Perché la maggior parte dei problemi non sono davvero problemi

In uno dei miei post recenti, ho scritto di come la vita sia piena di eventi inaspettati: incidenti, problemi e questioni che sembrano sorgere dal nulla e disturbano la nostra pace mentale. Di fronte a queste sfide, è facile essere sopraffatti e vederle come ostacoli insormontabili. Tuttavia, fare un passo indietro e mettere questi problemi in prospettiva può trasformare il modo in cui rispondiamo ad essi e aiutarci a renderci conto che la maggior parte di quelli che chiamiamo problemi non sono in realtà problemi.

Il potere della prospettiva

La prospettiva è uno strumento potente. Ci permette di valutare le nostre esperienze all’interno del contesto più ampio della nostra vita. Quando incontriamo una difficoltà, porci alcune domande chiave può aiutarci a mettere la situazione in prospettiva e a ridurne l’impatto emotivo.

Che cosa rappresentano nella globalità della nostra vita?

Considera un problema che stai affrontando in questo momento. Che cosa rappresenta veramente nel grande schema della tua vita? Si tratta di una battuta d’arresto temporanea o ha implicazioni a lungo termine? Il più delle volte, scopriamo che i nostri problemi sono fugaci. Si tratta di piccoli ostacoli sulla strada piuttosto che crisi che cambiano la vita.

Ci penserai domani, la prossima settimana, il prossimo mese, o l’anno prossimo?

Un modo pratico per acquisire una prospettiva è proiettarsi nel futuro. Prova a farti queste domande:

  • Penserò a questo problema domani?
  • E la prossima settimana?
  • Avrà ancora importanza il mese prossimo o l’anno prossimo?

È probabile che molti dei problemi che sembrano significativi in questo momento svaniranno con il tempo. Considerando l’aspetto temporale dei nostri problemi, possiamo spesso vedere che il loro impatto è limitato.

Questi problemi sono davvero problemi?

Molte delle difficoltà che affrontiamo possono essere riformulate o viste da un’angolazione diversa. Ad esempio, una mancata promozione sul lavoro potrebbe sembrare inizialmente deludente, ma potrebbe anche essere vista come un’opportunità per esplorare nuovi percorsi di carriera o sviluppare nuove competenze. Lo stress che proviamo per i disagi quotidiani spesso maschera il fatto che questi “problemi” potrebbero non esserlo affatto. Potrebbero essere opportunità sotto mentite spoglie o semplicemente aspetti della vita che richiedono un cambiamento nel modo in cui li affrontiamo.

Strategie per cambiare prospettiva

1. Pratica la gratitudine

Concentrarsi su ciò per cui si è grati può aiutare a cambiare prospettiva. Quando riconosci attivamente gli aspetti positivi della tua vita, gli aspetti negativi spesso sembrano meno significativi. Tenere un diario della gratitudine o prendersi qualche momento ogni giorno per riflettere su ciò che apprezzi può fare una grande differenza.

2. Consapevolezza (mindfulness) e meditazione

Le pratiche di mindfulness e la meditazione possono aiutarti a rimanere presente e a non lasciarti trasportare dalle preoccupazioni per il futuro o dai rimpianti per il passato. Concentrati sul momento presente, puoi vedere più chiaramente i tuoi problemi per quello che sono, temporanei e spesso gestibili.

3. Parla con qualcuno

Condividere le tue preoccupazioni con un amico, un familiare o un terapeuta può fornirti una prospettiva esterna. Altri possono offrire spunti che potresti non vedere e aiutarti a renderti conto che i tuoi problemi potrebbero non essere così significativi come sembrano.

4. Riformulare il problema

Prova a visualizzare il problema da un’angolazione diversa. Invece di vederlo come un aspetto negativo, chiediti come potrebbe essere positivo. Cosa puoi imparare da questa esperienza? Come può aiutarti a crescere?

5. Concentrati su ciò che puoi controllare

Molti problemi sembrano opprimenti perché ci concentriamo su aspetti al di fuori del nostro controllo. Spostando la tua attenzione su ciò che puoi influenzare puoi adottare misure costruttive per affrontare il problema.

Conclusione: la maggior parte dei problemi non sono davvero problemi

Mettere i problemi in prospettiva spesso rivela che non sono così scoraggianti come sembrano inizialmente. Chiedendoci cosa rappresentano questi problemi nella globalità delle nostre vite, considerando il loro impatto futuro e riformulandoli, possiamo diminuire il loro potere su di noi.

Ricorda, la maggior parte dei problemi sono temporanei e gestibili. Con la giusta prospettiva, possiamo affrontare le sfide della vita con maggiore facilità e tranquillità.

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Un cambiamento sostenibile: lavorare meno potrebbe salvare il pianeta?

Uno studio dell’Università del Massachusetts afferma che “lavorare meno fa bene all’ambiente”. Se passassimo il 10% in meno del nostro tempo al lavoro, la nostra impronta sulla terra sarebbe ridotta del 14,6%, soprattutto grazie alla diminuzione degli spostamenti e delle spese giornaliere.

Ci sono due correnti di pensiero contraddittorie su questa idea:

  1. quelli che pensano che gli stipendi possano rimanere invariati e che l’economia continuerebbe a crescere grazie ai miglioramenti tecnologici ed energetici nonostante le riduzione del tempo di lavoro; questa teoria ci spiega che l’inquinamento potrebbe ridursi grazie al cambiamento delle abitudini quotidiane, come ad esempio la preparazione dei propri pasti a casa anziché l’acquisto di cibo già preparato o preparato da altri;
  2. quelli che pensano che solamente riducendo gli stipendi si potrà raggiungere una significativa riduzione dell’impronta ecologica entro il 2050. Questa è la teoria della decrescita che poggia sul fatto che solamente con meno soldi a disposizione si può ridurre il consumo di beni materiali e quindi l’inquinamento e l’esaurimento delle risorse. Quindi, lavorando quattro giorni si riceverebbe un salario equivalente a quattro giorni.

Vorrei concentrarmi sulla decrescita perché sostengo questo approccio. Mi sembra evidente che continuando così l’umanità vada incontro a un esaurimento veloce delle risorse disponibili che causerà un declino improvviso e incontrollabile della popolazione e della capacità produttiva delle industrie. La teoria della decrescita è sicuramente radicale e ad alcuni pare eretica. Tuttavia, un rapporto dell’OCSE afferma che il consumo è aumentato del 50% negli ultimi 30 anni e che questo va di pari passo con un aumento della nostra impronta ambientale. La teoria della decrescita sostiene che si dovrebbe cominciare una progressiva diminuzione del consumo, cominciando proprio dalla riduzione del tempo di lavoro.

Serge Latouche, economista tra i padri fondatori della teoria della decrescita, spiega che: “Decrescita non significa indebolimento o sofferenza. Significa piuttosto trasformare il concetto di consumo in quello di uso: compro una cosa perché mi serve, se si rompe la faccio riparare (o la riparo da me) e alla fine della sua vita la riciclo. Significa anche spostare l’attenzione dalla quantità alla qualità. Il risultato sarà una società materialmente responsabile.

La decrescita è anche elogio della lentezza e della durata; rispetto del passato; consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione; indifferenza alle mode e all’effimero; attingere al sapere della tradizione; non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato; non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma, come dicevo prima, l’uso.

Perché quindi lavorare meno e guadagnare meno? Se il consumo di attività di divertimento o di piacere aumentasse grazie ad una settimana di lavoro più corta, si avrebbe un aumento significativo dell’impronta ecologica. Ecco quindi perché la riduzione del tempo di lavoro deve essere accompagnata dalla riduzione dello stipendio. Avremo comunque più tempo per noi, da dedicare alla nostra crescita personale, che non significa solamente attività di divertimento o di piacere.

La scelta cruciale dei nostri tempi dunque è tra impegnarsi urgentemente ad intraprendere il cammino della sobrietà a tutti i livelli o andare a tutta velocità verso l’esaurimento delle risorse e il crollo globale del nostro sistema, cosa che nessuno auspica.

In questo tempi difficili, con la minaccia dell’aumento di piú di 1,5 gradi della temperatura del pianeta, potremmo seriamente cominciare a riflettere su un futuro diverso per l’umanità, impegnandoci in una seria riduzione dei nostri consumi, senza aspettare che altri prendano decisioni per il futuro quando i cambiamenti devono avvenire ora.

Cosa ne pensi? Saresti disposto a lavorare meno, guadagnando meno e consumando meno (ma usando di più), iniziando così un percorso verso una società diversa da come la conosciamo oggi?

Ikigai: la nostra ragione di vita

La ricerca del senso della vita riguarda tutti noi, perché è insita nell’essere umano. In Giappone c’è perfino una parola specifica per definire l’importanza di avere uno scopo nella vita: Ikigai. L‘Ikigai si riferisce alla motivazione individuale, quello che ci fa alzare dal letto tutte le mattine e che ci dà gioia di vivere.

Non c’è un’esatta traduzione in italiano di Ikigai. Si può definire come una forma di adattamento all’ambiente a prescindere dalla natura dell’ambiente stesso. Non è collegato necessariamente alla fama o alla fortuna materiale. È semplicemente la priorità, a volte inconscia, attorno alla quale ruota la nostra vita.

Per alcuni professionisti, artisti o artigiani, questo senso di dedizione è intrinseco alla loro vocazione. Ci sono poche cose che ci danno soddisfazione come fare un lavoro che corrisponda alla nostra aspirazione, ma anche coloro che non trovano lo scopo della loro vita nel lavoro, hanno un Ikigai.

Ken Mogi, nel suo “Il piccolo libro dell’Ikigai” ci spiega che l’ikigai consta di cinque pilastri:

  1. cominciare in piccolo
  2. dimenticarsi di sé
  3. armonia e sostenibilità
  4. gioia per le piccole cose
  5. stare nel qui e ora

Un’idea base dell’Ikigai è essere nel flusso. Ti ricordi quando eri bambina, stavi giocando e la mamma ti chiamava a mangiare? Tu ci andavi controvoglia perché ti piaceva troppo giocare e per te era sempre troppo presto. Il tempo volava via da perché eri troppo occupata a giocare.

Ecco essere nel flusso è un po’ questo. Significa essere in armonia con gli elementi intorno e dentro di noi e prestare attenzione a tutte le sfumature che ci vengono incontro.

Il segreto più grande dell’Ikigai è accettare sé stessi, con i tratti unici che abbiamo ricevuto quando siamo nati.

“Io mi amo e mi accetto così come sono” è un’affermazione positiva che mi ripeto da anni. Tu sei un individuo unico e irrepetibile che deve trovare la sua strada nella foresta della vita.

Prova a rispondere a queste domande:

Quali sono le piccole cose che ti fanno stare bene?

Quali sono le piccole cose che ti aiutano ad affrontare la tua giornata?

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Cosa fare dopo un evento traumatico per ritrovare il benessere emotivo

Lunedì scorso, 16 ottobre, ha segnato un altro tragico incidente a Bruxelles, riaccendendo i ricordi degli attacchi terroristici del 2016 all’aeroporto di Bruxelles e alla stazione della metropolitana di Maelbeek. Maelbeek, che una volta era la mia stazione per andare al lavoro, divenne l’epicentro dell’orribile evento che si svolse quella mattina. Come persona che era lì durante l’attacco, l’impatto sulla mia vita è stato profondo. Sulla scia di questa esperienza traumatica, ho cercato sostegno psicologico per ritrovare il mio benessere emotivo e ho imparato alcune lezioni preziose che voglio condividere con te.

  1. Limita l’esposizione alle notizie e a Internet

Nei momenti di difficoltà, è fondamentale gestire la massa di informazioni che riceviamo. Invece di controllare costantemente le notizie sul tuo cellulare o alla televisione, prendi in considerazione l’idea di ascoltare la radio per gli aggiornamenti. Questo aiuta a rimanere informati senza sovraccaricarsi di immagini angoscianti.

  1. Dai la priorità alla connessione con i tuoi cari

Cerca conforto in compagnia dei tuoi cari. Parlare e trascorrere del tempo con loro può fornire un sistema di supporto cruciale. Condividi i tuoi sentimenti e le tue esperienze, cercando la comprensione reciproca e il benessere emotivo.

  1. Approccia il lavoro in modo equilibrato

Evita di sovraccaricarti di lavoro. Fai pause regolari e attività che favoriscano il rilassamento o l’esercizio fisico. Trovare un equilibrio tra lavoro e cura di sé è essenziale per il benessere emotivo.

  1. Ritorna alla normalità

Ristabilire una routine è cruciale per riprendersi da un evento traumatico. Tornare al lavoro, incontrare gli amici e impegnarsi nelle attività quotidiane può contribuire a un senso di normalità. Potresti considerare il volontariato come un modo per superare le sensazioni di impotenza e frustrazione.

  1. Scrivi un diario e stabilisci la priorità dei problemi

Documentare i tuoi pensieri in un diario può essere terapeutico. Fai un elenco delle tue preoccupazioni e stabiliscine la priorità. Fai un passo alla volta, concentrandoti su obiettivi gestibili per ritrovare un senso di controllo sulla tua vita.

  1. Evita di prendere decisioni importanti sotto stress

Durante i periodi di stress, è consigliabile astenersi dal prendere decisioni significative per la tua vita o il tuo lavoro. Sopraffatti dalle emozioni, il processo decisionale razionale può essere compromesso. Concediti il tempo di ritrovare te stesso prima di decidere riguardo importanti cambiamenti.

  1. Normalizza le tue reazioni

Riconosci che le tue reazioni sono risposte normali a un’esperienza anormale. Sii gentile con te stesso e lascia che il processo di guarigione si svolga naturalmente. Se, dopo circa un mese, il recupero sembra ancora lontano, prendi in considerazione la possibilità di cercare un aiuto professionale parlandone con il tuo medico.

Per concludere, cerca di affrontare le conseguenze di un evento traumatico adottando un approccio ponderato e personalizzato. Con le strategie che ho descritto, puoi gradualmente individuare un percorso verso il ritorno al benessere emotivo. Ricorda che cercare supporto da professionisti ed essere pazienti con se stessi sono componenti vitali del percorso di recupero.

Quali altre strategie si potrebbero adottare per superare un evento traumatico?

Perché la creatività é una competenza essenziale per il futuro

La creatività rappresenta oggi una delle competenze essenziali. In questo articolo, cerco di demistificare il concetto di creatività e fornirti risorse preziose per approfondire questa abilità fondamentale.

Al di là della percezione convenzionale della creatività come capacitá limitata agli artisti, esplorerò la sua rilevanza universale, il processo che comporta e come chiunque possa coltivare e migliorare le proprie capacità creative.

Scoprire l’autentica essenza della creatività

Comunemente, la creatività è associata a individui che possiedono straordinari talenti artistici o innovatori. Tuttavia, questa visione ristretta è smentita dall’esperto di creatività Sir Ken Robinson. Nel suo popolare TED talk, Robinson rimodella la nostra comprensione della creatività, sottolineando concetti chiave quali:

  • Il significato della creatività in ogni sfera della vita e del lavoro.
  • La creatività innata con cui nasciamo ma tendiamo a sopprimere.
  • L’idea errata che la creatività prosperi solo quando non si ci sono confini; in realtà, spesso si sviluppa proprio in condizioni difficili e limitate.
  • La creatività come un processo continuo, quindi acquisibile da tutti, e non come un evento singolo.

Creatività, immaginazione e innovazione

Distinguere la creatività dall’immaginazione e dall’innovazione è fondamentale. La seguente definizione delinea le due fasi fondamentali del processo creativo:

  • Generazione di idee.
  • Autonomia di giudizio per valutare il valore di tali idee.

Questo approccio a doppia fase fa luce sui molteplici fattori che favoriscono la creatività, tra cui le abilità cognitive, la conoscenza, gli stili di pensiero, la motivazione, la personalità e l’ambiente circostante.

Tecniche e strategie per sviluppare la creatività

Sebbene non esista una formula infallibile per sviluppare la creatività, diverse tecniche possono risultare utili:

  • Cercare nuove prospettive.
  • Interagire con nuove persone per apprendere cose diverse.
  • Coltivare la curiosità e l’osservazione attenta.
  • Considerare il feedback come uno strumento costruttivo.
  • Rompere schemi di routine per essere piú spontaneo.
  • Consentire alla mente di vagare con intenzione per stabilire nuove connessioni.

Risorse utili per liberare la creatività

Un’ampia gamma di risorse si trovano online destinate a coloro che desiderano migliorare le proprie capacità creative:

Prova l’entusiasmante viaggio verso la tua creatività

L’abilità di sviluppare la creatività riveste un’importanza fondamentale per il futuro. Come hai visto, la creativitá non é un privilegio esclusivo e con una serie di tecniche e risorse a tua disposizione, hai la possibilità di sbloccare il tuo potenziale creativo e contribuire in modo significativo a un mondo in costante evoluzione.

Perciò, immergiti, esplora e goditi il potere trasformativo della creatività!

5 idee per sentirsi bene al lavoro (senza pretendere la perfezione)

Ci sono alcuni problemi da risolvere per sentirsi bene al lavoro, senza voler essere perfetti, anche perché vorremmo evitare che perseguire la perfezione sul lavoro, ma anche nelle vita privata, diventi un’ossessione.

Problema n. 1

Non mi sento riconosciuta per il mio valore – Chi non si è mai sentito così al lavoro? A chi non fa piacere ricevere un apprezzamento, del tipo “Lavoro ben fatto”? Però, onestamente, non ê un po’ rischioso basare la nostra motivazione sull’apprezzamento ricevuto dagli altri? Prova a fare questo esercizio: tutti i giorni prendi nota di una cosa positiva che hai fatto al lavoro. Una relazione scritta bene, una riunione gestita in modo efficace, una pausa caffè produttiva…poi celebra questo successo. Esci a cena con dei colleghi, o degli amici, o il tuo partner, ma se nessuno ha tempo, esci anche da sola o preparati una cenetta con i fiocchi. Il successo non è necessariamente avere una villa in Costa Smeralda o una Ferrari. Il successo si misura nelle piccole cose quotidiane e va celebrato sempre. Comprati dei fiori e portali al lavoro. Se ti chiedono perché, rispondi perché sei brava e simpatica. Poi, osserva come reagiscono i colleghi.

Problema n. 2

La mia vita gira intorno al mio lavoro.

In francese si dice “Metro, boulot, dodo”, che significa “Metro, lavoro, nanna”. Non è entusiasmante, vero? Spesso, purtroppo, è così. Cosa fai per cambiare questo? Ti prendi mai del tempo da dedicare a te stessa? Non deve passare un giorno senza che tu abbia dedicato del tempo a te stessa. Leggere quell’articolo sulla tua rivista preferita o sul blog della tua amica (che potrebbe essere il mio…), andare in palestra o a fare una passeggiata nel giardino vicino a casa, chiamare tua madre o quell’amica che da tanto tempo non senti…dovresti dedicare a te stessa almeno mezz’ora al giorno. Se ci pensi, non è molto.

Problema n. 3

Non imparo più niente di nuovo.

Se fai un lavoro da molto tempo, ad un certo punto è normale che tu ti senta come se non imparassi niente di nuovo. Ti annoi e non sei soddisfatta, anche se riesci a lavorare molto bene, sapendo esattamente quello che devi fare. Ma non ti basta per motivarti, allora cosa puoi fare? Devi uscire dalla tua zona di confort, devi accettare nuove sfide. Parlane al tuo capo, magari lui (o lei) ha delle idee.

Problema n. 4

Non mi promuoveranno mai

Dunque, in tutta la mia carriera sono mai stata promossa una sola volta, l’anno scorso. E lavoro da più di vent’anni! Perché? In alcuni casi sicuramente perché non ho passato molto tempo nello stesso posto di lavoro. Sì, lo ammetto, non sono quella persona che si attacca al suo datore di lavoro. Anzi, quasi sempre mi viene voglia di andarmene presto. Ho bisogno di aria nuova.

Ma perché? Probabilmente perché non ho ancora trovato la mia strada e quindi me ne vado perché devo rimettermi in cammino per trovarla.

Anche tu se ti senti “costretto” nel tuo posto di lavoro, chiediti quale sarebbe il tuo lavoro ideale, il lavoro dei tuoi sogni. Se non lo trovi nel posto dove stai lavorando, comincia a guardarti intorno. E fai un piano d’azione (se non sai come fare un piano d’azione, ti posso aiutare a farlo). Oppure, chiedi di poter lavorare part-time, cosí potrai coltivare quella passione o quel hobby che da troppo tempo stai trascurando.

Problema n. 5

Non ho il tempo di fare niente.

Ecco, questo è il problema più diffuso al giorno d’oggi. Abbiamo la sensazione, che a volte sconfina nella realtà, di non riuscire a gestire il nostro tempo. Tra famiglia, lavoro e tempo perso nel traffico, non ne resta molto per noi. Ma non è una scusa? Fai un’analisi della tua giornata, vedi le cose inutili che fai e comincia ad eliminarle. Poi, ci sono senz’altro delle cose che puoi rimandare, ad esempio, non è necessario passare l’aspirapolvere tutte le sere anche se hai un gatto in casa come me (che passo l’aspirapolvere al massimo due volte la settimana).

È una questione di scelta e di priorità, non si può fare tutto: ci sono delle cose che devi fare assolutamente, altre che puoi evitare e rimandarle (saper rimandare le cose è una scienza, anche se non esatta…).

Io, ad esempio, pur lavorando a tempo pieno, mi dedico alla scrittura di questo blog perché esco poco la sera, ma quando si presenta l’occasione non esito ad uscire. Quindi, prendo al decisione di rimandare la scrittura del mio articolo.

Concludendo, la scelta è la base del cambiamento, l’azione è la base del pensiero positivo. Prendi la vita nelle tue mani. Agisci ora, non aspettare!

Vuoi ritrovare la tua energia? Ecco 5 consigli da seguire

Approfitta dell’estate per rallentare il tuo ritmo, fare il punto della situazione e centrarti su te stesso per ritrovare la tua energia. L’estate porta sé anche la luce ed é il momento ideale per ricaricare le batterie, dedicando tempo al tuo corpo, al tuo spirito e alla tua mente. Ritrova tutta l’energia per partire di buona lena al mattino.

L’estate, nonostante il calore che porta, é un’ottima stagione per rinnovarti e pianificare una nuova partenza. Ogni mattina rappresenta una nuova possibilità per raggiungere i tuoi obiettivi e seguire i tuoi sogni.

Per ottenere il meglio da questo spirito estivo, ecco 5 consigli per ritrovare il tuo benessere.

1. Prenditi cura di te stesso e adotta un ciclo di sonno sano.

  • Il sonno è fondamentale per il benessere fisico e mentale, gli specialisti raccomandano di dormire tra le 7 e le 9 ore per notte. Sentirsi riposati dopo una bella dormita ti permette di gestire meglio la tua energia durante la giornata.

Consigli:
Fai il programma della giornata la sera prima di coricarti.
La sera, privilegia le attività riposanti. Crea un ambiente propizio al riposo eliminando la luce forte e gli schermi (TV, computer ma anche cellulare) nella tua camera. Fai degli esercizi yoga o medita.

2. L’energia è nel piatto

  • Fai una buona colazione perché con essa stabilizzi il tasso di zucchero nel sangue, eviti di mangiare durante la mattinata e procuri al tuo corpo l’energia necessaria al suo funzionamento. Attenzione però ad alcuni alimenti che potrebbero rivelarsi controproducenti. Alimenti troppo dolci ti danno una carica energetica immediata che quando se ne va ti lascia tanta stanchezza.

Consigli:

Evita gli zuccheri e la caffeina in eccesso e privilegia gli alimenti che saziano come le banane o le mele. Bevi grandi quantità di tè verde (che tra l’altro aiuta a dimagrire e previene l’invecchiamento cellulare).

Compra frutta e verdura fresca e se puoi mangia cibo poco raffinato (ad esempio cereali integrali). Fai il menu della settimana e riempi il frigo in modo da evitare di arrivare a casa affamato e di non avere niente da mettere sotto i denti costringendoti a mangiare quello che capita o a dover ordinare una pizza. Cerca di mangiare più o meno alla stessa ora tutti i giorni. Se noi sai cucinare, hai mai pensato di imparare? E’ molto piú sano prepararsi da mangiare da soli!

3. La meditazione per il tuo benessere

  • Viviamo a una velocità esagerata e, a volte, questo ritmo di vita ci impedisce di vivere pienamente le cose che facciamo e di concentrarci su di esse. Molte attività possono aiutarci a approfittare meglio dell’istante presente e la meditazione è in cima alla lista. Prima di andare al lavoro, concentrarsi sul ritmo della respirazione (inspira/espira) può aiutare ad affrontare la giornata con più calma. La meditazione ha degli effetti benefici sul cervello e sul benessere in generale.

Consigli:
Medita tutti i giorni al risveglio. Disconnettendoti per qualche minuto ricarichi le batterie. Non hai tempo? Prova a meditare sotto la doccia o mentre sei in autobus o sulla metro! Basta respirare con consapevolezza per rilassarti pur rimanendo allerta (se hai un gatto, prendi esempio da lui, che è un campione in questo esercizio!). Se usi l’auto per andare a lavorare, assolutamente non meditare in macchina!

4. Muoviti per limitare la stanchezza

  • Anche se questa affermazione può sembrare contraddittoria, lo sport è il migliore dei modi di rischiarare il tuo spirito, allontanare l’ansia e ritrovare energia. L’attività fisica permette di stimolare i mitocondri, che sono i generatori dell’energia del corpo. Quindi, che aspetti? Infila subito le scarpe da ginnastica!

Consigli:

Cammina almeno 10000 passi al giorno (lo so, non sono pochi).
Prova il saluto al sole, una sequenza di posizioni Yoga che ti aiutano a liberare le endorfine nel sangue che, a loro volta, ti aiutano ad essere di buon umore e a fare il carico di energia. Fai Yoga, Pilates, un giro in bici o una passeggiata con i tuoi colleghi. Cammina con consapevolezza, concentrandoti su ciascuno dei tuoi passi e cercando si sentire il contatto con il suolo dal tallone alla punta di piedi.

5. Più equilibrio emotivo significa più energia

  • Trascuriamo spesso l’importanza dell’equilibrio emotivo nella vita di tutti i giorni. Ma l’armonia delle emozioni può aiutarci a sentirci meglio e a migliorare i nostri rapporti con gli altri. Fai attenzione alle tue emozioni e impara a gestirle. Non impedirti di esprimerle, nei dovuti modi e occasioni, ovviamente, altrimenti rischi che diventino troppo intense e poi non potrai più controllarle. Sfrutta appieno le emozioni positive e prova ad accettare i tuoi sentimenti nei momenti di tristezza o di dubbio. Le emozioni hanno la loro ragione d’essere perché determinano le nostre azioni.

Consigli:

Stabilisci regolarmente degli obiettivi per ottenere il meglio da te stesso rivivendo le sensazioni o i pensieri. Prova a guardare le cose da una prospettiva più ampia: tutto nella vita serve a qualcosa, anche se a te non sembra. Cerca di non reagire subito, respira profondamente e ricorda a te stesso che passerà.

Cosa ne pensi di questi semplici consigli?

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Come fare ad acquisire una nuova abitudine

Le abitudini rappresentano una grande forza, forse la più grande in assoluto.

Di solito nella vita, un successo o un fallimento avvenuti una sola volta non fanno la differenza. Gli studi hanno dimostrato che tanti vincitori alla lotteria perdono i loro soldi e finiscono sul lastrico qualche anno dopo per via delle loro cattive abitudini.

Chi mangia una grande fetta di torta una volta ogni tanto non diventa grasso, ma mangiando ogni giorno biscotti contenenti tanto burro, potrebbe diventarlo. Quindi il successo è un’abitudine, non è un evento che accade una sola volta. La tartaruga vince sempre sebbene la lepre non faccia che vantarsi tutto il giorno.  

Hai presente la famosa favola di Esopo in cui una tartaruga batte una lepre durante una corsa, procedendo a passo lento e regolare mentre la lepre è troppo impegnata a festeggiare il fatto che si trova in testa dall’inizio?

Non è mai troppo tardi per adottare una nuova abitudine. Dato che le abitudini sono così potenti, inizierai a vedere da subito grandi risultati, una volta che avrai acquisito la tua, quella che ti porterà verso la realizzazione del tuo obiettivo.

Come fare per acquisire un’abitudine?

Per prima cosa decidi che cosa potresti fare un po’ più spesso per arrivare alla realizzazione del tuo desiderio. Ovviamente questo dipende dal tuo desiderio. Si tratta di acquisire una capacità specifica? Una conoscenza? Mangiare sano? Insomma, prima devi stabilire l’obiettivo. Il passo importante successivo è rappresentato dal tempo e dal luogo. Ogni abitudine deve realizzarsi entro un certo tempo e in un determinato luogo.

Da uno studio scientifico condotto da Philippa Lally, risulta che per acquisire una nuova abitudine sono necessari 66 giorni. In realtà c’è chi ci mette meno tempo (18 giorni) e chi di più (8 mesi). Quindi, avere pazienza deve diventare il tuo mantra.

Però c’è una piccola tecnica che puoi imparare per rendere l’acquisizione della nuova abitudine più semplice.

Te la spiego meglio con un esempio pratico.

Mettiamo che tu voglia acquisire l’abitudine di andare in palestra regolarmente. Bene, all’inizio non è divertente. In pratica devi recarti in un posto e fare una gran fatica. Ma per rendere piacevole il percorso, devi farlo diventare un’abitudine.

Quindi il primo passaggio è stabilire il tempo e il luogo, ma non devi fare ancora niente!

Mi spiego meglio: scegli un orario per andare in palestra ma quando arrivi, non fare esercizi. Fatti un giro oppure fai qualche esercizio molto leggero e per poco tempo. Se la palestra ha l’idromassaggio, fallo e poi ritorna a casa.

In questo modo stabilisci il tempo e il luogo nella tua testa ma non compi ancora l’azione, che non è poi tanto divertente, o non lo é ancora.

So che può sembrare strano andare in giro per la palestra senza allenarsi. Potrai pensare che è una perdita di tempo ma non lo è. Si tratta del primo passo per costruire un’abitudine, quindi sii paziente (sii una tartaruga!)

Dopo qualche giorno, o magari un paio di settimane, il tempo e il luogo saranno ciò che il tuo inconscio assocerà alla palestra e non alla parte faticosa dell’esercizio fisico. Non pensare che questa fase sia una perdita di tempo; in realtà, è la parte più importante.

Allora, cosa ne pensi di questa sfida?

Perché condividere le buone piccole cose fa bene alla vita

Penso che la pubblicazione degli stati emotivi sia positivi che negativi su Facebook o su altri social generi un effetto contagio sui followers che le vedono. Ecco perché penso che condividere le buone piccole cose faccia bene alla vita.

Io raramente pubblico cose negative sui social, e quando lo faccio é per denunciare certe situazioni di degrado, come ad esempio la mancata raccolta dei rifiuti nella mia cittá, Bruxelles. Preferisco pubblicare cose positive perché penso che i media presentino già troppe notizie negative, e sono convinta che nel mondo succedano anche e soprattutto cose buone e positive che si possono condividere. Penso anche che se parlassimo di più delle cose belle che accadono, il mondo andrebbe un po’ meglio perché si diffonderebbe più energia positiva. Le cattive notizie attraggono l’attenzione del pubblico per via della loro morbosità ma non fanno altro che creare una spirale di negatività.

Crisi sociale

È vero che la nostra società è in crisi da molti anni ormai e che la politica non offre soluzioni adeguate ai problemi che sono sempre più complessi. Ci sono troppi senzatetto, gli stipendi sono bassi e la vita costa cara. Per non parlare delle violenza e delle guerre in giro per il mondo. Ma nonostante questo sono sicura che la vita ci riservi dei momenti di gioia che non dovremmo nascondere, anzi dovremmo celebrare!

Io sono contenta della mia vita complessivamente. Certo, la realtà e l’ambiente che mi circonda non è ideale, a volte non va tutto come dovrebbe andare, vedo delle ingiustizie, ho le mie insofferenze e sofferenze, ma non per questo mi lascio avvolgere dalla spirale negativa. Se poi penso alla vita che conducevano i nostri nonni, bè allora non c’è che da rallegrarsi. Abbiamo acqua corrente, elettricità e riscaldamento nelle nostre case, cibo tutti i giorni. Nella piramide dei bisogni di Maslow abbiamo sicuramente superato i primi due livelli. Pensa se fossi una donna nata in Afghanistan e dovessi girare con il burka? O in un paese in guerra? O se fossi costretta/o a pagare una fortuna per curarti?

Quindi, non esitare a condividere i tuoi momenti di gioia, i tuoi successi, piccoli o grandi che siano perché questo si propagherà e creerà positività. Certo, non sarà sempre primavera, ma sono sicura che potrai trovare tutti i giorni una piccola cosa buona da condividere.

Questo non significa che devi smettere di migliorarti e di creare delle condizioni di vita piú appaganti e gradevoli, ma significa che la tua crescita sarebbe più facile se guardassi il bicchiere mezzo pieno anziché il bicchiere mezzo vuoto.

Allora, sei pronta/o a cominciare condividere le buone piccole cose che ti succedono? Fammelo sapere,!

Come sviluppare 5 competenze per sentirti meglio e trovare la tua motivazione

“Come va il lavoro?” è una domanda che ci viene posta frequentemente dai nostri cari e quando rispondiamo probabilmente pensiamo alle difficoltà che attraversiamo o al disagio che sentiamo verso il nostro lavoro. Le persone che lavorano cercano una motivazione e un senso per il lavoro che svolgono.

L’ambiente di lavoro si è molto trasformato negli ultimi anni ed è diventato fonte di stress e ansia. Mancanza di obiettivi futuri, cambiamenti frequenti all’interno dell’organizzazione con conseguente cambiamento dei capi, concorrenza esterna e interna, digitalizzazione che trasforma i modi di lavoro e richiede l’acquisizione di nuove competenze, manager a volte incompetenti ma sotto pressione per gli obiettivi aziendali, stress e carico di lavoro eccessivo possono provocare dei comportamenti tossici.

Noi tutti abbiamo delle aspettative per quanto riguarda il nostro benessere e la nostra crescita personale. Facciamo attenzione alla salute, all’equilibrio tra vita privata e vita professionale, alla qualità dei rapporti con il manager e con i colleghi.

Sai come la penso riguardo alla felicità sul lavoro, ma puoi cercare di sviluppare queste 5 competenze per sentirti meglio e trovare la tua motivazione.

  1. Accettare l’imperfezione: la propria, quella degli altri e quella ambientale. Il perfezionismo è una fonte importante delle nostre sofferenze. Essere coerenti al 100%, rifiutare i propri fallimenti, porsi degli obiettivi troppo ambiziosi, tutto questo ci porta a una situazione di insoddisfazione permanente. Un passo verso la serenità sarebbe quello di accettare gli ostacoli della quotidianità, fare delle scelte e dei compromessi, chiedersi quale sarebbe il miglior percorso futuro piuttosto che pensare a quello che avrebbe potuto essere (post-occupazioni, ovvero inquietarsi per qualcosa che é già avvenuto e che quindi non possiamo cambiare né influenzare).
  2. Stimolare la propria iniziativa e la propria capacità di agire. Sul lavoro possiamo decidere di essere pro-attivi o reattivi. La persona reattiva si sente colpita da quello che le succede intorno e si lascia guidare dai segnali dell’ambiente siano essi negativi o positivi. La persona pro-attiva prende l’iniziativa e sceglie come rispondere agli eventi. Di fronte ad una difficoltà, la persona reattiva dirà “non posso farci niente” oppure “non posso farlo” mentre quella pro-attiva dirà “esaminiamo le opzioni” oppure “potremmo fare così”. Per la persona reattiva, “loro” hanno l’ultima parola, mentre la pro-attiva è colei che conclude. Sviluppare la propria pro-attività, significa essere propensi all’azione e mettere la propria creatività, la propria intelligenza ed energia al servizio di quello che posso fare qui e ora.
  3. Rafforzare l’amor proprio e la stima di sé. Noi siamo i primi responsabili di noi stessi e i primi garanti del nostro benessere. Questo può sembrare evidente, ma è fondamentale per stare bene con sé stessi, amarsi, ascoltare i propri bisogni (del corpo e dello spirito) e cercare di soddisfarli. E’ altrettanto importante rispettarsi, avere stima di se stessi nonostante i propri difetti, le proprie fragilità ed imperfezioni, apprezzare e riconoscere i propri valori e qualità, celebrare i successi e i traguardi. Inoltre, nelle situazioni difficili, è essenziale proteggersi, saper dire no, comunicare i propri limiti e quello che non ci convince, cercare al massimo di non mettersi in pericolo.
  4. Sviluppare empatia e imparare a comunicare efficacemente con gli altri. La maggior parte delle nostre difficoltà al lavoro sono legate agli altri. Siano essi un capo, un collega, un cliente o un fornitore, il rapporto con l’altro può essere fonte di frustrazione e a volte di vera e propria sofferenza. Affinché questa relazione diventi più sana, più efficace e più serena, bisogna sviluppare empatia e imparare a comunicare in modo più efficace. Innanzitutto, bisogna rispettare gli altri ed evitare di giudicarli. Non conosciamo la loro storia e gli altri potrebbero avere gli stessi nostri problemi, o perfino più gravi. Prova quindi ad entrare in contatto con l’altro che hai di fronte cercando di capire la sua esperienza, i suoi sentimenti, i suoi bisogni ma cercando allo stesso tempo di individuare i punti in comune con questa persona. Comunica con sincerità le tue emozioni, i tuoi bisogni e le tue esigenze mantenendo uno spirito aperto al suo riguardo.
  5. Coltivare un’attitudine all’apprendimento e esercitare la capacità ad imparare. Per affrontare con serenità gli imprevisti e le numerose difficoltà che la vita ci presenta, per crescere e evolvere, è indispensabile imparare continuamente. L’attitudine della persona che vuole imparare consiste nell’accettare che il percorso di apprendimento passi sempre da una fase di incompetenza e di confusione. Prima di impadronirsi di una materia o trovare una soluzione a un problema, è normale sentirsi persi nell’incertezza e nel dubbio. Dobbiamo quindi imparare a gestire questi momenti nel modo più tranquillo possibile. Ricordiamoci che impariamo dai nostri errori, che essi fanno parte del nostro apprendimento e che anzi forse ne sono la base principale. Un fallimento non è una sentenza o un giudizio, ma piuttosto un risultato, una risposta a un tentativo che abbiamo fatto. Da questo risultato imprevisto, possiamo imparare delle lezioni che serviranno da base per fare altri tentativi che ci condurranno poi alla soluzione del nostro problema. Ricordiamoci anche che possiamo imparare da tutti e che è importante ricevere dei feedback per migliorare. Non esitare a metterti in discussione, cercando di trovare l’informazione importante o utile dallo scambio con gli altri. La persona propensa all’apprendimento considera tutte le esperienze come un’opportunità di evoluzione.

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