Cosa fare dopo un evento traumatico per ritrovare il benessere emotivo

Lunedì scorso, 16 ottobre, ha segnato un altro tragico incidente a Bruxelles, riaccendendo i ricordi degli attacchi terroristici del 2016 all’aeroporto di Bruxelles e alla stazione della metropolitana di Maelbeek. Maelbeek, che una volta era la mia stazione per andare al lavoro, divenne l’epicentro dell’orribile evento che si svolse quella mattina. Come persona che era lì durante l’attacco, l’impatto sulla mia vita è stato profondo. Sulla scia di questa esperienza traumatica, ho cercato sostegno psicologico per ritrovare il mio benessere emotivo e ho imparato alcune lezioni preziose che voglio condividere con te.

  1. Limita l’esposizione alle notizie e a Internet

Nei momenti di difficoltà, è fondamentale gestire la massa di informazioni che riceviamo. Invece di controllare costantemente le notizie sul tuo cellulare o alla televisione, prendi in considerazione l’idea di ascoltare la radio per gli aggiornamenti. Questo aiuta a rimanere informati senza sovraccaricarsi di immagini angoscianti.

  1. Dai la priorità alla connessione con i tuoi cari

Cerca conforto in compagnia dei tuoi cari. Parlare e trascorrere del tempo con loro può fornire un sistema di supporto cruciale. Condividi i tuoi sentimenti e le tue esperienze, cercando la comprensione reciproca e il benessere emotivo.

  1. Approccia il lavoro in modo equilibrato

Evita di sovraccaricarti di lavoro. Fai pause regolari e attività che favoriscano il rilassamento o l’esercizio fisico. Trovare un equilibrio tra lavoro e cura di sé è essenziale per il benessere emotivo.

  1. Ritorna alla normalità

Ristabilire una routine è cruciale per riprendersi da un evento traumatico. Tornare al lavoro, incontrare gli amici e impegnarsi nelle attività quotidiane può contribuire a un senso di normalità. Potresti considerare il volontariato come un modo per superare le sensazioni di impotenza e frustrazione.

  1. Scrivi un diario e stabilisci la priorità dei problemi

Documentare i tuoi pensieri in un diario può essere terapeutico. Fai un elenco delle tue preoccupazioni e stabiliscine la priorità. Fai un passo alla volta, concentrandoti su obiettivi gestibili per ritrovare un senso di controllo sulla tua vita.

  1. Evita di prendere decisioni importanti sotto stress

Durante i periodi di stress, è consigliabile astenersi dal prendere decisioni significative per la tua vita o il tuo lavoro. Sopraffatti dalle emozioni, il processo decisionale razionale può essere compromesso. Concediti il tempo di ritrovare te stesso prima di decidere riguardo importanti cambiamenti.

  1. Normalizza le tue reazioni

Riconosci che le tue reazioni sono risposte normali a un’esperienza anormale. Sii gentile con te stesso e lascia che il processo di guarigione si svolga naturalmente. Se, dopo circa un mese, il recupero sembra ancora lontano, prendi in considerazione la possibilità di cercare un aiuto professionale parlandone con il tuo medico.

Per concludere, cerca di affrontare le conseguenze di un evento traumatico adottando un approccio ponderato e personalizzato. Con le strategie che ho descritto, puoi gradualmente individuare un percorso verso il ritorno al benessere emotivo. Ricorda che cercare supporto da professionisti ed essere pazienti con se stessi sono componenti vitali del percorso di recupero.

Quali altre strategie si potrebbero adottare per superare un evento traumatico?

Come e perché reinventarsi: scoprilo adesso seguendo questi 6 passi

Hai mai voluto reinventare la tua vita? Hai provato diverse volte ma non ci sei riuscito/a? Reinventarsi professionalmente o personalmente puó essere una sfida e una grande avventura, ma se segui questi 6 passi puoi riuscirci.

Il primo passo: trovare o risvegliare una passione.

Photo by Braden Collum on Unsplash

Concludere una fase e cominciarne un’altra non é semplice. Reiventarsi necessita una profonditá maggiore di un semplice cambiamento. Possono prodursi delle conseguenze che hanno un impatto su aspetti vitali della quotidianitá e c’é bisogno di molto coraggio e grande determinazione.

La fase pandemica ha costretto a guardarci dentro ed é possibile che molti di noi si stiano confrontando con la necessitá di reinventarsi. Ci saranno alcuni che si sentono come svuotati e hanno bisogno di fare qualcosa per riempire gli spazi lasciati vuoti, altri che si sono visti costretti a reinventarsi per la perdita di familiari o di amici, altri ancora per difficoltá nel lavoro.

Per un motivo o un altro, sono momenti in cui é necessario fermarsi per riflettere e prendere decisioni. Vediamo come affrontare questa situazione.

Reinventarsi in modo soddisfacente presuppone confrontarsi con una delle emozioni piú scomode che esistano: la paura. Siamo obbligati ad abbandonare la nostra zona di confort e fare un salto nel buio. Il miglior antidoto contro la paura é la passione. E’ il primo fattore di successo in una fase di “reinvenzione”. Trovare la propria passione, o risvegliarla, é possibile solo se sei onesto con te stesso. Bisogna farsi delle domande come:

  1. chi sono davvero;
  2. cosa voglio fare;
  3. quale tra le mie passioni puó aiutarmi in questo momento.

Una riflessione onesta e il ritrovamento di vecchi sogni sono gli ingredienti fondamentali per neutralizzare la paura e non temere il futuro.

Il secondo fattore che ci aiuterá consiste nel non giudicare l’incertezza come pericolo ma come opportunitá. Si tratta di abbandonare la nostalgia e aprirsi all’esperienza del “nuovo” per concentarsi su quello che uno vuole e non su quello che uno teme.

Per ottenere ció bisogna essere disposti ad imparare con umiltá. Se pensiamo di sapere giá tutto, é difficile poter ricominciare in un qualsiasi ambito della nostra vita in maniera soddisfacente. Il successo di coloro che hanno successo é solo la punta dell’iceberg , dietro ci sono ore e ore di formazione e di errori che si vedono appena.

Guardare in faccia il futuro e l’incertezza richiede anche una grande dose di creativitá e di immaginazione. Quando ci si reinventa, é importante tenere una bussola per mappare il percorso che si sta facendo. Il futuro non é scritto da nessuna parte, spetta a noi crearlo e per farlo occorre la nostra immaginazione e un duro lavoro.

Photo by Jamie Street on Unsplash

Reinventarsi significa conoscersi sotto un’altra prospettiva e lasciarsi sorprendere dalle opportunitá che all’improvviso cominciano a presentarsi. Se vogliamo che il nostro nuovo io abbia successo, dobbiamo esporci e farci conoscere. Per questo, é indispensabile rafforzare la nostra rete di contatti e fare networking.

L’ultimo ingrediente per il successo di questo processo é avere fiducia in sé stessi, perché siamo capaci di fare cose che non ci immaginiamo nemmeno. Dobbiamo peró imparare ad usare le risorse di cui disponiamo e trovarne altre disponibili intorno a noi.

Ricapitolando, ecco i sei ingredienti per reinventarsi con successo:

  1. trovare / risvegliare la passione per neutralizzare la paura;
  2. trasformare le difficoltá in opportunitá;
  3. imparare, imparare, imparare;
  4. usare grande creativitá e immaginazione;
  5. esporsi e farsi conoscere;
  6. avere fiducia in sé stessi.

E tu, sei pronto/a a reinventarti adesso?

Photo by Ahmad Odeh on Unsplash

Come gestire le persone difficili

Partendo dal presupposto che ciascuno di noi può risultare una persona difficile agli occhi degli altri, ci sono alcune grandi categorie di persone particolarmente difficili a ciascuna delle quali corrisponde un modo specifico di rapportarsi.

Cominciamo da quelle che possiamo definire “carri armati”. Quali sono le caratteristiche di queste persone? Come dal nome si può intuire, sono persone che schiacciano gli altri. In che modo? Per esempio, lanciando frecciatine e facendo battute aspre. Decidono istintivamente e si spazientiscono facilmente. Attaccano per intimidire, pretendono di avere ragione e minacciano. Come si può reagire di fronte a un comportamento simile? Si può cercare, per esempio, di tener loro testa senza pretendere di avere ragione. Per richiamare la loro attenzione può essere utile chiamarli per nome, chiedendo se stanno dicendo sul serio, per andare oltre lo scherzo e capire le intenzioni che si celano dietro a tale comportamento. Un’altra tecnica può essere quelle di dimostrarsi cordiali, cioè comportarsi in modo diametralmente opposto al loro. Bisogna cercare un momento per affrontarli da soli in modo da smascherarli senza umiliarli.

Una seconda tipologia di persone difficili sono quelli definibili come “esplosivi”. Sono persone che perdono facilmente il controllo e tendono ad offendere. Generano silenzio nell’interlocutore che dovrebbe cercare di guardarli negli occhi per far loro capire che li stiamo prendendo sul serio. Per farli “calmare” si potrebbe cercare un momento di intimità, come bere qualcosa insieme, per chiarire cosa c’è che non va e offrire il proprio aiuto.

Una terza categoria di persone difficili sono quelli che si lamentano sempre. Chi non ne conosce? Si tratta di persone con un LOC esterno, cioè con uno scarso controllo sulla propria vita. Scaricano sugli altri i propri problemi e utilizzano spesso la congiunzione “ma”. L’antidoto da usare con queste persone è ascoltarle per far intendere che abbiamo capito ma senza dimostrare solidarietà. Bisogna stimolare in loro la ricerca di una soluzione chiedendo se hanno delle idee per risolvere il problema.

Abbiamo poi le persone “silenziose”. Sono quelle persone chiuse e poco reattive. Potrebbero essere confuse perché non capiscono ma allo stesso tempo non osano chiedere. In realtà, rimanendo in silenzio potrebbero acquisire un vantaggio, il silenzio offre loro protezione. Con queste persone bisogna cercare di dimostrare empatia, guardandoli in modo amichevole e cercando conversazioni informali, al di fuori del contesto. 

Una quinta tipologia é rappresentata dalle persone “inaffidabili”, cioè quelle persone che pur di piacere prendono impegni sapendo che non riusciranno a rispettarli. Con queste persone occorre mettere in chiaro come stanno le cose e offrire un compromesso alla pari, cioè trovare una soluzione vincente per entrambi.

Ci sono poi i “negativisti”, cioè coloro che dicono di no a tutto, anch’essi hanno un LOC esterno e tendono spesso allo sconforto. L’antidoto per questo tipo di persone si basa su una contrapposizione positiva e realistica. È meglio non discutere con loro ma proporre alternative senza offrire soluzioni, per lasciare loro il tempo di decidere in modo consapevole. 

La settima categoria di persone difficili è quella degli “esperti”. Si dividono in due gruppi. Gli esperti veri e quelli fasulli. I primi hanno la risposta giusta per tutto. Se gli dite che non è vero se la prendono a male. Si sentono forti e pensano di non aver bisogno di nessuno. Con questo tipo di persone è importante ripetere quello che dicono e fare domande precise per avere risposte operative. Gli esperti fasulli sono invece coloro che si informano ma non approfondiscono. A queste persone bisogna spiegare le cose come stanno a tu per tu per non fargli perdere la faccia.

Infine, l’ultima categoria di persone difficili che ho individuato sono gli “indecisi”. Queste persone non hanno le idee chiare e sono bloccate dalla preoccupazione eccessiva per la sensibilità degli altri. Sono coinvolti emotivamente e pensano che i problemi svaniscano da soli se si lascia passare un po’ di tempo. È importante aiutare queste persone a mettere le cose in chiaro, proporre loro una soluzione, offrire sostegno senza mettere pressione.

E tu, hai trovato altre categorie di persone difficili? Fammelo sapere!

Come prendere decisioni allineate con il tuo scopo di vita

Prendere decisioni può essere difficile, sia per tua vita privata che per il tuo lavoro.

Ci sono molte cose delle quali tenere conto.

Primo, devi valutare se la decisione è allineata allo scopo della tua vita. Devi chiederti: ne va la pena? È utile al tuo sogno? O alla tua visione, se si tratta di business?

Per avere una visione più chiara, puoi usare la tecnica dei cinque perché, che ti connetterà con il tuo scopo di vita principale e che ti farà agire di conseguenza nella tua vita di tutti i giorni.

La tecnica dei cinque perché funziona così. Prendi qualcosa che ti è difficile fare. Come esempio userò andare in palestra. Tutti sappiamo che andare in palestra fa bene, ma a volte è più facile uscire a bere qualcosa o buttarsi sul divano.

Quindi, la prima domanda potrebbe essere: perché dovrei andare in palestra? La risposta potrebbe essere perché ne guadagnerò in salute.

Seconda domanda: perché è importante essere in buona salute? Perché avrò più energia.

Terza domanda: perché avere più energia è importante? Perché potrei fare più cose e potrei farle meglio.

Quarta domanda: perché dovrei fare più cose e farle meglio? Perché raggiungerei risultati importanti più velocemente.

Quinta domanda: perché è importante raggiungere risultati più velocemente? Perché mi avvicinerò più velocemente allo scopo principale della mia vita.

Ora che il perché devi prendere una decision è chiaro, puoi chiederti: Cosa potrebbe succedere se non prendo questa decisione? Che impatto avrà sulla mia vita se decido in questo modo? Che cosa mi trattiene? Ho le competenze necessarie per prendere questa decisione? Posso fare un’analisi costi benefici? Ho le risorse finanziarie necessarie?

Il processo decisionale comprende l’utilizzo di tante competenze personali, come la creatività e l’intuizione, l’entusiasmo e il coraggio, la determinazione e la persistenza.

Non è necessario averle tutte, posso aiutarti io!

Come mantenere le risoluzioni per il 2019

Siamo ancora in gennaio e molti di noi hanno stabilito degli obiettivi da raggiungere nel 2019, le cosiddette risoluzioni.

Il nuovo anno porta con sé la voglia di cambiamento, di rinnovamento. Vorremmo passare più tempo in famiglia, fare quel viaggio che sogniamo da tanto tempo, cambiare lavoro, iscriversi in palestra, dimagrire, smettere di fumare…con l’obiettivo principale di sentirsi meglio con sé stessi e con gli altri.

Perché succede che strada facendo e man mano che passa il tempo ce ne dimentichiamo o li abbandoniamo?

Ecco alcune domande che puoi porti.

I tuoi obiettivi sono troppo ambiziosi, vaghi o semplicemente troppi? In questo caso ti stai mettendo troppo sotto pressione. Se hai deciso di smettere di fumare o di perdere 10 chili, devi chiederti perché fumi e perché hai sempre fame. Non sono questi dei modi per allievare le tante tensioni giornaliere?

Sei positiva rispetto al raggiungimento dei tuoi obiettivi? Se pensi che non ce la farai mai, è sicuro che non ce la farai mai. Henry Ford diceva: “Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione”.

Il tuo obiettivo è allettante? Hai deciso di dimagrire o di smettere di fumare. In sé sono degli obiettivi grandiosi. Trova un motivo per cui vuoi raggiungere questi obiettivi. Ad esempio, vuoi smettere di fumare per poter recuperare fiato più velocemente quando corri oppure vuoi dimagrire per tornare a metterti quei bellissimi pantaloni che ti piacciono tanto.

Le cattive abitudini sono difficili da perdere, soprattutto ci vuole del tempo. Come dicevo prima, se le hai prese, avrai avuto i tuoi buoni motivi (proteggerti dallo stress, per esempio). Non credere di cambiare abitudine in alcune settimane. Una volta si pensava che per cambiare un’abitudine bastassero 21 giorni. Ora, nuove ricerche neuro-scientifiche hanno stabilito che ce ne vogliono almeno 60! Quindi prenditi il tuo tempo, introduci la nuova abitudine con calma, non mettere fretta al tuo corpo, che è comodamente adagiato sulla vecchia abitudine e non ha nessuna voglia di sostituirla. Devi fargli capire, passo dopo passo, che un altro modo di funzionare è possibile anzi è persino salutare!

Inoltre, sappi che il cammino non sarà sempre lineare ma potrai incontrare degli ostacoli. Ricordati che ci saranno dei momenti più facili di altri e che perdere una battaglia non significa perdere la guerra. Anzi, accetta gli alti e i bassi: il corpo avrà modo di adattarsi lentamente.

Scegli un obiettivo che non sia un’imposizione, nel senso che deve rappresentare veramente una scelta, una cosa che vuoi fare, non che devi fare.

Controlla i tuoi pensieri, ricorda quello che diceva Henry Ford. Non concentrarti su quello che resta da fare, ma celebra quello che hai già fatto. Elenca le piccole vittorie e fatti i complimenti. Resta positiva!

Pensa alla forza che ha un seme per diventare un filo d’erba. Deve bucare la terra per vivere. Lavora lentamente sotto terra, fino a quando un giorno buca la terra e vede la luce! Per te è un po’ la stessa cosa. Lavora lentamente e un giorno vedrai il risultato, perché sei più forte di quello che credi.

E ora i quattro consigli:

  1. Programma un solo obiettivo alla volta, ma definiscilo bene, seguendo il modello SMART (specifico, misurabile, raggiungibile, rilevante e circoscritto nel tempo) che, anche se si riferisce ad un ambito aziendale, risulta ugualmente efficace.
  2. Adotta la politica dei piccoli passi dividendo il tuo obiettivo in tanti piccoli obiettivi.
  3. Celebra i successi: il primo chilo che hai perso, il primo giorno intero senza fumare. Metti dei post-it un po’ per tutta la casa con scritto quanto sei stata brava.
  4. Annuncia ai tuoi cari che hai questo obiettivo e chiedegli di aiutarti in questo percorso. Avere il loro sostegno ti aiuterà nel cammino verso la riuscita. Cerca dei gruppi su Facebook che hanno il tuo stesso obiettivo, partecipa a dei forum su Internet. Ricordati che non sei sola, ci sono altre migliaia di persone che hanno il tuo stesso obiettivo e scambiare delle idee con loro può esserti d’aiuto. Puoi creare tu stessa il tuo blog, che può diventare il tuo diario (ma un diario su carta va benissimo).

Ricorda: sei più forte di quanto credi!