Il Potere Curativo dello Shinrin-Yoku: Un Viaggio nel Bagno di Foresta

Nella frenetica vita di oggi, trovare momenti di pace può sembrare un lusso raro. Eppure, nel mondo naturale si cela una pratica giapponese antica che ci invita a rallentare, respirare profondamente e riconnetterci con noi stessi: lo Shinrin-yoku, il bagno di foresta. A differenza di una passeggiata veloce o di un’avventura all’aperto, il bagno di foresta non riguarda la meta da raggiungere. Si tratta di essere presenti, di immergersi nei suoni, negli odori e nelle immagini della foresta, lasciando che la natura ci avvolga come un bagno rigenerante.

Cos’è lo Shinrin-Yoku?

Shinrin-yoku si traduce letteralmente come “bagno di foresta”, ma non si usa acqua. Si passeggia tra gli alberi per godere dell’esperienza sensoriale possibile nel bosco. La pratica è nata in Giappone negli anni ’80 come forma di prevenzione sanitaria. Da allora, ha guadagnato popolarità in tutto il mondo come metodo scientificamente riconosciuto per ridurre lo stress, migliorare l’umore e potenziare il benessere generale.

Il bagno di foresta significa non fare nulla. È una pratica lenta, in cui si vaga attraverso la foresta, permettendo ai sensi di aprirsi e alla mente di diventare quieta. La foresta diventa un santuario che ha il potere di guarirti.

La scienza dietro la pratica

Uno degli aspetti più affascinanti dello Shinrin-yoku è che numerevoli ricerche scientifiche ne sostengono i benefici. Studi dimostrano infatti che trascorrere del tempo nella natura, in particolare nelle foreste, riduce i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), abbassa la pressione sanguigna e migliora la variabilità della frequenza cardiaca. Gli alberi stessi contribuiscono a questo processo di guarigione. Rilasciando fitoncidi (composti antimicrobici che aiutano le piante a proteggersi dai parassiti) che noi respiriamo, la funzione immunitaria risulta migliorata perchè aumenta l’attività delle cellule del nostro corpo.

Riflettendo su questo, vedo la foresta non solo come un bellissimo luogo naturale dove passare del tempo, ma anche come un vero partner nel nostro viaggio verso il benessere. Ogni respiro profondo, ogni passo sul terreno morbido e irregolare, è un invito a riequilibrare, a lasciar andare la tensione e a riconnettersi con un ritmo di vita più naturale.

Un’esperienza personale nella foresta

La mia prima esperienza di Shinrin-yoku è stata trasformativa. All’inizio sentivo l’impulso di muovermi velocemente, di esplorare ogni angolo della foresta alla ricerca di qualcosa di sconosciuto. Ma, rallentando, ho iniziato a notare i dettagli che stavo perdendo, il movimento leggero delle foglie al vento, l’odore terroso del muschio umido, il canto distante degli uccelli tra le fronde.

Ogni visita alla foresta è diversa, ma porta sempre allo stesso pensiero: la natura ha una capacità profonda di guarire. Tuttavia, dobbiamo vivere questa esperienza pienamente presenti. È una pratica di mindfulness, che ci deve far osservare le piccole meraviglie che spesso passano inosservate.

Come praticare lo Shinrin-Yoku

Non è necessario essere escursionisti esperti o avventurarsi in remote aree selvagge per godere dei benefici dello Shinrin-yoku. Un parco locale, o persino una tranquilla strada alberata possono offrire un’esperienza simile se affrontata con intenzione.

Ecco alcuni consigli per iniziare:

  1. Rallenta. Questo non è trekking. Muoviti a un ritmo rilassato, permettendoti di fermarti e osservare il tuo ambiente ogni volta che lo desideri.
  2. Coinvolgi i tuoi sensi. Concentrati su ciò che puoi vedere, sentire, odorare e toccare. Passa le dita sulla corteccia rugosa di un albero, inala l’odore fresco dei pini o ascolta il fruscio delle foglie.
  3. Lascia spento il telefono. L’obiettivo di questa esperienza è disconnettersi dal mondo digitale per riconnettersi con quello naturale.
  4. Sii presente. Il bagno di foresta è una forma di mindfulness. Quando la tua mente vaga, riportala gentilmente al momento presente e all’ambiente circostante.
  5. Rimani quanto vuoi. Non c’è un tempo prestabilito per lo Shinrin-yoku. Che siano venti minuti o due ore, ciò che conta è l’intenzione e la presenza.

L’Impatto duraturo

Ciò che trovo più potente dello Shinrin-yoku è il modo in cui i suoi benefici persistono anche dopo aver lasciato la foresta. La calma, la chiarezza e la sensazione di rinnovamento restano con te, influenzando positivamente la tua giornata con una dolcezza difficile da trovare nel bel mezzo dello stress quotidiano. Il bagno di foresta ci ricorda che non siamo separati dalla natura bensì ne facciamo parte. E quando ci prendiamo il tempo per riconnetterci, scopriamo una fonte di forza, guarigione e pace sempre disponibile, che aspetta solo di essere notata.

Conclusione

Lo Shinrin-yoku offre un modo semplice e accessibile per ritrovare l’equilibrio. Ci insegna che la natura non è solo uno sfondo della nostra vita, ma una parte essenziale del nostro benessere. La prossima volta che senti il peso dello stress, prova a fare una passeggiata nel bosco, non per fuggire dalla vita, ma per riscoprirla attraverso la quieta saggezza degli alberi.

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Conosci la storia di Ferdinando il Toro?

Questa è la storia di un toro chiamato Ferdinando che viveva in Spagna.

A differenza dei suoi giovani fratelli tori che amavano correre, saltare e cozzare tra di loro, Ferdinando preferiva sedersi tranquillamente e annusare i fiori. Era gentile e amava la pace.

Un giorno, degli uomini arrivarono alla fattoria per scegliere il toro più grande, veloce e robusto e portarlo alle corride di Madrid. Nonostante la sua natura calma, Ferdinando venne scelto perché si era seduto accidentalmente su un’ape, e la sua reazione lo fece apparire feroce perché cominció a saltare e sbuffare dal dolore.

Una volta che Ferdinando arrivó alla corrida, tutti si aspettavano di vedere un combattimento piuttosto violento. Invece Ferdinando rimase fedele alla sua natura. Si adagió semplicemente al centro dell’arena, annusando il profumo dei fiori provenienti dai cappelli delle signore, e si rifiutó di combattere. Quindi, venne riportato nel suo tranquillo pascolo dove continuó a godersi la natura.

La storia di Ferdinando è conosciuta per il suo messaggio di non violenza. Sottolinea l’importanza di essere fedeli a se stessi e di non conformarsi alle aspettative della società.

Questa storia fu bandita dalla Germania nazista e da altri regimi fascisti perché i temi della pace e dell’anticonformismo erano considerati sovversivi per l’ideologia dominante. La promozione della pace promossa dalla storia di Ferdinando contraddiceva nettamente i valori militaristi e conformisti che identificavano questi regimi.

Nella Germania nazista, la letteratura e l’arte erano pesantemente censurate per allinearsi con la propaganda e gli obiettivi ideologici dello stato. Qualsiasi cosa che incoraggiasse il pensiero critico, l’individualità o l’opposizione alla violenza era considerata pericolosa. Il rifiuto di Ferdinando di combattere, la sua felicitá nell’annusare semplicemente i fiori e il messaggio complessivo contro la guerra erano visti come promozione di ideali che potevano minare la mentalità aggressiva e orientata alla guerra che i nazisti cercavano di instillare.

Allo stesso modo, il libro fu bandito nella Spagna franchista per motivi simili. Il regime fascista di Francisco Franco considerava i temi della pace e anticonformisti del libro una minaccia per le idee autoritarie e militariste che cercava di imporre.

Al contrario, durante la guerra civile spagnola, il libro fu abbracciato dai gruppi di sinistra e antifascisti, che lo vedevano come un simbolo di resistenza contro la tirannia e la guerra.

Il divieto de “La storia di Ferdinando” da parte di questi regimi sottolinea come la letteratura possa essere potente nel promuovere idee che sfidano l’autoritarismo e sostengono la pace.

Cosa ne pensi del ruolo della letteratura ai giorni nostri?

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I Segreti della Resilienza: Riflessioni dalla Vita Segreta degli Alberi di Peter Wohlleben

Recentemente ho letto il libro affascinante di Peter Wohlleben “La vita segreta degli alberi”. L’autore nel suo libro ci parla di come gli alberi interagiscono, comunicano, si aiutano a vicenda, si muovono e si difendono, e definisce i loro modelli di crescita. Insomma, gli alberi sono esseri sociali.

Non è interessante tutto questo? Il mondo delle foreste ci svela i straordinari meccanismi al suo interno.

Dalle sue parole, scopriamo una verità profonda: gli alberi silenziosi e nascosti che passano anni all’ombra coltivano una resilienza che resiste alle prove del tempo. Come segreti sussurrati condivisi tra gli antichi boschi, questi alberi ci insegnano pazienza e forza, mentre quelli piú esposti alla luce del sole sono piú vulnerabili e decadono piú in fretta. La loro crescita fugace non riesca a resistere alle difficoltá poste dall’esistenza.

Nella natura, troviamo saggezza – un promemoria senza tempo che la resilienza spesso risiede nell’ombra. La luce solare limitata comporta una crescita lenta, che porta allo sviluppo di legno denso che dura per generazioni.

Al contrario, gli alberi costantemente esposti al sole crescono rapidamente, producendo legno poroso suscettibile a funghi, lieviti, e muffe. Un albero che cresce rapidamente marcisce più velocemente e non ha mai la possibilità di invecchiare.

Possiamo trovare conforto nei profondi insegnamenti echeggiati da “La vita segreta degli alberi”. Questo libro illuminante rivela l’equilibrio intricato della natura, dove gli alberi sopportano pazientemente nell’ombra, coltivando una forza che trascende le generazioni. Mentre cerchiamo con urgenza soluzioni sostenibili per la nostra sopravvivenza su questo pianeta, ci viene ricordato che la vera resilienza non risiede nella crescita rapida, ma nella silenziosa forza coltivata nel tempo. Forse, abbracciando la saggezza del bosco, possiamo scoprire percorsi piú saggi e utili per mitigare la nostra impronta di carbonio e cominciare una relazione più armoniosa con il mondo.

Possiamo imparare molto dalla natura su come applicare i suoi principi e le sue strategie per un successo e una resilienza duraturi. La maestria narrativa di Peter Wohlleben porta il bosco alla vita, offrendo preziosi approfondimenti sui segreti della forza immensa che si trova nei boschi e nelle foreste.

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Perché l’intelligenza artificiale non dovrebbe farti paura

L’Intelligenza Artificiale (IA) è arrivata e sta guadagnando terreno. Sviluppi tecnologici come l’invenzione dell’automobile, del telefono, del computer, hanno portato miglioramenti alla vita delle persone anche se hanno creato sconvolgimento alla vita stessa (e nel lungo termine hanno contribuito all’emergenza climatica che stiamo vivendo ora).

Molte innovazioni sono utili alle persone. Le stampanti 3D, per esempio, possono produrre organi umani. Proprio l’anno scorso è stato stampato un cuore umano. Poi bisogna considerare i risultati relativi al miglioramento dell’efficienza e della performance.

Una definizione semplificata di IA in una parola è: risorse. L’intelligenza artificiale è alimentata da algoritmi. Gli algoritmi sono scritti dagli specialisti in informatica e poi si trasformano e si auto-regolano, cioè gli algoritmi possono imparare e insegnare a loro stessi per ottenere più risorse. Queste risorse sono chiamate dati. Quindi l’intelligenza artificiale è alimentata da algoritmi che mangiano dati per colazione, pranzo e cena. Questo è noto come Big Data. È una cosa enorme!

Così enorme che le grandi aziende hanno bisogno di giganteschi data center per archiviare e gestire tutte le informazioni su di noi e sulle nostre abitudini di acquisto. Questi data center usano molta energia per evitare il surriscaldamento. L’intelligenza artificiale è utile, ma il costo ambientale è sicuramente un costo alto che il pianeta sta pagando per il bisogno di mantenere aggiornati i nostri dati.

Parlando di algoritmi ce n’è uno che esiste da prima dell’uso spropositato che ne facciamo oggi. Sei tu con la tua mente, la tua anima e il tuo spirito, che hanno bisogno di te e delle tue abitudini, routine e rituali. Più riesci a perfezionare questi tre processi di gestione delle tue risorse, più ti stai sincronizzando con la tua vita. E puoi resistere alla mentalità e alla dipendenza che gli azionisti dei big data hanno creato.

Vivi la tua vita e sviluppa la tua mente, la tua anima e il tuo spirito.

Connettiti con la natura – coltiva un orto, fai una passeggiata nel parco, o un’escursione nella foresta, vai a piedi nudi sulla spiaggia, respira profondamente.

Tu sei la madre dell’IA – Intelligenza Autentica  – e non hai niente di artificiale.

L’IA non è il nemico. Il vero nemico é la mancanza di connessione con sé stessi.

Questo articolo é un adattamento dall’inglese del post pubblicato su The Wild Coach che trovi su questo stesso blog.

6 consigli su come praticare la camminata meditativa

Quando fai una camminata meditativa non hai obblighi perché puoi semplicemente sentirti libero. Giá dopo la prima settimana di camminata meditativa, comincerai a vedere i benefici di questa pratica.

Secondo alcune ricerche, le persone che vivono nelle grandi città, che di solito sono grandi aree urbane piuttosto inquinate, soffrono di stress anche perché tendono a trascorrere pochissimo tempo in mezzo alla natura.

Se aggiungi alla camminata una pratica di meditazione, otterrai un vero e proprio potente rimedio anti-stress. Praticarle insieme porta enormi benefici fisici e psicologici. Dieci minuti al giorno sono sufficienti e puoi praticare la meditazione camminando in qualsiasi momento della giornata in un parco o in un bosco.

È risaputo che camminare fa bene alla salute. Permette di ridurre il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e il mal di schiena, per esempio.

Perché quindi non combinare questa pratica con la meditazione?

Ecco 6 consigli su come farlo.

  1. Mantieni la schiena dritta.
  2. Sincronizza il respiro sui tuoi passi, mantenendo un ritmo di camminata tranquillo.
  3. Diventa consapevole del tuo corpo: concentrati sui tuoi piedi, sulle tue gambe, sul movimento, sul contatto con la terra. Cerca di eliminare le tensioni e concentrati solo sui passi.
  4. Ascolta il tuo corpo, le sensazioni che questa pratica ti dà. Sono piacevoli? Il tuo corpo si sta rilassando? E la tua mente, si sta calmando?
  5. Poi sposta la tua attenzione sulle emozioni. Cosa ne pensi? Non giudicare le emozioni che provi, lasciale andare, osservale come se fossero di fronte a te.
  6. Termina la tua pratica stando in piedi, contemplando la sensazione di pienezza e ringraziando il tuo corpo e la tua mente per la bellissima passeggiata meditativa.

Non cercare di smettere di pensare, perché pensare è l’attività del cervello ed é impossibile fermarlo! D’altra parte, cerca di approfittare del momento di relax che stai vivendo, per diventare consapevole del tuo corpo e delle tue emozioni senza che questo influisca sul tuo umore e senza giudicare.

Praticando regolarmente la camminata meditativa, ti sentirai sempre più equilibrato e in pace con te stesso.

Ecco alcuni risultati che otterrai:

1. Quando cammini, il cervello smette di preoccuparsi. Camminare è un’attività alla portata di tutti e permette di ricevere una dose extra di ossigeno grazie all’aria pulita che trovi camminando nella natura. Grazie alla passeggiata meditativa stimoliamo il nostro lobo frontale, quello che è legato alla creatività e al morale. Se a questo aggiungiamo il rilascio naturale di endorfine, ti sentirai più euforico e ottimista.

2. Grazie a un morale migliore, sarai più creativo. Quando non sei sotto pressione, abbandoni il negativismo e il cortisolo, l’ormone prodotto dallo stress, scompare. Ti sentirai più rilassato, più entusiasta e più sicuro.

3. Sei abituato a muoverti in piccoli spazi. La tua casa, il lavoro, i mezzi di trasporto, i supermercati e altri luoghi  in cui vai regolarmente, sono spazi limitati in cui le tensioni possono accendersi. Perció, iniziare a meditare e camminare in uno spazio naturale e aperto è un meraviglioso atto di liberazione e rilassamento.

4. È importante cercare il contatto con la natura. L’ideale è riempire i nostri polmoni di ossigeno puro, e lasciare che i nostri occhi scoprano nuovi orizzonti, paesaggi stimolanti grazie ai quali il nostro cervello si arricchisce e l’umore migliora.

Il risultato finale è che camminare meditando è molto più efficace di un antidolorifico o di qualsiasi vitamina. La passeggiata meditativa è un’esperienza da non perdere.

Niente scuse, quindi, provare per credere!

Idee da provare nel tuo tempo libero (parte quarta)

Prosegue il viaggio per esplorare delle idee da provare nel tuo tempo libero, che puoi aggiungere alle altre pubblicate in precedenza.

Ecco altre idee da provare nel tuo tempo libero.
  1. Organizza un pic-nic. Scegli una data, un luogo e invita i tuoi amici e/o i tuoi familiari. La formula, particolarmente conviviale, si declina in molti modi e può integrare una tematica, uno stile culinario specifico, una passeggiata, o anche dei giochi per grandi e piccini.
  2. Fai un viaggio da solo/a. Questo può sembrare un passo molto audace se siamo abituati a viaggiare in compagnia, sia in coppia, sia in famiglia o con amici. Il vantaggio è l’incredibile libertà di fare davvero quello che vuoi, di non scendere a compromessi con gli altri su quello che vuoi fare, e programmare un itinerario seguendo i tuoi desideri.
  3. Leggi un libro all’aperto. Scegli un luogo confortevole, un parco con un bel prato per esempio, e prendi una copertina per sederti. Approfitta del tuo tempo per leggere un libro guardando di tanto in tanto le persone che ti circondano, che camminano, i bambini che giocano, i cani che corrono. Assapora la vita che si svolge intorno a te, senza che tu debba fare niente. E se finisci il libro, perché non lasciarlo su una panchina con qualche consiglio per chi vorrà prenderlo?
  4. Fai un giardino. Che sia con piante officinali, verdure o fiori, fare un giardino è divertente e istruttivo. Se non disponi di un terreno, potrai farlo anche su un balcone. E se non hai nemmeno un balcone, ci sono piante che vivono bene anche in casa. Questa attività è particolarmente salutare perché ti permette di riprendere contatto con la natura, di capirne la dinamica e di osservarne le meraviglie.
  5. Immergerti nella natura. Come dicevo prima, stare a contatto con la natura è estremamente energizzante, rilassante e tranquillizzante. Che si tratti di una passeggiata in un bosco, in un parco o che si tratti di un’immersione totale nella natura, come fare campeggio, ascolta i tuoi desideri e realizzali.

Fammi sapere come passi il tuo tempo libero!

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Leggere in mezzo alle piante – Photo by cottonbro on Pexels.com

Il punto nero

“L’energia va dove va la tua concentrazione” – Tony Robbins

Ecco la storia del punto nero.

Un giorno un insegnante arrivò in classe e disse agli studenti di prepararsi per un test a sorpresa.

Tutti erano nervosi, spaventati dalla prova imminente. Mentre l’insegnante stava distribuendo un foglio chiese di non guardare il foglio, fino a quando non avesse dato il via alla prova. Una volta che tutti i fogli furono distribuiti diede l’autorizzazione a voltare il foglio e vedere finalmente il contenuto.

Con grande sorpresa di tutti si trattava di un foglio bianco con in mezzo un punto nero.

Vedendo il volto sorpreso di tutti i suoi studenti, il professore disse: “Ora scrivete una riflessione su ciò che state vedendo”.

Tutti i giovani, confusi, cominciarono a pensare e scrivere su ciò che vedevano.

Trascorso il tempo, l’insegnante raccolse i fogli, li mise sulla scrivania e cominciò a leggere ad alta voce quanto gli studenti avevano scritto.

Tutti, senza eccezione avevano fatto una relazione sul punto nero, con le più diverse considerazioni.

Dopo la lettura di tutti gli elaborati, disse:

“Questo test non servirà per il voto, ma come lezione di vita. Nessuno ha parlato della pagina bianca, avete dedicato tutta la vostra attenzione al punto nero. È ciò che accade nella nostra vita. La vita è un foglio interamente bianco da riempire, scrivere e godere, ma ci concentriamo sui punti neri.”

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Black Dots – Photo by Eva Elijas on Pexels.com
Cosa significa questo?

La vita è un dono della natura, ci è data con affetto e amore, abbiamo tante ragioni per amare il nostro partner, per voler bene agli amici che ci sostengono, per il lavoro che ci consente di guadagnarci da viveve, per i miracoli che accadono ogni giorno, eppure insistiamo a guardare il punto di nero, i problemi che abbiamo, di salute, di soldi, il difficile rapporto con i familiari, una delusione con il partner, con un amico …

I punti neri sono minimi rispetto a quello che ci viene donato ogni giorno, eppure occupano la nostra mente in ogni momento.

Cerca di prestare attenzione a tutta la pagina bianca e non solo ai punti neri. Cogli ogni benedizione, ogni momento che la vita ti sta offrendo, stai tranquillo/a, abbi fiducia, datti da fare, in una parola: vivi!

Tu pensi di stare vivendo appieno la tua vita?

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Life – Photo by Julian Jagtenberg on Pexels.com

Primavera, risveglio spirituale e di libertà

Siamo alla fine dell’inverno e la primavera spunta timidamente facendoci vedere i primi germogli, giornate più lunghe e uccelli che costruiscono il nido.

La primavera segna il risveglio della natura e quindi anche il nostro risveglio, non solo fisico ma anche spirituale e di libertá.

C’è una parola sanscrita che definisce il risveglio spirituale, ma che significa in realtà “liberazione”. La parola è moksa.

Secondo la tradizione indiana, la scoperta del proprio Sé è associata a quella della libertà.

Perché? Di che tipo di libertà si tratta?

Innanzitutto, ricordiamoci che svegliare la nostra vera natura significa prendere coscienza che in noi si trova una presenza ben più ampia dell’individuo al quale noi ci identifichiamo normalmente. Il Sé viene chiamato in filosofia indiana Atman.

La prima libertà che dovremmo scoprire è abbandonare l’identificazione con il corpo. Infatti, scoprendo il nostro Sé, smettiamo di vivere come prigionieri dentro il nostro corpo. All’improvviso la nostra presenza, che prima era chiusa dentro il perimetro della nostra pelle, diventa immensa e senza limite. Ci uniamo al mondo. Non siamo più dentro al nostro corpo, ma è il nostro corpo che è dentro di noi.

La seconda libertà è la scoperta che non siamo assoggettati ai nostri pensieri. Il Sé non è un pensiero, ma è la coscienza, lo spazio risvegliato nel quale i nostri pensieri appaiono e scompaiono. La liberazione dal pensiero è come la liberazione da una corvée, da un ciclo infernale di pensieri ricorrenti, e ci regala il silenzio.

La terza libertà consiste nella scoperta che il nostro Sé è libero dal nostro passato, da quello che ci è successo di positivo e negativo. Il nostro passato resta, ovviamente, e costituisce la nostra storia, ma il Sé vive solo nel momento presente, quindi è sempre nuovo, originale, fresco. Ci consente di rigenerare la fonte della nostra presenza ogni istante.

La quarta libertà è quella dal giudizio degli altri, che troppo spesso è molto pesante. Gli altri ci vedono, ci giudicano e questo ci fa perdere un po’ della nostra libertà. Tuttavia, gli altri non possono vedere il nostro Sé, cioè non riescono a vedere chi siamo in realtá. Vedono solo la nostra apparenza, il nostro corpo, ma non possono vedere la nostra vera natura. Grazie al risveglio riusciamo ad affrancarci dallo sguardo degli altri e ad essere liberi.

Quale tra queste quattro libertà ti sembra più utile per il tuo percorso individuale?

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Percorso individuale – Photo by Andrea Piacquadio on Pexels.com

Come aiutare un amico o un’amica in difficoltà

Fa male vedere una persona cara che non sta bene psicologicamente. Come aiutare un amico o un’amica in difficoltà? Nessuno ti ha insegnato come fare e tu non sai sa cosa fare. Dipende molto dalla tua sensibilità e empatia.
Un amico/a celebra con te i successi ma è anche disponibile ad ascoltare tue angustie, le tue paure, frustrazioni e problemi in generale.

Hai notato che un tuo amico o una tua amica non sembra più quello/a che conoscevi. Ti sembra triste, spento/a, parla poco, è isolato/a e bloccato/a nei suoi pensieri. Oppure è inquieto/a, nervoso/a, iperattivo/a, ansioso/a, irritabile e ha cominciato a bere molto alcol.

Ti chiedi se sarà stato a causa della pandemia. Forse, ma era così anche d’estate, quando la situazione Covid andava meglio. Continua a vedere tutto nero, non vuole uscire, non vuole vedere nessuno e nemmeno parlare con qualcuno.

Dorme male, non è motivato/a ad andare a lavorare.

La prima cosa che viene spontaneo fare, è cercare di tranquillizzarlo/a, dicendo che non si preoccupi, che tutti abbiamo dei problemi e magari cominci a raccontargli i tuoi, come se questo potesse tirarlo/a su di morale. E il risultato è che il tuo amico o la tua amica stanno sempre peggio.

In effetti, questo sminuire lo stato di malessere delle altre persone non fa altro che contribuire a farle stare peggio.

Una volta una psicologa mi disse che quando una persona è agitata, non bisogna mai dirle si stare calma, perché questo sortirebbe l’effetto opposto. Si tratta più o meno della stessa cosa. Se una persona sta male non devi sottovalutare il suo malessere.

stormy sea with splashes and waves
Photo by Pok Rie on Pexels.com

È normale voler aiutare un amico/a in difficoltà, ma per aiutarlo/a devi ascoltarlo/a, in modo attivo ed empatico.

Ascoltare in questo modo non è facile, ma si può imparare, innanzitutto validando quello che sente l’amico/a, non sottovalutando la sua situazione e facendogli capire che non è solo/a.

A volte, dispensare consigli non è utile, invece potrebbe essere utile offrire un aiuto pratico, come fare la spesa per esempio. Oppure puoi proporre di uscire insieme, andare a bere qualcosa o al ristorante, perché così il tuo amico o la tua amica si possono distrarre e magari si rilassano e ti raccontano il momento difficile che stanno passando. Anche una passeggiata nella natura o una breve escursione sono attività che possono rivelarsi utili. Visitare una mostra d’arte o un museo puó davvero aiutare a tirare su il morale.

Non devi essere invadente, devi lasciare al tuo amico/a spazio e tempo, trasmettendo speranza rispetto alla possibilità che più avanti si sentirà meglio. Puoi anche dirgli/le di ricordare alcuni momenti belli del passato che potrebbero essere di conforto. Oppure, puoi dirgli/le di pensare ad altri momenti difficili e chiedersi come li ha superati.

Non devi fare pressione, né giudicare ma restare disponibile.

Ovviamente non bisogna assumersi la responsabilità della salute mentale dell’altra persona. Se non sei psicologo/a non puoi sapere se quello che sta attraversando la persona è temporaneo oppure si tratta di un vero e proprio disturbo mentale. Per questo, se vediamo che l’amico/a non migliora, dovresti cercare di convincerlo/a ad andare dal dottore a spiegare la situazione. Magari potresti anche offrirti di accompagnalo/a, perché sono gli amici che aiutano a ritrovare la luce nei momenti bui.

Quali sono le tue strategie per aiutare un’amico/a a superare una situazione difficile?

gray asphalt road surrounded by tall trees
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Come affrontare l’autunno in piena forma

Come gli alberi perdono le foglie, in autunno noi perdiamo i capelli.

Una pianta che rallenta la caduta dei capelli è l’ortica. Remineralizzante grazie al silicio che contiene, ricca di ferro, vitamina B e altri minerali e oligominerali, l’ortica aiuta nella prevenzione dell’anemia, drena leggermente le reni e rafforza i capelli, le unghie e la pelle.

Utilizzandola in polvere o in capsule per tutta la durata dell’autunno, ti ritroverai con capelli più voluminosi, delle unghie più forti e una pelle che mantiene la sua luminosità.

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Durante l’autunno, le giornate si accorciano e potrebbe mancarti un po’ di motivazione. Prova a usare la rodiola. Ti aiuterà ad adattarti ai diversi tipi di stress che subisci. È una pianta con proprietà antidepressive e aumenta la produzione di dopamina nel cervello, aiutandoti cosi a ritrovare una certa motivazione e dell’entusiasmo per cominciare nuovi progetti anche in autunno. Può prevenire il burn-out, professionale ma anche personale. Nel periodo autunnale, quando hai bisogno di più carica, la rodiola ti aiuterà a non soccombere alla progressiva mancanza di luce.

Le foglie d’arancio sono un toccasana per l’anima perché la conforta, calma l’ansia, lo stress e il nervosismo. Si dice che possano riconnetterti al tuo bambino interiore. Sono un riequilibrante nervoso di prim’ordine, dotato anche di proprietà antispasmodiche, se gli spasmi sono di origine nervosa (tosse, mal di pancia).

Mi raccomando se hai delle condizioni di salute particolari o se sei incinta, consulta il tuo medico. Le piante hanno potenti proprietà e bisogna stare attenti.

Cosa pensi di questi rimedi naturali, credi che possano aiutarti?

flat lay photo of alternative medicines
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