Ti piace la musica? Cosa fai quando ascolti la tua musica preferita?
Quando ero adolescente, imparavo a memoria le parole delle mie canzoni preferita. Ancora oggi provo a farlo. Riesco a imparare facilmente le parole se ascolto attentamente alla canzone e se la ascolto diverse volte.
La stessa cosa accade con le persone. Oggi la maggior parte di noi vuole parlare e non ascoltare. Oppure ascolta non per capire, ma per rispondere. Prima ancora che l’interlocutore abbia finito di parlare, abbiamo già in mente cosa vogliamo rispondere, e così si creano tanti malintesi e disaccordi. Ti e mai capitato? A me capita spesso al lavoro. Chiedo una cosa a un collega a questa mi risponde ancora prima che abbia finito di parlare. Generalmente la risposta non è quella giusta.
Per potere capire correttamente, occorre saper ascoltare, non solo per una questione di rispetto verso l’altro ma anche per mostrare empatia verso l’altro, cioè per fargli capire che lo capiamo e condividiamo i suoi sentimenti e le sue sensazioni.
C’è una tecnica molto efficace in coaching e counselling, si chiama ascolto attivo. È una tecnica di comunicazione che consiste nel concentrarsi il 70% sull’ascolto, il 20% nel porre domande e il restante 10% è la tua opinione (ma ricordati che potrebbe essere anche non richiesta).
Per essere sicuro di quello che la persona vuole comunicarti, devi riformulare le frasi. Per esempio, una persona ti dice:
“oggi è stata una giornata dura al lavoro, il mio capo mi ha detto che il lavoro non era fatto bene”
Tu potresti dire: “al lavoro è stato difficile oggi perché il tuo capo non ha apprezzato il tuo lavoro?”
Poni sempre la riformulazione della domanda in tono interrogativo, in modo da non farla sembrare un’affermazione. Stai cercando di capire e hai bisogno di conferme.
Il linguaggio non verbale ti aiuta molto. Non sederti a braccia incrociate, è segno di chiusura, di impazienza e perfino di sfida.
Valuta anche la distanza con la persona e ricorda che questa ha delle implicazioni culturali. Ci sono culture in cui stare seduti troppo vicino non è apprezzato e, anzi, provoca fastidio. Normalmente, un metro va bene per tutti.
Poni domande aperte, cioè alle quali la risposta non possa essere sì o no, la persona deve potersi esprimere, deve potersi spiegare.
Domande come:
- Chi/cosa precisamente?
- Quando è accaduto?
- Perché credi che?
- Come è successo? Puoi descriverlo più precisamente?
Se ti interessa imparare ad ascoltare per capire, mandami un’email.