tua energia durante la giornata.

Consigli:
Fai il programma della giornata la sera prima di coricarti.
La sera, privilegia le attività riposanti. Crea un ambiente propizio al riposo eliminando la luce forte e gli schermi (TV, computer ma anche cellulare) nella tua camera. Fai degli esercizi yoga o medita.

2. L’energia è nel piatto

  • Fai una buona colazione perché con essa stabilizzi il tasso di zucchero nel sangue, eviti di mangiare durante la mattinata e procuri al tuo corpo l’energia necessaria al suo funzionamento. Attenzione però ad alcuni alimenti che potrebbero rivelarsi controproducenti. Alimenti troppo dolci ti danno una carica energetica immediata che quando se ne va ti lascia tanta stanchezza.

Consigli:

Evita gli zuccheri e la caffeina in eccesso e privilegia gli alimenti che saziano come le banane o le mele. Bevi grandi quantità di tè verde (che tra l’altro aiuta a dimagrire e previene l’invecchiamento cellulare).

Compra frutta e verdura fresca e se puoi mangia cibo poco raffinato (ad esempio cereali integrali). Fai il menu della settimana e riempi il frigo in modo da evitare di arrivare a casa affamato e di non avere niente da mettere sotto i denti costringendoti a mangiare quello che capita o a dover ordinare una pizza. Cerca di mangiare più o meno alla stessa ora tutti i giorni. Se noi sai cucinare, hai mai pensato di imparare? E’ molto piú sano prepararsi da mangiare da soli!

3. La meditazione per il tuo benessere

  • Viviamo a una velocità esagerata e, a volte, questo ritmo di vita ci impedisce di vivere pienamente le cose che facciamo e di concentrarci su di esse. Molte attività possono aiutarci a approfittare meglio dell’istante presente e la meditazione è in cima alla lista. Prima di andare al lavoro, concentrarsi sul ritmo della respirazione (inspira/espira) può aiutare ad affrontare la giornata con più calma. La meditazione ha degli effetti benefici sul cervello e sul benessere in generale.

Consigli:
Medita tutti i giorni al risveglio. Disconnettendoti per qualche minuto ricarichi le batterie. Non hai tempo? Prova a meditare sotto la doccia o mentre sei in autobus o sulla metro! Basta respirare con consapevolezza per rilassarti pur rimanendo allerta (se hai un gatto, prendi esempio da lui, che è un campione in questo esercizio!). Se usi l’auto per andare a lavorare, assolutamente non meditare in macchina!

4. Muoviti per limitare la stanchezza

  • Anche se questa affermazione può sembrare contraddittoria, lo sport è il migliore dei modi di rischiarare il tuo spirito, allontanare l’ansia e ritrovare energia. L’attività fisica permette di stimolare i mitocondri, che sono i generatori dell’energia del corpo. Quindi, che aspetti? Infila subito le scarpe da ginnastica!

Consigli:

Cammina almeno 10000 passi al giorno (lo so, non sono pochi).
Prova il saluto al sole, una sequenza di posizioni Yoga che ti aiutano a liberare le endorfine nel sangue che, a loro volta, ti aiutano ad essere di buon umore e a fare il carico di energia. Fai Yoga, Pilates, un giro in bici o una passeggiata con i tuoi colleghi. Cammina con consapevolezza, concentrandoti su ciascuno dei tuoi passi e cercando si sentire il contatto con il suolo dal tallone alla punta di piedi.

5. Più equilibrio emotivo significa più energia

  • Trascuriamo spesso l’importanza dell’equilibrio emotivo nella vita di tutti i giorni. Ma l’armonia delle emozioni può aiutarci a sentirci meglio e a migliorare i nostri rapporti con gli altri. Fai attenzione alle tue emozioni e impara a gestirle. Non impedirti di esprimerle, nei dovuti modi e occasioni, ovviamente, altrimenti rischi che diventino troppo intense e poi non potrai più controllarle. Sfrutta appieno le emozioni positive e prova ad accettare i tuoi sentimenti nei momenti di tristezza o di dubbio. Le emozioni hanno la loro ragione d’essere perché determinano le nostre azioni.

Consigli:

Stabilisci regolarmente degli obiettivi per ottenere il meglio da te stesso rivivendo le sensazioni o i pensieri. Prova a guardare le cose da una prospettiva più ampia: tutto nella vita serve a qualcosa, anche se a te non sembra. Cerca di non reagire subito, respira profondamente e ricorda a te stesso che passerà.

Cosa ne pensi di questi semplici consigli?

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