Sei consigli per fare attività fisica (e continuare a farla)

Tutti ci raccomandano di fare più attività fisica, di muoverci almeno mezz’ora o di camminare almeno 10.000 passi al giorno. Ma se abbiamo già giornate super piene, come troviamo il tempo per un’attività fisica o sportiva che sia?

Chiariamo innanzitutto che cosa si intende per attività fisica: si tratta semplicemente di mettersi in movimento, di alzarci dalla sedia su cui siamo costretti a stare almeno otto ore al giorno, perché “sitting is the new smoking”.

Quindi, poco importa se si tratta di eseguire lavori domestici o fare dello sport. Per muoversi basta svolgere un’attività che facciamo quotidianamente, come ad esempio, fare le scale, camminare, andare in bicicletta o fare le pulizie.

Ecco ora alcuni suggerimenti su come restare attivi.

  1. Guarda la tua agenda e individua il momento migliore per praticare sport. Scrivilo e non te ne dimenticherai. Dopo un po’ di tempo farà parte della tua routine quotidiana. Se poi qualcuno viene con te, é ancora meglio perché sarai più motivato.
  2. Crea un calendario delle tue attività. Prendi un calendario e scrivi i giorni che sei riuscito a raggiungere i tuoi obiettivi in termini di minuti d’attività fisica. Alla fine del mese potrai constatare i tuoi progressi e sarai più motivato e soddisfatto! Il tempo ideale per settimana é di 150 minuti d’attività moderata. Per attività moderata si intende un’attività che ci permette di parlare con qualcuno e che ci fa sudare leggermente. Un esempio di questa attività potrebbe essere anche portare a spasso il proprio cane.
  3. Distribuisci la tua attività. Da tre a cinque volta la settimana sarebbe ideale. 30 minuti d’attività quotidiana sarebbero ancora meglio. Puoi distribuire le attività durante tutta la giornata, così per esempio:
  • Cammina 10 minuti per andare in ufficio con un mezzo di trasporto pubblico salendo una fermata dopo o scendendo una fermata prima;
  • Passeggia 10 minuti nel quartiere dove lavori durante la pausa pranzo;
  • Cammina 10 minuti per rientrare a casa con il mezzo pubblico anche in questo caso salendo una fermata dopo o scendendo una fermata prima.

4. Trova l’attività che ti piace davvero. Se non l’hai ancora trovata, provane alcune e vedrai che prima o poi la trovi. Corsa, camminata nordica, crossfit, danza o nuoto sono solo alcuni esempi di attività che potresti praticare.

5. Metti da parte i sensi di colpa. L’obiettivo a lungo termine é quello di far diventare la tua attività un abitudine. Se una sera rientrando dal lavoro ti senti stanco e vuoi restare a casa solo o con la tua famiglia, fallo senza sentirti in colpa. Rilassarsi è altrettanto importante che fare movimento. In più se hai già seguito la distribuzione giornaliera della tua attività sei a posto, puoi prenderti una pausa.

6. Rinforza i tuoi muscoli. Non devi fare necessariamente sollevamento pesi. Una seduta di Pilates o di yoga ti aiuteranno a tonificare e rafforzare i tuoi addominali, ad esempio.

Allora, che dici, si può fare?

Come migliorare la tua disciplina

L’autodisciplina è la capacità di allenarsi mentalmente. Le persone di successo sono maestri in quest’arte. Gli sportivi, le stelle dello spettacolo, i grandi medici, gli inventori, i ricercatori, i dirigenti, ma anche i genitori, gli insegnanti, gli infermieri che hanno conseguito dei risultati importanti durante la loro carriera e la loro vita, praticano delle tecniche fondamentali per la loro mente. Sanno che il pensiero genera l’abitudine e disciplinano il loro pensiero per creare l’attitudine a fare sempre meglio. Vediamo alcune tecniche che potranno aiutarti a migliorare la tua disciplina.

  1. Visualizzazione – Ascolta degli audio che ti spiegano cos’é e come praticare la visualizzazione. Imparerai a condizionare la tua mente al rilassamento, e in questo stato sarai più ricettivo e quindi piú creativo, Scrivi i tuoi obiettivi (non tanti, al massimo tre) e leggili ad alta voce. Ascolta musica energizzante ripetendo i tuoi obiettivi come un mantra.
  2. Quando visualizzi i tuoi obiettivi, visualizzali esattamente come se fossero giá realizzati. Ad esempio, se vuoi vederti piú magro, visualizzati in un abito che da tanto tempo non riesci piú a mettere.
  3. Fai un esercizio quotidiano di questo tipo: ripeti a te stesso piú volte che hai giá raggiunto questi obiettivi importanti. Osservati nella tua nuova “versione”. Persevera nel voler raggiungere i tuoi obiettivi, non abbandonarli, prenditi cura di loro.
  4. Fai una lista di alcune cose importanti e necessarie che non hai voglia di fare perché non ti piacciono, sono difficili, o non hai tempo. Attribuisci una scadenza e rispettala. L’azione dedicata allo svolgimento di compiti spiacevoli riduce lo stress e la tensione (lo so, sembra strano, ma il nostro cervello funziona cosí).
  5. Ricordati che devi migliorare la disciplina anche del tuo corpo. Perció fai attivitá sportiva, cammina almento tre volte a settimana per mezz’ora, riposa e dormi in modo regolare, mangia pasti sani, nutrienti ed equilibrati, cerca di mantenere sempre lo stesso peso.

Infine, non dimenticare che sia perdere che vincere sono atteggiamenti mentali che possono essere appresi ma ci vogliono giorni, settimane e perfino mesi di pratica costante per raggiungere gli obiettivi che ti sei posto. Migliorare la tua disciplina é un passo fondamentale verso il successo.

Se vuoi, puoi leggere nel mio blog altri articoli sulla disciplina.

Come mantenere le risoluzioni per l’anno nuovo

Oggi é il primo giorno dell’anno e molti di noi hanno giá stabilito degli obiettivi da raggiungere nel 2023, o stanno per farlo. Si tratta delle cosiddette risoluzioni, che sono facili da decidere ma difficili da mantenere lungo tutto il corso dell’anno.

Il nuovo anno porta con sé la voglia di cambiamento, di rinnovamento. Vorremmo passare più tempo in famiglia, fare quel viaggio che sogniamo da tanto tempo, cambiare lavoro, iscriversi in palestra, dimagrire, smettere di fumare…con l’obiettivo principale di sentirsi meglio con sé stessi e con gli altri.

Perché succede che strada facendo e man mano che passa il tempo ci dimentichiamo delle nostre risoluzioni o le abbandoniamo?

Ecco alcune domande che puoi porti.

I tuoi obiettivi sono troppo ambiziosi, vaghi o semplicemente troppi? In questo caso ti stai mettendo sotto pressione. Se hai deciso di smettere di fumare o di perdere 10 chili, devi chiederti perché fumi e perché hai sempre fame. Non sono questi dei modi per allievare le tante tensioni giornaliere?

Sei positiva/o rispetto al raggiungimento delle tue risoluzioni? Se pensi che non ce la farai mai, è sicuro che non ce la farai mai. Henry Ford diceva:

“Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione”.

La tua risoluzione è allettante? Hai deciso di dimagrire o di smettere di fumare. In sé sono degli obiettivi grandiosi. Trova un motivo per cui vuoi raggiungere questi obiettivi. Ad esempio, vuoi smettere di fumare per poter recuperare fiato più velocemente quando corri oppure vuoi dimagrire per tornare a metterti quei bellissimi pantaloni che ti piacciono tanto.

Le cattive abitudini sono difficili da perdere, soprattutto ci vuole del tempo. Come dicevo prima, se le hai prese, avrai avuto i tuoi buoni motivi (proteggerti dallo stress, per esempio). Non credere di cambiare abitudine in alcune settimane. Una volta si pensava che per cambiare un’abitudine bastassero 21 giorni. Ora, nuove ricerche neuro-scientifiche hanno stabilito che ce ne vogliono almeno 60! Quindi prenditi il tuo tempo, introduci la nuova abitudine con calma, non mettere fretta al tuo corpo, che è comodamente adagiato sulla vecchia abitudine e non ha nessuna voglia di sostituirla. Devi fargli capire, passo dopo passo, che un altro modo di funzionare è possibile anzi è persino salutare!

Inoltre, sappi che il cammino non sarà sempre lineare ma potrai incontrare degli ostacoli. Ricordati che ci saranno dei momenti più facili di altri e che perdere una battaglia non significa perdere la guerra. Anzi, accetta gli alti e i bassi: il corpo avrà modo di adattarsi lentamente.

Scegli un obiettivo che non sia un’imposizione, nel senso che deve rappresentare veramente una scelta, una cosa che vuoi fare, non che devi fare.

Controlla i tuoi pensieri, ricorda quello che diceva Henry Ford. Non concentrarti su quello che resta da fare, ma celebra quello che hai già fatto. Elenca le piccole vittorie e fatti i complimenti. Resta positiva/o!

Photo by Cristiana Branchini

Pensa alla forza che ha un seme per diventare un filo d’erba. Deve bucare la terra per vivere. Lavora lentamente sotto terra, fino a quando un giorno buca la terra e vede la luce! Per te è un po’ la stessa cosa. Lavora lentamente e un giorno vedrai il risultato, perché sei più forte di quello che credi.

E ora i quattro consigli:

  1. Programma un solo obiettivo alla volta, ma definiscilo bene, seguendo il modello SMART (specifico, misurabile, raggiungibile, rilevante e circoscritto nel tempo) che, anche se si riferisce ad un ambito aziendale, risulta ugualmente efficace.
  2. Adotta la politica dei piccoli passi dividendo il tuo obiettivo in tanti piccoli obiettivi.
  3. Celebra i successi: il primo chilo che hai perso, il primo giorno intero senza fumare. Metti dei post-it un po’ per tutta la casa con scritto quanto sei stata brava/o.
  4. Annuncia ai tuoi cari che hai questo obiettivo e chiedegli di aiutarti in questo percorso. Avere il loro sostegno ti aiuterà nel cammino verso la riuscita. Cerca dei gruppi su Facebook che hanno il tuo stesso obiettivo, partecipa a dei forum su Internet. Ricordati che non sei sola/o, ci sono altre migliaia di persone che hanno il tuo stesso obiettivo e scambiare delle idee con loro può esserti d’aiuto. Puoi creare tu stessa/o il tuo blog, che può diventare il tuo diario (ma un diario su carta va benissimo).

Non mi resta che augurarti uno splendido 2023!

Come resistere alle tentazioni

Come resistere alla tentazione di bere un buon bicchiere di vino, mangiare una fetta di torta o saltare la palestra e andare invece al cinema?

“L’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi” diceva Oscar Wilde.

Vanno bene la dieta, lo sport, il sonno a sufficienza, ma a volte concedersi degli strappi alla regola (i famosi “sgarri”) aiuta il tuo benessere psico-fisico e allenta l’ansia da prestazione che spesso si accompagna allo stile di vita salutista.

Tuttavia, oltre a cedere alle tentazioni possiamo imparare a controllarle.

Hai mai sentito parlare del “test dei Marshmallow”?

II “test del Marshmallow” è un curioso esperimento, effettuato dal professor Walter Mischel negli anni Sessanta all’Università di Stanford.

yummy marshmallows heaped on white table
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Un bambino viene lasciato da solo in una stanza davanti a un Marshmallow: può scegliere se mangiarlo subito oppure attendere 15 minuti e averne in premio ben due. Alcuni bambini sapranno aspettare; altri, incapaci di resistere, si lanceranno su quell’invitante dolcetto di zucchero.

II professore ha comparato nel tempo le capacità di autocontrollo dimostrate dai bambini con i successi ottenuti da adulti e ha dimostrato che chi ha saputo aspettare ha raggiunto più traguardi nella vita.

L’autocontrollo è dunque il segreto del successo? Chi sa tenere a bada gli istinti e rinviare le gratificazioni ha più probabilità di realizzarsi nella vita?

L’esperimento di Mischel in effetti spiega come l’autocontrollo sia fondamentale nello studio, nello sport, nel lavoro e in tante altre circostanze della vita quotidiana.

Sapersi controllare significa saper prendere le decisioni giuste al momento giusto e creare così le competenze adatte per non cedere alla tentazione del Marshmallow.

Le persone che sanno padroneggiare al meglio le tentazioni sono generalmente le persone che stanno meglio. Si nutrono bene, fanno sport, dormono a sufficienza. Queste persone strutturano la loro vita attorno a delle buone abitudini e costruiscono delle routine facili da realizzare.

La buona notizia è che nuove abitudini si possono acquisire.

Mangiare un pezzo di torta non è un fallimento morale, anche se hai deciso di metterti a dieta. Rinunciare al pezzo di torta potrebbe procurarti più stress e quindi causarti più danno che non mangiarla. Il trucco consiste ovviamente nell’evitare di comprare una torta ma anche quello di non passare davanti a una pasticceria! Ma non sentirti colpevole se ne mangi una fetta. Non dimenticare che anche un eccesso di forza di volontà può avere controindicazioni perché, come detto prima, può causare stress aggiuntivo.

L’autocontrollo dipende dalle tue scelte ed é una tua responsabilità. Lo stress è diventato un fardello personale, che sei chiamato a gestire da solo con l’aiuto di tecniche, come la meditazione, il coaching, lo yoga.

Ricorda che è importante riconoscere i tuoi limiti perché ti permette di diventare cosciente del fatto che non potrai mai essere perfetto/a e controllare tutto.

Secondo te, è possibile acquisire una certa capacità di autocontrollo facendo pratica?

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Perché dormire meno di sei ore non fa bene alla salute

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in un articolo su Internet che raccomandava di dormire tre ore di fila e fare tre sonnellini di 20 minuti nell’arco della giornata. Questa modalità di riposo veniva indicata come modello per ottenere successo ispirato a grandi manager o imprenditori mondiali, in particolare si riferiva a Elon Musk.

Da persona che ha problemi a dormire, posso dirti che la scienza avverte che dormire troppo poco influisce sulle prestazioni cognitive, sul comportamento e sul metabolismo. Con questa strategia, il prezzo del successo è la salute.

Anche dormire è produttivo. Per avere sufficiente energia e attenzione da dedicare al lavoro o un’altra attività produttiva come studiare, ad esempio, bisogna dormire almeno 7 ore e mezza.  

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Una delle funzioni del sonno è elaborare e consolidare l’apprendimento, l’attenzione e la memoria. Dormire implica continuare a lavorare, perché il cervello ripulisce il bombardamento di informazioni accumulate durante il giorno, che generalmente é molto intenso a causa delle diverse fonti che abbiamo a disposizione. La nostra biologia è preparata solo per brevi periodi di mancanza di sonno in situazioni stressanti o urgenti.

Numerosi studi hanno rivelato che l’abitudine di dedicare poche ore al sonno riduce le prestazioni cognitive, provoca un deficit di attenzione e la perdita della capacità di prendere decisioni, oltre ad aumentare gli stati di stress, ansia e depressione. Gli esseri umani sono ‘animali circadiani‘ programmati per cicli sonno-veglia della durata di 24 ore. Dormire per poche ore è un assalto fisiologico al nostro corpo e, in particolare, al cervello. Se dormire poco è una tua scelta, sappi che questo altera lo schema neuro-ormonale che può causare:

  1. problemi emotivi;
  2. difficoltà nell’acquisizione di nuove conoscenze;
  3. problemi nell’archiviazione di nuove informazioni;
  4. aumento del nervosismo e dell’ansia.

Pensare che dormire sia una perdita di tempo è sbagliato perché ha conseguenze sulla salute. La sonnolenza e la perdita di concentrazione sono evidenti il ​​giorno successivo, mentre altri problemi potrebbero sorgere nel lungo termine, come un aumento del rischio di cancro, malattie cardiovascolari, ipertensione, disturbi neurodegenerativi e disturbi metabolici. Dormire poco, infatti, fa aumentare anche l’appetito, con evidenti conseguenze sul tuo peso. La mancanza di sonno porta a fare spuntini e a bere bevande zuccherate o contenenti caffeina.

Un’altra questione importante è se questi effetti negativi sulla salute si verificano anche quando ci si sveglia molto presto. Studi dimostrano che alzarsi troppo presto non provoca necessariamente alterazioni, purché il sonno sia stato sufficientemente ristoratore.

Ricorda che è molto importante completare cinque o sei cicli di sonno ogni notte (un ciclo di sonno dura in media 90 minuti).

 Tu pensi di dormire abbastanza per essere produttivo/a?

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Come progredire verso il tuo obiettivo

Verso la fine del XIX secolo, un gruppo di economisti dell’Università di Losanna in Svizzera studiano le diseguaglianze sociali in Europa. Analizzando i dati fiscali di diversi paesi europei scoprono che in ciascun paese circa il 20% della popolazione possiede l’80% della ricchezza.

Questa scoperta fu un vero trampolino di lancio per la carriera di un’economista, Vilfredo Pareto, che ha dato il nome a un principio, il principio di Pareto appunto, conosciuta anche come la legge dell’20-80.

Alcuni esempi dell’applicazione di questa legge:

  • per ottimizzare la produzione alcune industrie in Giappone si focalizzano sul 20% delle cause che generano l’80% dei problemi di produzione;
  • i servizi clientela della maggior parte delle imprese si concentrano sul 20% dei clienti che generano l’80% del fatturato;
  • i professionisti delle finanze sono d’accordo nel dire che il 20% dei loro investimenti rappresentano l’80% dei guadagni.

Cosa ci fa capire questa legge? Il messaggio della legge di Pareto è che ci si deve concentrare sul 20% delle cose che ci porta all’80% dei risultati.

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In pratica, ci si deve concentrare sulle azioni ad alto valore aggiunto perché sono quelle che ci fanno avanzare.

Questa legge è molto importante perché ha a che fare con una risorsa preziosa: il tempo.

Per evitare di bloccarci su un obiettivo e piano piano perderlo di vista, sarebbe veramente importante utilizzare questa prospettiva (20-80).

Ma come fare ad individuare quali sono le cose essenziali al nostro obiettivo? E come scegliere le azioni a forte valore aggiunto?

Cerca di rispondere a queste due domande per ciascuna azione che hai previsto ma che esiti a realizzare:

  1. questa azione è vitale per farmi avanzare verso il mio obiettivo?
  2. sono l’unico/a a poter fare questa azione?

La prima domanda ti permette di separare le azioni essenziali da quelle che possono aspettare.

La seconda ti permette di individuare quali sono le azioni che altri possono fare al tuo posto e che, quindi, puoi delegare.

Una volta fatto questo, avrai scoperto il 20% delle azioni che devi portare avanti per raggiungere il tuo obiettivo.

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Ora potresti fare una stima del tempo necessario per ciascuna azione ma non è il metodo migliore, perché finiresti per metterlo nella tua “to-do-list” e potresti continuare a spostare l’ordine di priorità. Quindi, alla fine avresti perso del tempo.

 Ancora una volta devi farti delle domande:

  1. Quali problemi ti impediscono di raggiungere davvero con i tuoi obiettivi?
  2. Cosa devi fare per risolvere questi problemi?
  3. Quali sono gli elementi che ti permettono di capire se i problemi sono stati risolti?

Sarai sorpreso/a di vedere come funzionano bene queste domande. Vedrai che presto diventeranno un’abitudine, te le porrai tutte le volte che ti senti bloccato/a con qualcosa, perché la regola del 20-80 ti permette di concentrarti sulle azioni che hanno un impatto visibile e diretto.

Pensi che la legge di Pareto sia utile per raggiungere i tuoi obiettivi?

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Come la pandemia influisce sulla nostra vita

E’ innegabile che le restrizioni imposte dalla pandemia in corso abbiano cambiato drasticamente le nostre abitudini e il nostro stile di vita. Non ci sono dubbi che lo stress prodotto dall’incertezza, dalle proibizioni e dal lockdown, parziale o totale che sia, ci abbiano spinto alla ricerca di distrazioni che ci possano dare un po’ di sollievo. Come diceva Ovidio, gli esseri umani cercano quello che é proibito e desiderano quello che viene loro negato.

C’é un filo che lega i comportamenti eccessivi (bere troppo, fumare troppo, mangiare troppo, passare troppo tempo al computer o guardando la televisione) allo stress.

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Chiaramente, la pandemia tiene i nostri desideri in sospeso ed é una cosa normale desiderare ció che non si puó fare. Solo quando tornemo a una vita piú o meno normale e i nostri desideri saranno soddisfatti, staremo meglio. La ricerca del piacere é un comportamento assolutamente umano, non c’é nulla di cui preoccuparsi.

Il nostro cervello identifica e rafforza i comportamenti benefici come mangiare bene, socializzare, divertirsi. Questo circuito complesso di ricompensa che genera piacere é il risultato della evoluzione che garantisce la nostra sopravvivenza, che ci orienta nella vita quotidiana e che ci fa andare avanti. Piú siamo capaci di produrre dopamina (l’ormone del piacere e della ricompensa), piú siamo in grado di generare sensazioni piacevoli in modo naturale e avremo perció meno bisogno di ricorrere a comportamenti eccessivi che possono portare a dipendenze.

Tuttavia, la situazione che stiamo vivendo da circa un anno ha influito e influisce sulla motivazione e l’autocontrollo. Non riusciamo piú a generare piacere in modo naturale e dobbiamo ricorrere a mezzi diversi per provare a migliorare la nostro condizione. La mancanza improvvisa di dopamina si traduce in un cortocircuito di sensazioni piacevoli che ci spinge quindi a cercare piacere in altro modo.

E’ importante stare attenti che questi comportamenti non si trasformino in dipendenze. Per fortuna solo poche persone si lasciano andare fino al punto di diventare dipendenti da queste nuove abitudini nocive.

Per prevenire la dipendenza occorre mettere in atto delle strategie che favoriscano l’autocontrollo, soprattutto strategie anti-stress. Praticare esercizio fisico, camminare nella natura, cercare di non isolarsi ma di mantenere i contatti anche a distanza, sono solo alcuni suggerimenti.

Tu hai delle strategia anti-stress? Fammelo sapere!

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Come il coprifuoco ha cambiato le tue abitudini?

Quando sento parlare di coprifuoco mi vengono in mente tempi oscuri, tempi di guerra. Ma in effetti quella contro il Covid é una guerra. Non ci sono le bombe, non dobbiamo essere evacuati, possiamo mangiare tutti i giorni perché ci sono scorte alimentari che non finiscono. Ma il coprifuoco ha cambiato le nostre abitudini, probabilmente proprio quelle legate agli orari dei pasti.

Da nord a sud dell’Europa si mangia ad orari diversi. Presto al nord, piú tardi al sud. Magari sei invitato a cena da qualcuno e il coprifuoco ti costringe a mangiare prima perché poi devi rientrare a casa. Oppure mangi piú tardi perché finisci di lavorare tardi e non hai il tempo di fermarti fuori a cena. I ristoranti sono chiusi, effettuano solo servizio da asporto e devi rientrare entro l’orario previsto dal coprifuoco.

Un’amica di Parigi, prima che la cittá venisse messa in lockdown totale, doveva rientrare a casa per le 21. Parigi lo sappiamo é una grande cittá e la gente usa spesso i mezzi pubblici, peraltro molto efficienti. Per essere a casa alle 21, doveva prendere la metro al massimo entro le 20:30 e quindi si trovava a mangiare piú tardi rispetto alle sue abitudini precedenti. E ha cominciato a dormire male.

Se prendi un appuntamento prima che cominci il coprifuoco, potresti sentirti stressato a causa della fretta che hai per tornare a casa in tempo. Forse sarebbe meglio starsene a casa e rispettare le indicazioni del governo che ci dice di limitare i nostri contatti sociali. Ma a volte hai voglia di stare un po’ fuori, di incontrare qualche amico.

Gli effetti del coprifuoco non sono solo sulla nostra vita sociale, ma anche sulla nostra salute a causa dell’adattamento a un nuovo ritmo di vita e del cambiamento della nostra routine.

Foto di Jan Vašek da Pixabay

Il nuovo orario imposto dal coprifuoco puó presentare dei vantaggi, ad esempio, si smette di lavorare prima, si rientra a casa prima e si cena prima. Per esempio, si arriva a casa alle 19:00, si cena tra le 20:00 e le 20:30, si va a letto verso le 23 e ci si alza alle 7 il giorno dopo.

Questo sarebbe ottimale per la nostra salute. In effetti, ci si sincronizzerebbe meglio con il nostro orologio biologico (tempo) interno, esterno ambientale e esterno sociale.

Il tempo interno é quello che segna il nostro ritmo endogeno, che ci aiuta a dormire di notte, stare svegli di giorno e mangiare alle ore giuste per noi.

Il tempo esterno ambientale é determinato dall’alternanza delle fasi di luce e di buio generati del ciclo solare.

Il tempo esterno sociale puó alterare questi equilibri. Se gli orari di lavoro, di pranzo, cena e svago non sono adatti al nostro tipo biologico (cronotipo) potremmo entrare in una fase di rottura temporale che potrebbe causare diversi problemi di salute, uno su tutti l’insonnia.

I nostri antenati si alzavano con il sole e andavano a dormire con il buio. Questo ritmo permetteva una produzione adeguata di melatonina (l’ormone che regola il sonno), che consentiva un perfetto equilibrio tra il tempo interno e il tempo esterno.

L’abitudine di mangiare verso le 21:30 o addirittura piú tardi va contro questi cicli naturali e rende piú difficile riposare bene. Una cena copiosa che termina verso mezzanotte potrebbe causare una digestione difficile in un orario in cui il corpo dovrebbe invece riposare.

E’ consigliato perció finire di cenare almeno due ore prima di andare a letto per evitare un sonno di scarsa qualitá e un risveglio contraddistinto da fatica, irritabilitá e basso rendimento cognitivo.

Se segui il ritmo biologico del tuo corpo, avrai un miglioramento netto della tua salute generale!

Pensi che il coprifuoco ti abbia fatto cambiare alcune abitudini?

Foto di Daria Yakovleva da Pixabay

Come e perché la sincronicitá é magica

Perdi il treno e sulla banchina incontri l’amore della tua vita. Ti arrivano dei soldi proprio nel momento in cui ne avevi bisogno. E’ questa la magia delle sincronicità. Sono delle coincidenze felici che ti lasciano a volte senza parole e ti fanno intravedere un nuovo cammino.

Che cos’è la sincronicità

Il principio della sincronicità è stato messo in evidenza da Carl Gustav Jung e sviluppato da Wolfgang Pauli, uno dei padri fondatori della meccanica quantistica, premio Nobel della fisica nel 1945.

Si tratta della comparsa simultanea di due eventi indipendenti, che non sono in rapporto causa effetto, ma sono legati da un significato.

Leggi questa storia raccontata da Jung per capire di cosa si tratta.

Una giovane donna di buona educazione e classe sociale entrò nell’ufficio di Jung. Jung vide che il cambiamento psicologico per la donna sarebbe stato difficile a meno che lui non fosse stato in grado di ammorbidire il suo guscio razionalista con un po’ più di umanitá. Jung aveva bisogno della magia della coincidenza e cercava di trovarla attorno a sé. Così osservó con attenzione la giovane donna, sperando che qualcosa d’inaspettato e irrazionale venisse fuori.

Mentre lei descriveva uno scarabeo dorato – un costoso pezzo di gioielleria – che aveva sognato la notte prima, Jung sentì picchiettare sulla finestra. Quando guardò vide un luccichio verde-oro. Jung aprì la finestra e prese lo scarabeo che volteggiava nell’aria. Il coleottero, molto simile a quello d’oro, era proprio quello di cui aveva bisogno, oppure ciò di cui lei aveva bisogno.

«Ecco il tuo scarabeo», disse alla donna, mentre le porgeva il legame tra i suoi sogni e il mondo reale. Questo provocò uno choc nella donna che le sbloccò la mente e la aiutò moltissimo nella sua terapia.

Un evento sincronico va oltre la semplice coincidenza perché la presa di coscienza ha un potere trasformatore, che segna un prima e un dopo nella storia personale.

Per poter notare le sincronicità dobbiamo sviluppare attenzione e spirito d’osservazione.

Se cominciassi a notare con curiosità quello che ti accade durante la giornata, la tua quotidianità diventerebbe uno spazio gioioso di possibilità e di opportunità.

Nascosti o evidenti, questi messaggi effimeri sono così preziosi che meritano tutta la nostra attenzione. Vedrai che allora, più noti queste coincidenze significative, piú queste si moltiplicano e ti aiuteranno ad uscire dalla tua routine per farti dirigere verso qualcosa di nuovo. Cambiando prospettiva, riuscirai anche a far muovere la realtà oggettiva.

Prova a fare uno di questi giochi e vedere che sensazioni ti lasciano.

Il gioco del libro. Scrivi una domanda, poi apri un libro a caso e fermati su una pagina a caso. Lascia scorrere le tue dita ad occhi chiusi sulla pagina e quando ti fermi apri gli occhi per scoprire il testo che hai scelto casualmente. Quali sono le tue sensazioni e i primi pensieri? Scrivili e cerca i collegamenti con la tua domanda.

Anche il gioco del marciapiede può farti arrivare un messaggio inaspettato mettendoti in contatto con un simbolo o una situazione. Cammina con i sensi in massima allerta e nota tutti i dettagli. Per esempio, cogli alcuni elementi di una conversazione fra due persone che incroci, leggi una pubblicità, guarda un graffito oppure un giornale lasciato su una panchina. Sono segnali che possono aiutarti a trovare la risposta a una tua domanda.

Anche i lapsus o le disgrafie possono essere un indizio da esplorare. Per esempio, spesso mi capita di scrivere massaggio al posto di messaggio. Credo di avere bisogno di farmi fare un massaggio…

Questi suggerimenti arrivano per farti aprire le porte e non per chiuderle. Ti offrono la possibilità di vivere con entusiasmo e divertimento delle esperienze ricche di senso e di abbandonare i piani stabiliti da un ego che ti costringerebbe a seguirli.

In questo modo hai la possibilità di connetterti all’inconscio collettivo perché aderisci a delle credenze positive e non bloccanti. Più fai attenzione a queste sincronicità, più i tuoi circuiti neurologici ed emotivi sono stimolati positivamente e questo crea dei nuovi schemi comportamentali, installa delle abitudini benefiche che ti mettono in collegamento con la coscienza dell’universo.

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Il tempo della sincronicità

Come le radici greche di questa parola lo mostrano, le sincronicità fanno riferimento al tempo (syn riunione e chronos tempo). Gli antichi greci le concepivano secondo tre modalità distinte: il chronos, che corrisponde allo scorrimento lineare; l’aion, ovvero i cicli senza fine; il kairos, cioè il momento giusto per agire.

Nella mitologia greca esiste il dio alato Kairos. Quando Kairos ti passa vicino hai tre possibilità:

  1. non lo vedi;
  2. lo vedi ma non fai niente;
  3. nel momento in cui passa gli tendi la mano per cogliere l’opportunità offerta.

 In pratica, le sincronicità ti stanno dicendo: cogli l’attimo.

Tu cosa fai quando Kairos ti passa vicino?

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Smetti di usare la macchina ora

2009, Olanda. Alcuni abitanti di un quartiere di Rotterdam ricevono un’email strano: sono stati visti mentre guidavano e gli si chiede di non farlo più. Si tratta di una minaccia o di un ricatto?

Assolutamente no! Il messaggio arriva dal comune di Rotterdam e dalla società autostradale locale che si sono alleati per ridurre il traffico stradale che avvelena sempre più le città. Non sarebbe più facile, invece, ingrandire le autostrade e addirittura costruire una nuova autostrada?

Qui entra in gioco il “paradosso di Braess”. Secondo questa teoria, aumentare la capacità stradale per decongestionare le città non fa altro che peggiorare la situazione.

In effetti, con una nuova strada, la gente che aveva rinunciato all’auto, ricomincia ad utilizzarla nuovamente, e coloro che evitavano le ore di punta, riprovano a mettersi in strada durante gli orari più critici.

Photo by Iwona Castiello D’Antonio

Al contrario, sopprimendo delle strade, si può ridurre il tempo del tragitto, perché alcuni automobilisti saranno propensi ad abbandonare l’auto. E questo è il paradosso.

La città di Rotterdam anche prova un’altra cosa: il pedaggio positivo, chiamato anche il pedaggio inverso.

Se i cittadini lasciano l’auto in garage nelle ore di punta ricevono una piccola somma di denaro. Ovviamente saranno dotati di un dispositivo capace di controllare se davvero hanno lasciato l’auto in garage.

E funziona: in qualche anno i volontari aumentano e gli ingorghi stradali diminuiscono. Anche quando il compenso monetario cessa, la gente mantiene la buona abitudine. E Rotterdam comincia a respirare un po’ meglio!

Tu lasceresti a casa la macchina se ricevessi dei soldi per farlo?