La storia del topo e della trappola

Conosci la storia del topo e della trappola? È un racconto che insegna una lezione sulla comunità, sull’importanza di prestare attenzione agli avvertimenti e sull’empatia.

Una volta un topolino scoprì che era stata comprata e installata una trappola nella casa del contadino. Allarmato, il topo corse fuori per informare gli altri animali della fattoria, sperando che capissero il pericolo e lo aiutassero a trovare una soluzione.

Il topo si avvicinò subito alla gallina e la avvertì: “C’è una trappola in casa!”

La gallina, continuando a chiocciare, rispose: “Mi dispiace, signor Topo, ma la cosa non mi riguarda direttamente, quindi non c’è niente che io possa fare”.

Quindi, il topo andò dal maiale e ripeté: “C’è una trappola in casa!”

Il maiale simpatizzò, ma disse: “Mi dispiace molto, signor Topo, ma non c’è niente che io possa fare al riguardo. Non mi riguarda direttamente”.

Il topo allora si rivolse alla mucca e le disse: “C’è una trappola in casa!”

La mucca disse: “Oh, signor Topo, mi dispiace per lei, ma non mi dà affatto fastidio. Non c’è niente che io possa fare”.

Sconsolato e solo, il topo tornò a casa, sapendo che avrebbe dovuto affrontare il pericolo da solo. Quella notte, la trappola scattó e si chiuse, ma non fu il topo ad essere catturato. La moglie del contadino aveva sentito un rumore ed era andata a controllare la trappola. Nell’oscurità, non vide che aveva preso un serpente velenoso per la coda. Il serpente la morse e lei si ammalò gravemente.

Per prendersi cura di lei, il contadino uccise la gallina per fare un buon brodo. Nonostante gli sforzi per rimetterla in salute, la donna non si riprese. Molte persone andarono a trovarla a casa per rendere omaggio, così il contadino dovette uccidere il maiale per offrire un pasto a tutti i visitatori. Ma la carne del maiale non bastó e il contadino dovette macellare anche la mucca per dare da mangiare a tutti.

Il topolino guardò con dolore quello che era successo agli animali che si erano rifiutati di aiutarlo perché avevano pensato che la trappola non li riguardasse.

La morale di questa storia è che il pericolo per uno può essere il pericolo per tutti, ed é importante prestare attenzione alle richieste anche di un solo membro della comunitá proprio perché una minaccia per uno solo può diventare una minaccia per tutti.

Penso che la favola “Il topo e la trappola” illustri bene l’ interconnessione di tutti i membri della comunità e il ruolo vitale dell’empatia. La reazione iniziale di indifferenza di ogni animale sottolinea una mancanza di empatia per la situazione del topo. Ignorando l’avvertimento del topo, non sono riusciti a capire e a condividere la sua paura e preoccupazione.

La vera empatia implica riconoscere che le difficoltà degli altri sono significative, anche se non sembrano influenzarci direttamente. Le disgrazie che hanno colpito la gallina, il maiale e la mucca servono a ricordare che la mancanza di empatia può portare a conseguenze impreviste. Se fossero entrati in empatia con il topo e avessero agito insieme, avrebbero potuto evitare la tragedia che ne è seguita.

Così, la storia ci incoraggia a praticare l’empatia ascoltando e sostenendo coloro che ci circondano, comprendendo che i loro problemi potrebbero un giorno diventare i nostri. Promuovendo una comunità che ha compassione verso gli altri e risponde alle grida di aiuto, possiamo salvaguardare ogni membro della collettivtá dai pericoli.

Sei d’accordo che questa favola ci insegna le buone implicazioni dell’essere empatici?

Grazie per aver letto questa breve storia! Perché non ti iscrivi al mio blog crisbiecoach?

4 strategie per convincere i capi o i colleghi dei meriti di una tua idea

Hai mai avuto difficoltà a convincere i capi o i colleghi dei meriti della tua idea? Sai che esistono diverse strategie per convincere i tuoi colleghi o i tuoi capi dei punti di forza di una tua idea?

Alcune strategie sono basate sulla logica, altre sull’emozione. Altre strategie sono utili per dimostrare gli aspetti positivi del piano e per presentare gli aspetti negativi delle alternative.

Ci sono quattro strategie che puoi considerare:
  1. Investigatore
  2. Calcolatore
  3. Motivatore
  4. Collaboratore

1. Gli investigatori si attengono a fatti e cifre per sostenere un approccio logico e metodico. Per diventare esperti in questa strategia, è importante sentirsi a proprio agio nel gestire i dati, trovare informazioni che sostengono la tua idea e quindi utilizzarle per presentare un argomento convincente.

La raccolta di informazioni è il primo passo. Le persone abili con questa strategia raccolgono due tipi principali di informazioni: dati di background, che informano sulla loro visione del mondo, e dati relativi alle attività, che illustrano lo scopo specifico. Assicurati di suddividere le informazioni prima di presentarle, per evitare che il tuo interlocutore si distragga. E assicurati anche di non trasmettere troppe informazioni.

2. I calcolatori tendono a usare la logica per influenzare.

Questa strategia é basata sul tempo e sullo sforzo da dedicare ad un’analisi approfondita e alla creazione di un argomento ben strutturato. Le competenze associate a questo approccio includono: la capacità di valutare le opzioni, di fornire feedback e l’attitudine a trovare compromessi.

Attieniti ai fatti in modo da mantenere la tua credibilità, ma ricorda di presentare i benefici della tua proposta e i rischi relativi al non agire, in modo tale che i tuoi ascoltatori possano comprendere il costo del non adottare nessuna azione.

3. I motivatori usano le emozioni e il “quadro generale” per comunicare visioni avvincenti del futuro. Mentre alcune persone sembrano essere motivatori naturali, ci sono alcune semplici lezioni che puoi imparare per diventare un abile motivatore.

Per questo, potresti provare ad usare la sequenza di Monroe. In cinque passaggi attirerai l’attenzione del tuo pubblico e comunicherai ai tuoi ascoltatori azioni specifiche che potranno intraprendere in seguito.

Se pensi che ti manchi il carisma naturale per essere un buon motivatore, sappi che questa abilitá puó essere sviluppata. Puoi imparare, infatti, ad essere più coinvolgente, simpatico e stimolante. Concentrati sul tuo linguaggio del corpo, aiuta gli altri a sentirsi bene e mostra empatia, assertività e fiducia.

4. Anche i collaboratori usano la motivazione, ma convincono le persone coinvolgendole nella decisione. I collaboratori sono grandi team builder. Coinvolgono i cuori e le menti delle persone. Questo aiuta le persone a impossessarsi del processo di cambiamento. Questa strategia prevede che il ruolo sia quello di facilitatore che quindi non dovrá cercare di convincere in maniera logica i membri del team.

Per essere un collaboratore, probabilmente devi essere in grado di condividere il potere, ascoltare attivamente e comunicare apertamente.

E tu, quale di queste strategie pensi sia piú efficace?

Come sviluppare 5 competenze per sentirti meglio e trovare la tua motivazione

“Come va il lavoro?” è una domanda che ci viene posta frequentemente dai nostri cari e quando rispondiamo probabilmente pensiamo alle difficoltà che attraversiamo o al disagio che sentiamo verso il nostro lavoro. Le persone che lavorano cercano una motivazione e un senso per il lavoro che svolgono.

L’ambiente di lavoro si è molto trasformato negli ultimi anni ed è diventato fonte di stress e ansia. Mancanza di obiettivi futuri, cambiamenti frequenti all’interno dell’organizzazione con conseguente cambiamento dei capi, concorrenza esterna e interna, digitalizzazione che trasforma i modi di lavoro e richiede l’acquisizione di nuove competenze, manager a volte incompetenti ma sotto pressione per gli obiettivi aziendali, stress e carico di lavoro eccessivo possono provocare dei comportamenti tossici.

Noi tutti abbiamo delle aspettative per quanto riguarda il nostro benessere e la nostra crescita personale. Facciamo attenzione alla salute, all’equilibrio tra vita privata e vita professionale, alla qualità dei rapporti con il manager e con i colleghi.

Sai come la penso riguardo alla felicità sul lavoro, ma puoi cercare di sviluppare queste 5 competenze per sentirti meglio e trovare la tua motivazione.

  1. Accettare l’imperfezione: la propria, quella degli altri e quella ambientale. Il perfezionismo è una fonte importante delle nostre sofferenze. Essere coerenti al 100%, rifiutare i propri fallimenti, porsi degli obiettivi troppo ambiziosi, tutto questo ci porta a una situazione di insoddisfazione permanente. Un passo verso la serenità sarebbe quello di accettare gli ostacoli della quotidianità, fare delle scelte e dei compromessi, chiedersi quale sarebbe il miglior percorso futuro piuttosto che pensare a quello che avrebbe potuto essere (post-occupazioni, ovvero inquietarsi per qualcosa che é già avvenuto e che quindi non possiamo cambiare né influenzare).
  2. Stimolare la propria iniziativa e la propria capacità di agire. Sul lavoro possiamo decidere di essere pro-attivi o reattivi. La persona reattiva si sente colpita da quello che le succede intorno e si lascia guidare dai segnali dell’ambiente siano essi negativi o positivi. La persona pro-attiva prende l’iniziativa e sceglie come rispondere agli eventi. Di fronte ad una difficoltà, la persona reattiva dirà “non posso farci niente” oppure “non posso farlo” mentre quella pro-attiva dirà “esaminiamo le opzioni” oppure “potremmo fare così”. Per la persona reattiva, “loro” hanno l’ultima parola, mentre la pro-attiva è colei che conclude. Sviluppare la propria pro-attività, significa essere propensi all’azione e mettere la propria creatività, la propria intelligenza ed energia al servizio di quello che posso fare qui e ora.
  3. Rafforzare l’amor proprio e la stima di sé. Noi siamo i primi responsabili di noi stessi e i primi garanti del nostro benessere. Questo può sembrare evidente, ma è fondamentale per stare bene con sé stessi, amarsi, ascoltare i propri bisogni (del corpo e dello spirito) e cercare di soddisfarli. E’ altrettanto importante rispettarsi, avere stima di se stessi nonostante i propri difetti, le proprie fragilità ed imperfezioni, apprezzare e riconoscere i propri valori e qualità, celebrare i successi e i traguardi. Inoltre, nelle situazioni difficili, è essenziale proteggersi, saper dire no, comunicare i propri limiti e quello che non ci convince, cercare al massimo di non mettersi in pericolo.
  4. Sviluppare empatia e imparare a comunicare efficacemente con gli altri. La maggior parte delle nostre difficoltà al lavoro sono legate agli altri. Siano essi un capo, un collega, un cliente o un fornitore, il rapporto con l’altro può essere fonte di frustrazione e a volte di vera e propria sofferenza. Affinché questa relazione diventi più sana, più efficace e più serena, bisogna sviluppare empatia e imparare a comunicare in modo più efficace. Innanzitutto, bisogna rispettare gli altri ed evitare di giudicarli. Non conosciamo la loro storia e gli altri potrebbero avere gli stessi nostri problemi, o perfino più gravi. Prova quindi ad entrare in contatto con l’altro che hai di fronte cercando di capire la sua esperienza, i suoi sentimenti, i suoi bisogni ma cercando allo stesso tempo di individuare i punti in comune con questa persona. Comunica con sincerità le tue emozioni, i tuoi bisogni e le tue esigenze mantenendo uno spirito aperto al suo riguardo.
  5. Coltivare un’attitudine all’apprendimento e esercitare la capacità ad imparare. Per affrontare con serenità gli imprevisti e le numerose difficoltà che la vita ci presenta, per crescere e evolvere, è indispensabile imparare continuamente. L’attitudine della persona che vuole imparare consiste nell’accettare che il percorso di apprendimento passi sempre da una fase di incompetenza e di confusione. Prima di impadronirsi di una materia o trovare una soluzione a un problema, è normale sentirsi persi nell’incertezza e nel dubbio. Dobbiamo quindi imparare a gestire questi momenti nel modo più tranquillo possibile. Ricordiamoci che impariamo dai nostri errori, che essi fanno parte del nostro apprendimento e che anzi forse ne sono la base principale. Un fallimento non è una sentenza o un giudizio, ma piuttosto un risultato, una risposta a un tentativo che abbiamo fatto. Da questo risultato imprevisto, possiamo imparare delle lezioni che serviranno da base per fare altri tentativi che ci condurranno poi alla soluzione del nostro problema. Ricordiamoci anche che possiamo imparare da tutti e che è importante ricevere dei feedback per migliorare. Non esitare a metterti in discussione, cercando di trovare l’informazione importante o utile dallo scambio con gli altri. La persona propensa all’apprendimento considera tutte le esperienze come un’opportunità di evoluzione.

Pensi di essere motivato al lavoro?

Perché l’essere umano ha solo un grande desiderio: amare ed essere amato

È sotto gli occhi di tutti che il mondo in cui viviamo non é perfetto, e che anzi c’é ancora un lungo pezzo di strada da fare per migliorare. L’umanitá ha fatto incredibili progressi tecnologici ma tanti tra noi vivono ancora nella paura e nella sofferenza. Ma le persone hanno un grande desiderio comune: amare ed essere amate.

Il mondo è afflitto da guerre, malattie, carestie, catastrofi naturali, corruzione, razzismo, disuguaglianza e il genere umano ha imparato poco dalle migliaia di anni di civiltà di cui siamo gli eredi. Viviamo davvero in tempi difficili. Ma l’essere umano ha un risorsa di inestimabile valore: l’amore.

Per raggiungere questo scopo, dovresti cominciare a celebrare la vita, la sua magnifica diversità e fare della gentilezza e della compassione le tue priorità. Siamo tutti molto diversi ma il cuore umano ha bisogno di esprimersi per amare ed essere amato.

Spero di farti venire voglia di offrire il tuo contributo per la costruzione di un mondo migliore aprendo il tuo cuore. Parla e ascolta le persone con empatia, fai la differenza e non dare mai niente per scontato.

Aprire agli altri il tuo cuore non significa solo fare un regalo prezioso, ma si tratta anche di creare un legame, di offrire un’esperienza positiva, e di cominciare a costruire un ponte tra te e un mondo diverso.

Quindi, se vuoi offrire qualcosa, offri un’esperienza indimenticabile per lasciare un ricordo memorabile. Oppure offri perdono, o il tuo tempo e la tua attenzione. Ma soprattutto, offri gentilezza e compassione.

Perché é difficile riconoscere una persona ansiosa

Se non hai mai sofferto d’ansia, potresti non capire cosa significhi essere in una tale situazione di disagio psicologico, soprattutto se stai vicino alla persona che ne soffre. E’ un paradosso?

Vediamo alcune possibili ragioni del perché é difficile riconoscere una persona ansiosa.

I parenti o gli amici, forse per paura, preferiscono evitare l’argomento e tendono a pensare che la persona in questione non possa essere ansiosa perché é sempre allegra, socievole, si diverte, e non mostra segni di distress

Perció, le persone che soffrono di ansia non sono così facilmente individuabili come si potrebbe pensare. Molte vittime di ansia infatti indossano una maschera spesso inconscia di fiducia e apparente felicità per camuffare la loro condizione che é molto difficile da vivere. Hanno paura di far preoccupare la famiglia o gli amici e non vogliono essere di peso, anche perché pensano che il rapporto con loro possa essere fortemente influenzato.

Può quindi diventare difficile per la famiglia e gli amici individuare i disturbi d’ansia. Tuttavia spesso questi influenzano la vita di tutti i giorni e il comportamento di base dei soggetti che ne sono vittime.

Se invece la persona decide di parlarti apertamente é importante allora che tu ascolti e cerchi gradualmente di far luce sulla sua condizione, fornendo un supporto adeguato senza farti coinvolgere. Ricorda peró che questa condizione non puó finire per magia e quindi bisogna consigliare una visita da un professionista della salute come uno psicoterapeuta perché solo uno specialista puó identificare il problema di base e trattarlo adeguatamente.

Cerchi consigli semplici per superare uno stato d’ansia? Leggi qui!

Ansia – Anxiety

Comunicazione non violenta

La comunicazione non violenta (CNV) elaborata da Marshall Rosenberg è una forma di filosofia di vita che cerca da un lato di placare e rafforzare le relazioni (cominciando da quella con se stessi) e dall’altro è un modo per dialogare favorendo la comprensione reciproca, l’apertura mentale e la gentilezza.


La CNV mira a connettere le persone in modo pacifico, utilizzando le parole senza offendere le persone, senza aggredire e nello stesso tempo senza annientarsi. E’ un modo di comunicazione assertivo. Si ascolta per capire.


In questi tempi di incertezza e difficoltá a causa del perdurare dell’emergenza Covid, siamo super stressati e a volte possiamo avere delle reazioni verbali eccessive, delle quali successivamente ci pentiamo.


Possiamo considerare la CNV un vero strumento per mantenere in buona salute la relazione con noi stessi e con gli altri. Chi non hai mai desiderato di esprimersi in modo da non ferire o non aggredire l’altro?

La CNV consiste in un semplice metodo di comunicazione chiara ed empatica, fondato su questi quattro passi.

Osservazione dei fatti.

Dovresti esporre osservazioni basate puramente sui fatti, quindi esenti da giudizi o valutazioni. (per esempio: “Sono le due del mattino e sento della musica provenire dalla tua camera” esprime un fatto verificabile, mentre “È troppo tardi per fare tutto questo chiasso” indica un giudizio).

Identificazione dei sentimenti.

Esprimi le sensazioni che accompagnano l’osservazione, oppure immagina che cosa prova l’altra persona e chiediglielo. (per esempio, “So che stai per fare un esame e ti vedo camminare avanti e indietro – osservazione – Sei nervoso?”).

Riconoscimento dei bisogni.

Esprimi i bisogni da cui scaturiscono determinati sentimenti. Puoi anche immaginare quali potrebbero essere i bisogni che generano determinate emozioni nell’altra persona e chiederglielo (per esempio: “Mi sento in difficoltà – sensazione – e avrei bisogno di parlarti subito. Per te è il momento adatto?”).

Formulazione delle richieste.

Chiedi in modo chiaro e preciso quello che desideri (Esempio: “Ho notato che sei silenzioso oggi (osservazione). Ti stai annoiando? (sensazione)“. Se la risposta è sì, prova a comunicare il tuo stato d’animo e fare una proposta: “Bé, mi annoio anch’io. Che ne dici di andare a fare un giro?”).

Concludendo, la finalitá della CNV è trovare un modo con cui ogni persona sia in grado di esprimere quello che ritiene importante senza incolpare, umiliare, imbarazzare, biasimare, costringere o minacciare gli altri. Serve a risolvere i conflitti, entrare in sintonia con le persone e vivere in maniera consapevole e attenta dei loro bisogni, trovando un compromesso con i propri.

La CNV ci aiuta a scoprire il nostro vissuto e le nostre aspirazioni e ad esprimerle con fermezza e gentilezza.

Inoltre, ci permette anche di farci capire meglio e di capire meglio gli altri, ammorbidendo le tensioni intra e interpersonali. La CNV offre delle chiavi per capire i nostri limiti e per accogliere serenamente le azioni e le reazioni degli altri senza lasciarsi sopraffare!

Grazie a questo strumento potrai perdere la paura di esprimerti e acquisire una maggiore fiducia nelle tue capacitá.

Cosa ne pensi della comunicazione non violenta?

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Fiducia – Photo by Pixabay on Pexels.com

Perché vale la pena essere curiosi

Tutti nasciamo curiosi. Perché vale la pena essere curiosi? La curiosità offre dei grandi vantaggi: dal mantenere giovane e aperta la nostra mente all’aiutarci ad affrontare con successo i cambiamenti.

Ma non tutti la viviamo allo stesso modo. C’è chi è affascinato da Instagram per curiosare nella vita degli altri mentre altri concentrano il loro interesse sulla conoscenza di cose materiali, come ad esempio il funzionamento del motore di una macchina.

In entrambi i casi si tratta di persone curiose, ma alcune ricerche hanno dimostrato che ad essere diverso diverso é il tipo di curiosità che abbiamo, ed é questo che contribuisce a definire le nostre abilità.

Diamo un’occhiata alla tipologia individuata dalla ricerca svolta da Kashdan insieme ad altri autori.

Esplorazione gioiosa

Questo è il classico tipo di curiosità. Stai cercando qualcosa relativo a nuove conoscenze o informazioni, dall’imparare a cucinare un piatto che ti è piaciuto al sapere chi ha costruito un determinato edificio. Questa curiosità, come indica il nome, è legata alla gioia di apprendere qualcosa che non conoscevi prima.

Ansia per la mancanza di informazioni

Questa dimensione ha un tono emotivo diverso. Mentre la precedente ti dà gioia, in questo caso si entra in tensione o ansia per sapere come risolvere un problema durante un esame o per ricordare un dato, che non ti viene in mente, per esempio.

Tolleranza allo stress

Si attiva quando si accetta il dubbio o l’ansia di fronte a eventi nuovi, complessi o sconosciuti. In qualche modo ti aiuta a ridurre la resistenza ai cambiamenti. Ti permette di chiederti cosa ci può essere oltre la paura, ad esempio quando ti trovi davanti ad un cambiamento sul lavoro.

Curiosità sociale

Qui vengono inquadrate le situazioni in cui vogliamo sapere cosa pensano e fanno gli altri quando osservano, parlano o ascoltano conversazioni. È il desiderio di conoscere la vita degli altri attraverso la stampa, la televisione o i social network.

Ricerca di emozioni

E’ la dimensione che ti porta ad affrontare rischi di qualsiasi tipo per cercare nuove esperienze. Per esempio, ci sono persone che praticano sport estremi o che si recano in un paese rischioso per il piacere dell’avventura.

Secondo una ricerca condotta nel 2018 su oltre 3.000 lavoratori negli Stati Uniti, in Germania e in Cina, l’84% ha riconosciuto che la curiosità consente di generare nuove idee e il 64% che li aiuta a ottenere una promozione lavorativa. Inoltre, secondo le conclusioni dello studio, le prime quattro dimensioni della curiosità migliorano i risultati sul lavoro mentre le persone con un’elevata curiosità sociale riescono a risolvere meglio di altri i conflitti e riescono anche ad ottenere fiducia piú facilmente.

In conclusione, ognuno può avere sviluppate tutte o alcune delle dimensioni precedenti. C’é chi ne avrá quattro o cinque, chi sará piuttosto un “esploratore gioioso”, chi invece sará piú propenso a risolvere problemi, e chi infine, grazie alla sua curiositá sociale risulterá piú empatico.

Tu in quale categoria ti riconosci?

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La curiositá é tipica dei bambini – Photo by Pixabay on Pexels.com

Come individuare una personalitá narcisista

Quali sono le caratteristiche principali di una persona narcisista? Nel linguaggio corrente, si identifica il narcismo con la persona che fa di sé stesso/a, delle proprie qualità fisiche e intellettuali, il centro esclusivo e preminente del proprio interesse e l’oggetto di una compiaciuta ammirazione, mentre resta più o meno indifferente agli altri, di cui ignora o disprezza il valore e le opere.

I narcisisti sono persone che si credono uniche, superiori agli altri e padroni di un’esistenza meravigliosa che nessuno può immaginare. Di conseguenza possono essere arroganti e prepotenti. Hanno bisogno di costante ammirazione e vogliono essere sempre i migliori diventando così estremamente competitivi. Secondo il loro modo di vedere, sono gli unici a conseguire successi nella vita.

Pensano anche che le loro esperienze siano più preziose di quelle degli altri e sentono di dover dare l’esempio a coloro che li circondano. Non lo fanno per dare consigli ma per essere al centro dell’attenzione. Questo fa sì che le loro relazioni sociali si deteriorino e hanno bisogno di nuovi contatti per sentirsi nuovamente ammirati, anche se, nel tempo, le persone tendono ad allontanarsi da loro.

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Il mondo dei narcisisti è limitato a ciò che pensano e fanno, nella loro mente si trova solo l’eco di quello che pensano. Non ascoltano gli altri perché non si preoccupano di nulla. La loro necessitá di ammirazione li porta a credere che tutto nella loro vita sia eccezionale e meraviglioso, che non ci siano eventi normali e che la loro esistenza sia costellata di fama e successi.

Tuttavia, l’invidia prevale nelle loro relazioni personali e sociali, sia per i successi degli altri sia per quella che credono gli altri abbiano verso i loro successi. La cautela è la norma se un narcisista si avvicina a te, perché vuole eccellere ed essere il/la primo/a della classe e quindi non esiterá a schiacciarti.

Sono le peggiori conoscenze che si possano avere perché la loro mancanza di empatia li rende incapaci di aiutare gli altri. Vivono in una realtà parallela, in un mondo di fantasia in cui vogliono esercitare potere sugli altri. Hanno un’unica meta: raggiungere il successo a tutti i costi. 

Sono dotati di una fervida immaginazione che li porta a mentire spesso per raccontare cose strabilianti che hanno fatto ma non si possono verificare. Ricorda che il fallimento non appartiene al loro orizzonte di vita.

I narcisisti sentono il bisogno di nascondere i loro difetti e trasformano la loro insicurezza in una falsa sicurezza il cui obiettivo è non essere danneggiati. Per non mostrare la loro vulnerabilità parlano in modo eccessivo, cambiano discorso per poter spostare l’attenzione su di loro e tendono a sminuire gli altri per sottolinearne i difetti. Sono anche maniaci del controllo e cercano con tutti i mezzi di portare ogni situazione sul loro terreno, dove si sentono sicuri. Se sono manager, adoterranno sicuramente lo stile micromanagement.

Devono provare costantemente euforia per attutire il disagio, perché la persona narcisista non può permettere che nella sua vita ci sia dolore. Un modo comune per evitare il dolore o la frustrazione è la dipendenza, che si tratti di acquisti compulsivi, alcol, droghe, sport, sesso o gioco d’azzardo.

Un’altra caratteristica dei narcisisti è che tendono a trarre vantaggio dagli altri. Ad esempio, si affiancheranno a persone ben posizionate per guadagnare la loro fiducia. Usano le persone che li aiutano a crescere e si appropriano dei successi degli altri per avanzare in carriera o nella scala sociale.

I narcisisti padroneggiano la sottile arte della manipolazione. Sono sempre all’erta, pronti a reindirizzare chi cerca di dire o fare qualcosa che non gli piace, o che non gli permette di manifestare la propria grandezza e potere davanti agli altri.

Se dopo aver letto questo articolo pensi di essere narcisista, non preoccuparti perché un vero narcisista non si identificherebbe mai con questi tratti. Per la persona narcisista, le aspirazioni non sono mai eccessive. Se sono al centro dell’attenzione è perché, secondo il loro punto di vista, se lo meritano. Per queste persone è ridicolo cercare di identificarsi in un qualsiasi profilo. Il narcisista è unico, non c’è nessun’altro che possa competere con lui o lei.

Hai mai avuto a che fare con un narcisista?

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Empatia: un legame tra noi e gli altri

Relazionarsi con gli altri a volte é difficile. Possono crearsi delle tensioni che però possono poi trasformarsi in occasioni per conoscersi meglio. La relazione può così migliorare e diventare fonte di gioia e ispirazione.

Empatia non é dimostrare pietà, ma é la possibilità che una persona si da di vivere dall’interno quello che l’altro prova in un dato momento.

Una cosa importante da sapere é che l’empatia non é un talento con il quale si nasce, ma può essere imparata. Essere empatici significa innanzitutto sentirsi implicati in un qualche modo verso l’altro da noi. Sicuramente é più facile provare empatia per le persone che ci sono simili piuttosto che con le persone che sentiamo antagoniste.

Se vogliamo essere empatici con i nostri colleghi di lavoro, potremmo provare a parlare con loro più spesso, chiedere loro quello che vivono e le emozioni che provano piuttosto che immaginarselo, cosa che potrebbe rivelarsi assolutamente fuorviante.

Una buona empatia potrebbe permetterci di sentire le emozioni che provano i nostri interlocutori e potremmo in questo modo anticipare le loro reazioni. Quando le persone si sentono comprese, si apre la via della fiducia e della buona intesa. Una vera empatia permette di rinnovare un legame che poteva sembrare rotto.

Attenzione però: l’empatia non deve essere rivolta solo verso gli altri ma deve esserci empatia anche verso noi stessi. Per poter identificare le emozioni degli altri, dobbiamo saper identificare in primo luogo le nostre emozioni e non solo quelle positive ma anche quelle negative come la rabbia, l’amarezza, la vergogna. Più ci sono chiare le nostre emozioni, più potremo accettare e comprendere le emozioni degli altri. Comprendere perché proviamo determinate emozioni ci consentirà di metterci nei panni degli altri e capire le ragioni per le quali una persona é stata spinta a provare un’emozione piuttosto che un’altra. Si può capire la diversità dei punti di vista solo nella misura in cui accettiamo la molteplicità dei punti di vista!

9 ragioni per praticare la mindfulness

Oggi si parla molto di mindfulness, ma sappiamo davvero che cosa è e a cosa serve?

Cominciamo da una piccola definizione. La mindfulness é un formazione della mente che serve a farti acquisire consapevolezza delle tue azioni e presenza in quello che fai. E’ un concetto che ha origini nel buddismo ma ha perso la componente religiosa e non si limita alla sola meditazione, che ne costituisce tuttavia una parte.

La vita di oggi é a volte difficile e impegnativa e spesso ci troviamo esausti, senza fiato. La nostra mente é costretta a dedicarsi a molti compiti allo stesso tempo, a scapito del nostro benessere fisico e mentale.

La pratica della mindfulness ci aiuta sicuramente a trovare un po’ di calma interiore e ad affrontare gli eventi della vita in un altro modo, sia nel contesto lavorativo che nell’ambito personale. Ci aiuta a trovare la nostra intimità umana e spirituale.

La pratica regolare della mindfulness contrasta sicuramente lo stress e l’ansia e ci aiuta a sviluppare utili capacità mentali come:

  1. Concentrazione
  2. Chiarezza e agilità mentale
  3. Collaborazione
  4. Creatività e innovazione
  5. Intelligenza emotiva
  6. Empatia e compassione
  7. Resilienza
  8. Felicità
  9. Benessere generale.

Prova un esercizio semplice. Mangia un frutto lentamente, cercando di assaporare appieno il suo gusto, di capirne la consistenza e scoprire le sensazioni che ti da. Se mangi cosí una volta la giorno, sei sulla buona strada verso un percorso di mindfulness!