Responsabilità e motivazione

Verso la metà degli anni 2000, l’imprenditore americano Brian Robertson pensò che per rendere più efficace il suo business bisognasse cambiare il modo di prendere decisioni. Fu il quel periodo che emerse il concetto di olacrazia per la prima volta.

Secondo Robertson, per funzionare in maniera più agile, la sola soluzione è favorire l’autonomia e ridurre il numero delle parti coinvolte in una decisione. In un’olacrazia, ogni compito/missione aziendale dà luogo alla costituzione di una squadra che è libera di prendere le decisioni che riguardano i propri obiettivi. A condizione, ovviamente, di restare coerenti con gli obiettivi generali dell’impresa.

Cosa significa concretamente lavorare in un ambiente olacratico? Innanzitutto restituire il senso e la responsabilità del proprio lavoro ai collaboratori. Per far questo, ci si può organizzare in gruppi di poche persone, massimo una decina, completamente autonomi. Quindi ciascun gruppo prende delle decisioni concrete per il gruppo stesso, senza che ci sia nessun controllo o nessuna validazione gerarchica.

Per argomenti di importanza strategica, i dibattiti hanno luogo a livello di direzione e tutti vi partecipano. I voti sono uguali. Il voto di un giovane neolaureato alla sua prima esperienza di lavoro conta allo stesso modo di un dipendente di lunga esperienza. I gruppi possono ricevere un budget per finanziare le loro proposte e iniziative varie. Questo permette che le decisioni siano prese rapidamente e che si segua l’intelligenza collettiva.

Questo tipo di organizzazione orizzontale cerca di adattarsi alle esigenze e alle aspettative delle nuove generazioni. Negli ultimi anni, infatti, i giovani in cerca di lavoro richiedono alle aziende flessibilità, autonomia, responsabilità e soprattutto un senso di utilità. I concetti di lavoro senza senso (bullshit job) e brown-out[1]sono sempre più diffusi.

L’olacrazia, mettendo davanti la persona, sembra rispondere a questi problemi perché fa prendere coscienza alla persona stessa della sua importanza all’interno di un team. Responsabilizzare permette di motivare, di coinvolgere e quindi di essere più efficaci. 

Ovviamente, non si andrà sempre d’accordo all’interno di un team. Ma anche questo rappresenta un valore aggiunto, perché lo scopo dell’olacrazia non è quello di eliminare le differenze, anzi tutti sono incoraggiati a prendere la parola, a esprimere i propri dubbi e le proprie perplessità in modo tale da poter analizzare tutte le opzioni e le contraddizioni possibili immediatamente. La soluzione verrà trovata dal gruppo stesso, dopo aver superato le eventuali incomprensioni. Certo, bisogna essere in grado di mettere da parte il proprio ego perché è il progetto collettivo che conta e che è prioritario.


[1]In inglese, il brown-out è il taglio dell’elettricità. In senso esteso, possiamo definire il brown-out come la mancanza di energia nel lavoro dovuta alla percepita mancanza di senso del lavoro stesso.

Ti senti leader o capo?

Ci sono persone che si comportano in modo naturalmente autoritario e persone che invece sono più propense alla collaborazione, al gioco di squadra, condividono idee e si prendono responsabilità. Possiamo considerare quest’ultime, leader naturali? Essere capo non significa necessariamente essere un leader. I leader hanno un carisma naturale, i capi a volta sono insopportabili.

Dove sta la differenza? Naturalmente nella personalitá. Non puoi essere un leader se per esempio non sei capace di ascoltare, di lavorare in squadra, di pensare al benessere altrui oltre che al tuo. I leader naturali si battono per la creazione di un ambiente di lavoro positivo, inclusivo e che ti faccia sentire parte di un’organizzazione che si prende cura di te.

Se i leader non sono manager, forse possono creare un po’ di caos e confusione ma dovrebbero essere ascoltati dal management perché hanno sicuramente dei follower che condividono la loro visione e la loro idea.

Se invece un manager non è leader? Dovrebbe cercare di ascoltare attentamente le persone con le quali lavora, per conoscere i lori bisogni, le loro aspirazioni e le loro ambizioni. Dovrebbe evitare di abusare del potere attribuito dalla posizione che occupa. Dovrebbe evitare favoritismi tra lo staff e dovrebbe evitare anche di fare micro-management. 

Tu ti senti leader o capo? Fammelo sapere!