È sotto gli occhi di tutti che il mondo in cui viviamo non é perfetto, e che anzi c’é ancora un lungo pezzo di strada da fare per migliorare. L’umanitá ha fatto incredibili progressi tecnologici ma tanti tra noi vivono ancora nella paura e nella sofferenza. Ma le persone hanno un grande desiderio comune: amare ed essere amate.
Il mondo è afflitto da guerre, malattie, carestie, catastrofi naturali, corruzione, razzismo, disuguaglianza e il genere umano ha imparato poco dalle migliaia di anni di civiltà di cui siamo gli eredi. Viviamo davvero in tempi difficili. Ma l’essere umano ha un risorsa di inestimabile valore: l’amore.
Per raggiungere questo scopo, dovresti cominciare a celebrare la vita, la sua magnifica diversità e fare della gentilezza e della compassione le tue priorità. Siamo tutti molto diversi ma il cuore umano ha bisogno di esprimersi per amare ed essere amato.
Spero di farti venire voglia di offrire il tuo contributo per la costruzione di un mondo migliore aprendo il tuo cuore. Parla e ascolta le persone con empatia, fai la differenza e non dare mai niente per scontato.
Aprire agli altri il tuo cuore non significa solo fare un regalo prezioso, ma si tratta anche di creare un legame, di offrire un’esperienza positiva, e di cominciare a costruire un ponte tra te e un mondo diverso.
Quindi, se vuoi offrire qualcosa, offri un’esperienza indimenticabile per lasciare un ricordo memorabile. Oppure offri perdono, o il tuo tempo e la tua attenzione. Ma soprattutto, offri gentilezza e compassione.
La comunicazione non violenta (CNV) elaborata da Marshall Rosenberg è una forma di filosofia di vita che cerca da un lato di placare e rafforzare le relazioni (cominciando da quella con se stessi) e dall’altro è un modo per dialogare favorendo la comprensione reciproca, l’apertura mentale e la gentilezza.
La CNV mira a connettere le persone in modo pacifico, utilizzando le parole senza offendere le persone, senza aggredire e nello stesso tempo senza annientarsi. E’ un modo di comunicazione assertivo. Si ascolta per capire.
In questi tempi di incertezza e difficoltá a causa del perdurare dell’emergenza Covid, siamo super stressati e a volte possiamo avere delle reazioni verbali eccessive, delle quali successivamente ci pentiamo.
Possiamo considerare la CNV un vero strumento per mantenere in buona salute la relazione con noi stessi e con gli altri. Chi non hai mai desiderato di esprimersi in modo da non ferire o non aggredire l’altro?
La CNV consiste in un semplice metodo di comunicazione chiara ed empatica, fondato su questi quattro passi.
Osservazione dei fatti.
Dovresti esporre osservazioni basate puramente sui fatti, quindi esenti da giudizi o valutazioni. (per esempio: “Sono le due del mattino e sento della musica provenire dalla tua camera” esprime un fatto verificabile, mentre “È troppo tardi per fare tutto questo chiasso” indica un giudizio).
Identificazione dei sentimenti.
Esprimi le sensazioni che accompagnano l’osservazione, oppure immagina che cosa prova l’altra persona e chiediglielo. (per esempio, “So che stai per fare un esame e ti vedo camminare avanti e indietro – osservazione – Sei nervoso?”).
Riconoscimento dei bisogni.
Esprimi i bisogni da cui scaturiscono determinati sentimenti. Puoi anche immaginare quali potrebbero essere i bisogni che generano determinate emozioni nell’altra persona e chiederglielo (per esempio: “Mi sento in difficoltà – sensazione – e avrei bisogno di parlarti subito. Per te è il momento adatto?”).
Formulazione delle richieste.
Chiedi in modo chiaro e preciso quello che desideri (Esempio: “Ho notato che sei silenzioso oggi (osservazione). Ti stai annoiando? (sensazione)“. Se la risposta è sì, prova a comunicare il tuo stato d’animo e fare una proposta: “Bé, mi annoio anch’io. Che ne dici di andare a fare un giro?”).
Concludendo, la finalitá della CNV è trovare un modo con cui ogni persona sia in grado di esprimere quello che ritiene importante senza incolpare, umiliare, imbarazzare, biasimare, costringere o minacciare gli altri. Serve a risolvere i conflitti, entrare in sintonia con le persone e vivere in maniera consapevole e attenta dei loro bisogni, trovando un compromesso con i propri.
La CNV ci aiuta a scoprire il nostro vissuto e le nostre aspirazioni e ad esprimerle con fermezza e gentilezza.
Inoltre, ci permette anche di farci capire meglio e di capire meglio gli altri, ammorbidendo le tensioni intra e interpersonali. La CNV offre delle chiavi per capire i nostri limiti e per accogliere serenamente le azioni e le reazioni degli altri senza lasciarsi sopraffare!
Grazie a questo strumento potrai perdere la paura di esprimerti e acquisire una maggiore fiducia nelle tue capacitá.
Ecco una storia che ti fará riflettere sull’importanza di lasciar andare.
Tre monaci stavano portando dei vasi d’olio al loro monastero. Da alcuni giorni praticavano il silenzio interiore su consiglio del monaco anziano.
Mentre camminavano, giunse un forestiero che si era perso nella foresta e chiese indicazioni per il villaggio più vicino. I tre monaci si guardarono. Il monaco più giovane, decise di interrompere il voto e indicò all’uomo la strada più breve per arrivare al villaggio. Il forestiero ringraziò e parti.
I tre monaci ripresero a camminare e, dopo aver percorso un breve tratto di strada, uno dei due monaci interruppe il silenzio sgridando il giovane per aver parlato. L’altro monaco, nel frattempo, continuò a borbottare.
Arrivati al monastero, sbottò chiedendo ai due come mai avessero interrotto il voto del silenzio.
L’anziano monaco della comunità aveva osservato e sentito quello che stava succedendo.
Si avvicinò allora ai tre monaci, dicendo: “Venerabili fratelli, è vero che il monaco più giovane ha parlato e risposto a quel forestiero, ma il suo è stato un atto di gentilezza e il fatto si è concluso lí. Voi invece, non avevate alcun motivo per parlare. Inoltre, avete portato rancore per tutto il viaggio, mentre avreste dovuto lasciar perdere.
L’educazione che abbiamo ricevuto ci ha insegnato che dobbiamo trattare bene gli altri. Ma perché solo gli altri e non noi stessi?
Ti capita per esempio di essere il peggior critico di te stesso/a? A volte, ti insulti per qualcosa che hai fatto male o volevi fare meglio? Mangi male, dormi poco, abusi di sostanze dannose (alcol, tabacco)? Oppure sei semplicemente preoccupato/a di compiacere gli altri? Sappi che non sei solo/a. Si tratta di un problema abbastanza diffuso e normale fino ad un certo punto. Per questo sarebbe utile fare attenzione ad alcuni dettagli quotidiani per imparare a trattarti meglio.
Come dicevo prima, non ci è stato insegnato che dobbiamo trattarci bene. Abbiamo messo da parte l’attenzione verso il nostro benessere. Quante volte i tuoi genitori ti hanno detto di trattare bene gli altri o di fare delle cose per gli altri? Quante volte invece ti hanno detto che devi occuparti anche di te stesso/a?
La maniera con cui tratti te stesso/a è una sorta di estensione di ciò che ti è stato insegnato dai tuoi genitori e da altre figure di riferimento nella tua vita, come gli insegnanti.
Per una persona molto giovane questo può sembrare esagerato, poiché oggi nelle scuole vengono insegnati alcuni principi fondamentali dell’autostima. Ci sono poi genitori che cercano di instillare l’attenzione verso il proprio benessere ai loro figli.
Tuttavia, per una persona adulta o anziana, trattarsi bene ed essere veramente rispettosi di sé stessi non è sempre qualcosa di evidente. In passato non era così facile trovare qualcuno che potesse aiutarti a coltivare un certo amor proprio senza passare per egoista.
Infatti è proprio questa la base: l’amor proprio, da non confondere con il narcisismo o l’egocentrismo. Per comprendere meglio questo concetto, possiamo prima immaginare cosa facciamo quando amiamo davvero qualcuno: cerchiamo la sua felicità, lo aiutiamo, cerchiamo di farlo sentire bene e lo accettiamo così com’è, con tutte le sue imperfezioni e qualità. Trattare bene te stesso/a significa infatti accettarti per quello che sei.
Diventare gentile verso te stesso/a significa innanzitutto essere comprensivi con te stesso/a, specialmente di fronte ai tuoi fallimenti ed errori.
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Questo atteggiamento può essere un grande alleato. Puoi sfidarti in modo sano, tenendo conto delle tue possibilità e dei tuoi desideri e non dei desideri che gli altri hanno per te.
Il linguaggio che usi è molto importante per trattarti bene. È comune, e in una certa misura normale, che in alcune occasioni parli “male” a te stesso/a, lo fai inconsciamente. Non puoi parlare sempre in modo amorevole a te stesso/a, poiché potresti entrare in una positività tossica, cioè quando un atteggiamento positivo viene utilizzato per mascherare le emozioni negative, in pratica far finta che tutto vada bene anche quando non è vero.
Tuttavia, non devi usare parole offensive verso te stesso/a. Nessuno insulta chi ama veramente e tratta bene, giusto? Se parli o pensi male spesso di alcuni tuoi aspetti personali (fisici o mentali), finirai per crederci davvero.
Prenderti cura di te stesso/a è essenziale. Ciò implica lo sviluppo di uno stile di vita più sano. Dormire e riposare abbastanza ore, ad esempio, così come mangiare bene in base al nostro peso, età e stile di vita, non abusare di alcol o tabacco, sono tutti modi per prenderti cura di te stesso/a. Prenderti del tempo per rilassarti, riconnetterti con ciò che ti piace davvero fare, mantenere i tuoi hobby, seguire le tue passioni e interagire con le persone che ti portano qualcosa di positivo nella tua vita significa che ti stai rispettando.
Questa storia é attribuita a Socrate ma non tutti sono d’accordo sull’origine. Siccome il messaggio é comunque importante, soprattutto di questi tempi quando tante persone si credono competenti e portatrici di verità, vorrei condividerla con te, leggermente modificata.
Un giorno qualcuno andò a trovare il grande filosofo Socrate e gli disse: – Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico? – – Un momento – rispose Socrate – Prima che me lo racconti, vorrei farti alcune domande – – Va bene, ti ascolto – rispose il conoscente. – Prima di raccontare qualcosa sugli altri, è bene prendere il tempo per filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità – disse Socrate.
– Hai verificato se quello che mi dirai è vero? – Il conoscente rispose: – No… ne ho solo sentito parlare – – Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della gentilezza – – Quello che vuoi dirmi sul mio amico è qualcosa di gentile? – Ah no, al contrario – rispose il conoscente. – Dunque – continuò Socrate – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere –
– Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello della necessità.E’ necessario che io sappia cosa mi avrebbe fatto o detto questo amico? – chiese Socrate. – No, davvero – disse il conoscente.
– Quindi – concluse Socrate – quello che volevi raccontarmi non è né vero, né gentile, né necessario; perché allora volevi dirmelo? –
Cosa ne pensi? Credi sia importante porsi queste domande tutte le volte che vuoi parlare di qualcosa o di qualcuno?