Il mito di Sisifo

Le storie della mitologia possono permetterci di capire concetti intellettuali universali. Il mito di Sisifo ne fa parte perché è la storia di un uomo punito dagli dei, condannato a far rotolare un’enorme roccia fino alla cima di una montagna. Tuttavia, una volta raggiunto il suo obiettivo, cade indietro e sconta la sua pena perpetuando questo ciclo dell’assurdo.

Perché Sisifo deve spingere un masso dalla base alla cima di un monte ma ogni volta che raggiunge la cima, il masso poi rotola nuovamente alla base del monte, e questo per l’eternità?

Colpevole di numerosi misfatti ma soprattutto di aver ingannato ripetutamente Zeus, Sisifo viene rinchiuso nell’Ade e condannato a un’eterna fatica: trasportare sopra una montagna un masso che inesorabilmente ricade giù appena toccata la cima. La punizione di Sisifo finirà così per diventare il simbolo di qualsiasi impresa inutile, destinata a vanificarsi non appena compiuta.

Ma l’allegoria del mito di Sisifo puó anche illustrare la condizione degli uomini accecati dalla propria testardaggine. Persuasi ad agire correttamente, a volte possono chiudersi in una spirale infinita che alla fine li condannerá.

Ciechi alle lezioni che ci vengono insegnate sull’esistenza, ci trasformiamo ad essere noi stessi un ostacolo al nostro cambiamento.

Gli errori sono spesso veicoli di opportunità. 

“Una persona che non fallisce non ha mai cercato di fare niente di nuovo”. Questa citazione é dello scienziato Albert Einstein ed esprime perfettamente la natura indispensabile di questi veicoli di cambiamento. 

Dobbiamo chiederci se non fosse opportuno apportare dei cambiamenti per far fronte alle nostre aspettative.

Quando consideriamo i nostri errori non più degli ostacoli ma delle opportunità per imparare, riuscieremo a fare un passo verso la realizzazione dei nostri sogni. La nostra esperienza con i nostri errori ci porta ad aprire gli occhi e a crescere. A volte, proprio gli errori sono ciò di cui abbiamo bisogno per renderci conto che questi stati mentali non ci si addicono più, quindi dobbiamo cambiare.

E questo è ciò che ci porta ad andare verso il nostro vero sé, ad accettare il cambiamento anziché rifiutarlo. Continuare a trincerarci in noi stessi, ad essere fedeli alle nostre emozioni, non ci permette di accedere al cammino dell’evoluzione spirituale, ma ci costringe a rimanere nello status quo perpetuando il mito di Sisifo.

Pensi di essere come Sisifo, cioé un po’ testardo?

Come la pandemia influisce sulla nostra vita

E’ innegabile che le restrizioni imposte dalla pandemia in corso abbiano cambiato drasticamente le nostre abitudini e il nostro stile di vita. Non ci sono dubbi che lo stress prodotto dall’incertezza, dalle proibizioni e dal lockdown, parziale o totale che sia, ci abbiano spinto alla ricerca di distrazioni che ci possano dare un po’ di sollievo. Come diceva Ovidio, gli esseri umani cercano quello che é proibito e desiderano quello che viene loro negato.

C’é un filo che lega i comportamenti eccessivi (bere troppo, fumare troppo, mangiare troppo, passare troppo tempo al computer o guardando la televisione) allo stress.

Photo by Christin Hume on Unsplash

Chiaramente, la pandemia tiene i nostri desideri in sospeso ed é una cosa normale desiderare ció che non si puó fare. Solo quando tornemo a una vita piú o meno normale e i nostri desideri saranno soddisfatti, staremo meglio. La ricerca del piacere é un comportamento assolutamente umano, non c’é nulla di cui preoccuparsi.

Il nostro cervello identifica e rafforza i comportamenti benefici come mangiare bene, socializzare, divertirsi. Questo circuito complesso di ricompensa che genera piacere é il risultato della evoluzione che garantisce la nostra sopravvivenza, che ci orienta nella vita quotidiana e che ci fa andare avanti. Piú siamo capaci di produrre dopamina (l’ormone del piacere e della ricompensa), piú siamo in grado di generare sensazioni piacevoli in modo naturale e avremo perció meno bisogno di ricorrere a comportamenti eccessivi che possono portare a dipendenze.

Tuttavia, la situazione che stiamo vivendo da circa un anno ha influito e influisce sulla motivazione e l’autocontrollo. Non riusciamo piú a generare piacere in modo naturale e dobbiamo ricorrere a mezzi diversi per provare a migliorare la nostro condizione. La mancanza improvvisa di dopamina si traduce in un cortocircuito di sensazioni piacevoli che ci spinge quindi a cercare piacere in altro modo.

E’ importante stare attenti che questi comportamenti non si trasformino in dipendenze. Per fortuna solo poche persone si lasciano andare fino al punto di diventare dipendenti da queste nuove abitudini nocive.

Per prevenire la dipendenza occorre mettere in atto delle strategie che favoriscano l’autocontrollo, soprattutto strategie anti-stress. Praticare esercizio fisico, camminare nella natura, cercare di non isolarsi ma di mantenere i contatti anche a distanza, sono solo alcuni suggerimenti.

Tu hai delle strategia anti-stress? Fammelo sapere!

Photo by Maarten van den Heuvel on Unsplash