Bee Beep ovvero il paradosso della tranquillitá

In pieno deserto un coyote un po’ stupido corre dietro a un uccello molto furbo. I due animali vanno a velocitá elevata.

Ma, all’improvviso, l’uccello si ferma davanti a un precipizio. Il coyote, al contrario, continua a correre senza guardare fino a quando si rende conto di stare correndo nel vuoto.

Questa scena é un classico di Bee Beep e il coyote.

Ma é anche l’illustrazione perfetta di una teoria economica molto seria : l’ipotesi di instabilitá finanziaria.

Secondo Hyman Minsky, tutti i periodi di prosperitá economica contengono gli elementi di una crisi futura. Come? E’ semplice. Quando tutto va bene, gli agenti economici (famiglie, imprese, lo Stato) hanno fiducia e chiedono denaro in prestito per fare dei progetti, investire, sviluppare attivitá.

In questo ambiente ottimale, gli investitori rischiano di piú, la banche prestano piú facilmente soldi, senza fare troppa attenzione al pericolo di non essere rimborsarti. Minsky chiama questo fenomeno il “paradosso della tranquillitá”.

Ma ad un certo punto, é tutta l’economia che vive a credito. Succede allora che degli altri fenomeni, piú preoccupanti, si presentano: disoccupazione, rallentamento delle attivitá, abbassamento delle entrate, difficoltá a rimborsare. Nonostante questo, gli agenti economici continuano a comportarsi come se niente fosse. Esattamente come quando il povero coyote corre nel vuoto!

Basta allora un brutta notizia per innescare il “momento Minsky”: tutti si svegliano all’improvviso e si spaventano. Ci si rende conto che non si possono piú affrontare i rischi, che non si possono rimborsare i prestiti, e le banche smettono di fare credito.

E’ la crisi generale : il coyote é troppo occupato per rendersi conto che sta per cadere nel vuoto. Ed é troppo tardi per evitare la caduta, esattamente come accade nel mondo reale.

E tu, hai mai vissuto un “momento Minsky” nella tua vita?

Di شہاب – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=44752971

5 miti da sfatare sugli imprenditori.

Penso di dire una cosa scontata affermando che fare l’imprenditore non è una cosa semplice. Quello che non è scontato invece sono le caratteristiche personali che vengono attribuite agli imprenditori, che hanno l’aria di veri e propri miti. Eccone qui cinque.

1. Gli imprenditori amano il rischio. Non c’è niente di più falso. A parte alcune persone, come, per esempio, quelli che fanno sport estremi, gli imprenditori sono persone che il rischio cercano di controllarlo, come la maggior parte di tutti noi. Quello che fanno è analizzare il rischio potenziale e prevedere un piano di intervento per ciascuna categoria di rischio individuata.


2. Gli imprenditori sono dei visionari. In realtà gli imprenditori testano la loro idea giorno dopo giorno. Gli imprenditori sono persone molto flessibili con un grande spirito di adattamento, questo sì. La loro idea può cambiare anche radicalmente in base alle esigenze del mercato.


3. Gli imprenditori sanno fare delle previsioni.
Penso che gli imprenditori si fidino di più di quello che fanno. Qualsiasi previsione si possa fare è destinata a scontrarsi con la realtà che cambia sempre più in fretta. Gli imprenditori imparano a fidarsi della loro intuizione.


4. Gli imprenditori non sono come noi. In realtà sì, gli imprenditori sono come noi, non si nasce imprenditori, lo si diventa. Come tutte le cose, anche l’imprenditoria si può apprendere. Quello che è importante è l’idea di business da sviluppare, più rara o strana è, meglio è. Non è nemmeno importante saper fare un business plan (che comunque viene insegnato nelle business schools o che, più semplicemente, si può scaricare da Internet), che serve principalmente per chiedere finanziamenti o sponsorizzazioni. Gli imprenditori sperimentano tutti i giorni il loro modello di impresa e imparano dal mercato, dai loro clienti e dai loro potenziali clienti.


5. Gli imprenditori hanno successo da soli. Falso anche questo: gli imprenditori devono poter contare su una squadra. Oggi come oggi è impensabile poter fare tutto da soli. Le cose da fare sono mille e tante volte sono pure complesse. Perciò, bisogna poter contare su tante persone dalle competenze diverse e che siano integrabili facilmente tra di loro.

Tu come sei? Ti senti un po’ imprenditore? Fammelo sapere!