Scrivere un curriculum

Poesia di Wislawa Szymborska

Cos’è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.

A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.

È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.

Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.

Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
È la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

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La tazza? Me la tengo!

1990, Cornell University, Stati Uniti. Un professore distribuisce delle tazze carine ad alcuni dei suoi studenti. Per offrire del caffè? Non proprio…

Il professore si chiama Daniel Kahneman, uno psicologo che lavora sull’economia comportamentale, cioè studia come gli individui prendono decisioni in merito ai loro consumi, a quello che acquistano e vendono, ai loro investimenti.

Con le tazze vuole fare un esperimento. Metà degli studenti riceve una tazza, l’altra metà non riceve nulla. Quindi, il professore chiede ad ogni gruppo a che prezzo pensano si possa vendere la tazza: quelli che hanno la tazza rispondono 7 dollari, quelli che non ce l’hanno sono disposti a comprarla per 3 dollari.

Secondo la teoria economica, le tazze dovrebbero essere commercializzate intorno ai 5 dollari, in quanto sarebbe il prezzo che, dopo una negoziazione, raggiungerebbero le due parti: quello proposto dai possessori della tazza (venditori) e quello degli interessati a comprarla (compratori). Questo si chiama prezzo di equilibrio cioè il prezzo della tazza stabilito dal mercato.

A questo punto il professore propone agli studenti senza tazza di ricevere o la tazza o 5 dollari. Offre poi agli studenti con la tazza di comprargliela per 5 dollari. La scelta é la stessa per tutti: la tazza o i soldi.

Il risultato è che gli studenti senza la tazza accettano i soldi, mentre gli studenti con la tazza rifiutano di venderla.

Perché? La ragione è il cosiddetto effetto dotazione (endowment effect): attribuiamo più valore a qualcosa che abbiamo già e non siamo disposti a venderlo nemmeno in cambio del suo valore reale nel mercato.

A causa di questo pregiudizio psicologico (psychological bias), anche le persone che non vogliono necessariamente fare del profitto, non sono molto propense a dare via per esempio un vecchio mobile, l’auto o la casa perché ne sovrastimano il valore. Tuttavia, questo pregiudizio può essere utile nel commercio: quando un venditore ci offre qualcosa gratis o ce la fa provare per un po’ di tempo (che so, un materasso per esempio) é perché spera che poi la compriamo!

E tu, hai mai tenuto qualcosa che ti é stato offerto per un po’ di tempo?