How to Build a New Habit and Like It

Habits represent a great strength, perhaps the greatest in absolute.

Usually in life, a success or a failure that happened only once, doesn’t make a difference. Studies have shown that some winners of the lottery run short of money a few years later because of their bad habits.

If you eat a big slice of cake from time to time, you won’t get fat. But if you eat biscuits containing a lot of butter every day, you may become fat.

Then success is a habit, not a one time off event. The tortoise always wins although the hare always brags about being the winner.

Do you know the famous fable of Esopo where a Hare ridicules a slow-moving Tortoise? Tired of the Hare’s arrogant behavior, the Tortoise challenges him to a race. The Hare soon leaves the Tortoise behind and, confident of winning, takes a nap midway through the race. When the Hare awakes however, he finds that his competitor, crawling slowly but steadily, has arrived before him.

It is never too late never to adopt a new habit. Since habits are so powerful, you will begin to see immediately great results, once that you will have acquired yours that will bring you toward the realization of your goal.

Then, how to build a new habit?

First thing, decide what you can make more often in order to reach your goal.

Obviously, it depends on your goal. 

Do you want to acquire a specific skill? A new competence, or knowledge? Eating  healthier? You shall establish your objective. The next important step will be deciding the time and the place. Every habit should come true within a certain time frame and in an established place.

From a scientific study carried out by Philippa Lally, it results that acquiring a new habit takes 66 days. Actually, some people can make it in a shorter time (18 days) and others need more time (8 months). Then, patience must become your mantra.

However there is a small technique that you can learn in order to make the acquisition of a new habit.

I explain it better with a practical example.

Let’s imagine that you want to acquire the habit to go to gym regularly. Well, at the beginning it is not fun. You have to go to a place and make a big effort to train yourself. Going to the gym happily has to become an habit.

Then the first step is deciding about the time and the place, but don’t do anything yet!

I make it clearer: you schedule a day and a time to go to the gym but when you arrive, you don’t exercise. You can make a tour around, or maybe do some light exercise and for a short time. If the gym has a jacuzzi, go to the jacuzzi and then back home.

In this way, you establish the time and the place in your mind but you don’t complete the action, that is not so amusing for the time being.

I know that it may seem strange to go around the gym without training. You may think that it is a loss of time but it is not. This is the first step to build a habit, therefore be patient (be the Tortoise!)

After a few days, or a couple of weeks, your mind will associate the time and the place to the gym and not the effort of the physical exercise.  

Don’t think that this phase is a loss of time; actually, it is the most important part.

Are you ready for this challenge?

Come fare ad acquisire una nuova abitudine

Le abitudini rappresentano una grande forza, forse la più grande in assoluto.

Di solito nella vita, un successo o un fallimento avvenuti una sola volta non fanno la differenza. Gli studi hanno dimostrato che tanti vincitori alla lotteria perdono i loro soldi e finiscono sul lastrico qualche anno dopo per via delle loro cattive abitudini.

Chi mangia una grande fetta di torta una volta ogni tanto non diventa grasso, ma mangiando ogni giorno biscotti contenenti tanto burro, potrebbe diventarlo. Quindi il successo è un’abitudine, non è un evento che accade una sola volta. La tartaruga vince sempre sebbene la lepre non faccia che vantarsi tutto il giorno.  

Hai presente la famosa favola di Esopo in cui una tartaruga batte una lepre durante una corsa, procedendo a passo lento e regolare mentre la lepre è troppo impegnata a festeggiare il fatto che si trova in testa dall’inizio?

Non è mai troppo tardi per adottare una nuova abitudine. Dato che le abitudini sono così potenti, inizierai a vedere da subito grandi risultati, una volta che avrai acquisito la tua, quella che ti porterà verso la realizzazione del tuo obiettivo.

Come fare per acquisire un’abitudine?

Per prima cosa decidi che cosa potresti fare un po’ più spesso per arrivare alla realizzazione del tuo desiderio. Ovviamente questo dipende dal tuo desiderio. Si tratta di acquisire una capacità specifica? Una conoscenza? Mangiare sano? Insomma, prima devi stabilire l’obiettivo. Il passo importante successivo è rappresentato dal tempo e dal luogo. Ogni abitudine deve realizzarsi entro un certo tempo e in un determinato luogo.

Da uno studio scientifico condotto da Philippa Lally, risulta che per acquisire una nuova abitudine sono necessari 66 giorni. In realtà c’è chi ci mette meno tempo (18 giorni) e chi di più (8 mesi). Quindi, avere pazienza deve diventare il tuo mantra.

Però c’è una piccola tecnica che puoi imparare per rendere l’acquisizione della nuova abitudine più semplice.

Te la spiego meglio con un esempio pratico.

Mettiamo che tu voglia acquisire l’abitudine di andare in palestra regolarmente. Bene, all’inizio non è divertente. In pratica devi recarti in un posto e fare una gran fatica. Ma per rendere piacevole il percorso, devi farlo diventare un’abitudine.

Quindi il primo passaggio è stabilire il tempo e il luogo, ma non devi fare ancora niente!

Mi spiego meglio: scegli un orario per andare in palestra ma quando arrivi, non fare esercizi. Fatti un giro oppure fai qualche esercizio molto leggero e per poco tempo. Se la palestra ha l’idromassaggio, fallo e poi ritorna a casa.

In questo modo stabilisci il tempo e il luogo nella tua testa ma non compi ancora l’azione, che non è poi tanto divertente, o non lo é ancora.

So che può sembrare strano andare in giro per la palestra senza allenarsi. Potrai pensare che è una perdita di tempo ma non lo è. Si tratta del primo passo per costruire un’abitudine, quindi sii paziente (sii una tartaruga!)

Dopo qualche giorno, o magari un paio di settimane, il tempo e il luogo saranno ciò che il tuo inconscio assocerà alla palestra e non alla parte faticosa dell’esercizio fisico. Non pensare che questa fase sia una perdita di tempo; in realtà, è la parte più importante.

Allora, cosa ne pensi di questa sfida?

Una storia Zen: La qualità del nostro sforzo

Conosci la storia zen del giovane che attraversa il Giappone per raggiungere la scuola di un famoso maestro di arti marziali? Eccola qui.

Quando arriva al dojo il maestro gli chiede: «Cosa desideri da me?»

Il ragazzo risponde: «Voglio studiare con te e diventare il miglior combattente di tutta la regione.»

«Quanto tempo mi ci vorrà?»
«10 anni almeno» risponde il maestro.
«10 anni è un tempo lunghissimo» risponde il ragazzo «…e se studio 2 volte di più di tutti i tuoi studenti?»
«20 anni allora» risponde il maestro.
Il ragazzo, perplesso risponde «e se mi alleno giorno e notte con tutto me stesso?»
«30 anni» risponde il maestro.
A questo punto il giovane risponde: «come è possibile che più dico che lavorerò sodo, più è il tempo che mi dici ci vorrà?»
La risposta è semplice, conclude il maestro: «quando hai un occhio fisso sulla meta, ne hai solo uno rimasto per percorrere la strada.»

Quale interpretazione daresti a a questa storia?

Personalmente la considero un messaggio importante di quanto non sia necessariamente uno sforzo più intenso che può aiutarci ad arrivare prima alla destinazione che abbiamo in mente, quanto piuttosto un’attenzione alla qualità del nostro sforzo. 

Fare meglio un passo dopo l’altro piuttosto che cercare di farne di più bruciando le tappe e creando piú stress e ansia alla nostra vita.

È un po’ come quando alleniamo il nostro corpo. Un sforzo eccessivo non regolare nel tempo servirà solo a traumatizzarlo. Mentre uno sforzo costante ma attentamente calibrato permetterá non solo di ottenere risultati duraturi, ma di rendere ogni tappa del viaggio molto più piacevole.

Dove pensi di poter ridurre l’intensità dello sforzo migliorandone la qualità?

Come evitare risultati disastrosi

La storia che stai per leggere contiene una morale molto interessante, soprattutto alla luce dell’importanza che la societá nella quale viviamo attribuisce all’aspetto fisico. Ecco come puoi evitare risultati disastrosi.
Il corvo e la colomba

In un bel giorno assolato di primavera, una colomba dalle candide piume volava per il bosco.

Stanca, si posò su un ramo.

E tu che uccello sei? Chiese un corvo. Sono una colomba. Guardandosi intorno vide uno stormo di uccelli neri: alcuni volavano, altri riposavano come lei sui rami degli alberi. – Che strani uccelli. Sono neri come il carbone! – pensava la colomba. D’un tratto uno di essi si posò sul ramo di fronte a lei.

La colomba si sentì mortificata: si sentiva diversa da tutti loro!
Tutti mi dicono che le mie piume sono candide come la neve – disse la colomba. Ma non farmi ridere, bella – rispose il corvo. Sei pallida come un morto. Guarda noi, invece. Tutti ci ammirano proprio per le nostre belle piume.

Allora la colomba decise di sporcarsi le piume. Ora voglio proprio vedere che dirà quell’antipatico uccello. Diventeró nera anch’io come loro! D’un tratto scorse una pozzanghera piena di fango. Così, senza pensarci un attimo volò via, planò sull’acqua e cominciò a rivoltarsi nel fango, sporcando di nero le candide piume.

Purtroppo in quell’istante giunse un lupo affamato, che si avventò sulla colomba.
La poverina, non potendo volare perché le piume erano tutte appiccicate dal fango, finì per essere il pranzetto del lupo.

Morale: Ognuno deve essere contento del proprio aspetto e non cercare di imitare gli altri perché il risultato potrebbe essere disastroso.

Tu hai mai voluto essere una colomba?

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Colomba – Dove – Photo by M Sidharda on Pexels.com

Come progredire verso il tuo obiettivo

Verso la fine del XIX secolo, un gruppo di economisti dell’Università di Losanna in Svizzera studiano le diseguaglianze sociali in Europa. Analizzando i dati fiscali di diversi paesi europei scoprono che in ciascun paese circa il 20% della popolazione possiede l’80% della ricchezza.

Questa scoperta fu un vero trampolino di lancio per la carriera di un’economista, Vilfredo Pareto, che ha dato il nome a un principio, il principio di Pareto appunto, conosciuta anche come la legge dell’20-80.

Alcuni esempi dell’applicazione di questa legge:

  • per ottimizzare la produzione alcune industrie in Giappone si focalizzano sul 20% delle cause che generano l’80% dei problemi di produzione;
  • i servizi clientela della maggior parte delle imprese si concentrano sul 20% dei clienti che generano l’80% del fatturato;
  • i professionisti delle finanze sono d’accordo nel dire che il 20% dei loro investimenti rappresentano l’80% dei guadagni.

Cosa ci fa capire questa legge? Il messaggio della legge di Pareto è che ci si deve concentrare sul 20% delle cose che ci porta all’80% dei risultati.

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In pratica, ci si deve concentrare sulle azioni ad alto valore aggiunto perché sono quelle che ci fanno avanzare.

Questa legge è molto importante perché ha a che fare con una risorsa preziosa: il tempo.

Per evitare di bloccarci su un obiettivo e piano piano perderlo di vista, sarebbe veramente importante utilizzare questa prospettiva (20-80).

Ma come fare ad individuare quali sono le cose essenziali al nostro obiettivo? E come scegliere le azioni a forte valore aggiunto?

Cerca di rispondere a queste due domande per ciascuna azione che hai previsto ma che esiti a realizzare:

  1. questa azione è vitale per farmi avanzare verso il mio obiettivo?
  2. sono l’unico/a a poter fare questa azione?

La prima domanda ti permette di separare le azioni essenziali da quelle che possono aspettare.

La seconda ti permette di individuare quali sono le azioni che altri possono fare al tuo posto e che, quindi, puoi delegare.

Una volta fatto questo, avrai scoperto il 20% delle azioni che devi portare avanti per raggiungere il tuo obiettivo.

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Ora potresti fare una stima del tempo necessario per ciascuna azione ma non è il metodo migliore, perché finiresti per metterlo nella tua “to-do-list” e potresti continuare a spostare l’ordine di priorità. Quindi, alla fine avresti perso del tempo.

 Ancora una volta devi farti delle domande:

  1. Quali problemi ti impediscono di raggiungere davvero con i tuoi obiettivi?
  2. Cosa devi fare per risolvere questi problemi?
  3. Quali sono gli elementi che ti permettono di capire se i problemi sono stati risolti?

Sarai sorpreso/a di vedere come funzionano bene queste domande. Vedrai che presto diventeranno un’abitudine, te le porrai tutte le volte che ti senti bloccato/a con qualcosa, perché la regola del 20-80 ti permette di concentrarti sulle azioni che hanno un impatto visibile e diretto.

Pensi che la legge di Pareto sia utile per raggiungere i tuoi obiettivi?

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Malinconia d’agosto

Aspetto agosto sempre con impazienza, perché agosto per me rappresenta l’estate. Luglio mi prepara ad agosto, il culmine dell’estate, che quest’anno sembra calda un po’ dappertutto.

Agosto arriva accompagnato da aspettative e buoni propositi ma alla fine dell’estate mi ritrovo a fare i conti con quanto ho effettivamente realizzato e non sempre il bilancio mi soddisfa.

Spesso le mie aspettative sono disallineate con la realtá e questo mi provoca uno stato d’animo di frustrazione e malessere che raggiunge il suo culmine al termine dell’estate. L’idea di non essermi goduta il periodo estivo, che é il mio periodo preferito dell’anno, come desideravo e il pensiero della ripresa dietro l’angolo rischia di trasformare gli ultimi giorni di vacanza in momenti di ansia e sofferenza.

Gli americani chiamano questa emozione “August Blues”, malinconia d’agosto, la noia e l’insoddisfazione che rischia di diventare un vero e proprio male di stagione.

Quindi quest’anno ho deciso di giocare d’anticipo e ho trovato quattro idee per evitare di rimanerne sopraffatta:

  1. stare all’aria aperta: la luce naturale, l’aria e la natura aiutano il benessere psicofisico e ci consentono di guardare alle situazioni con maggior distacco e serenitá;
  2. pensare ai momenti positivi: le belle esperienze che ci hanno portato dei benefici, anche se piccoli, ci aiutano a dare valore al nostro tempo. A volte la mente ci inganna e ci rende poco oggettivi;
  3. pianificare i tempi di ripresa: non tutti siamo uguali, c’é chi puó andare al lavoro subito dopo le vacanze e chi invece ha bisogno di un po’ di tempo per riprendersi dallo shock del rientro. Ascolta e asseconda i tuoi bisogni;
  4. infine, cosa molta importante, sii consapevole: saper riconoscere i primi segnali del tuo disagio, ti aiuta a gestirlo meglio e ad evitare che prenda il sopravvento.

E tu, hai mai sofferto della malinconia d’agosto?

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