Ancora un altro Natale difficile

Ancora un altro Natale difficile. Il nostro nemico Covid é ancora presente e non sappiamo quando se ne andrá. Sembra una storia senza fine. Per questo ho scelto di pubblicare il testo della canzone degli Articolo 31, che é divertente e puó aiutare a diffondere un po’ di buon umore.

E’ Natale (ma io non ci sto dentro)

Caro Babbo Natale
Non ci sentiamo da parecchio
Comunque è lo stesso
Adesso prestami orecchio

Ho una richiesta e se ti resta tempo senti
Anche perché mi devi ancora un Big Jim e una pianola
Bontempi, non ho risentimenti
Ma tuo creditore resto
Dunque ho un pretesto per richiederti un gesto

Il palinsesto di radio e tv a natale dirigilo tu
E fai qualcosa di speciale e non il solito mix dei
Puffi e di Asterix, con la cantilena di Cristina D’Avena
Ridammi Furia e amico Fidenco uccidi i puffi!

Voglio vedere un incontro di box tra Tyson e Bossi!
Voglio che i personaggi di Beverly Hills abbiano
Tutti bisogno del Clerasil
Voglio vedere la Cuccarini con un mini bikini bere un Martini
Sentendo “Tocca qui” cantata da Masini

Perché è Natale, è natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro

Sono già due mesi che sento odore di mandarino
E di aghi di pino e ne ho la nausea, pubblicità
Del panettone senza pausa, assediato da nevicate di mandorlato!
In cucina mia madre è chiusa
Già da un mese, poverina si sbatte di brutto lavora
Come un somaro albanese, ha fatto tra l’altro

Anche otto chili d’arrosto, nel migliore dei casi
Mi trovo a mangiare gli avanzi fino ad agosto
Mi sento indisposto, sarà perché ho mangiato caramelle sottocosto
Piuttosto faccio posto nello stomaco
A un bicchiere di Pinot, mentre lo bevo
Mi atteggio come il tipo dello spot
C’è lo spot

In televisione, dannazione
Adesso posso dire addio alla mia digestione
Cambio canale fatale
Appare il telegiornale che
Fra una guerra e l’altra, mi fa gli auguri di Natale!

è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro

Babbo Natale da me non è mai venuto
Forse perché il camino in casa non ce l’ho mai avuto
Forse non riesce ad atterrare sui tetti
Perché ci sono troppe antenne, forse gli han chiesto

Il superbollo sulle renne
Forse ha paura di qualche scippo
Magari è afflitto perché lo

Scambiano per il Gabibbo
Ma per me è da qualche parte in equatore
Che se la vive da nababbo coi diritti d’autore!
Suona il campanello è arrivato il prete a benedire
Passa ogni stanza bagna le pareti d’acqua santa
Guarda me, che sono sveglio da poco
E dice che per gli esorcismi passa dopo!

Lo congedo con flemma, mi viene in mente il dilemma
Se il Natale che viviamo è cristiano o pagano
O come quello americano con le letterine dei bambini
Ma non a Babbo Natale, ma ai grandi magazzini!

è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro

è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale
è Natale, è Natale, è Natale

Auguro a te e a tutte le persone che ami un buon Natale, pieno di speranza, un futuro positivo e soprattutto tanta salute e successo per il 2022!

green christmas tree with red baubles
Photo by Dana Tentis on Pexels.com

Questo blog va in vacanza fino al 6 gennaio, a presto!

Come aiutare un amico o un’amica in difficoltà

Fa male vedere una persona cara che non sta bene psicologicamente. Come aiutare un amico o un’amica in difficoltà? Nessuno ti ha insegnato come fare e tu non sai sa cosa fare. Dipende molto dalla tua sensibilità e empatia.
Un amico/a celebra con te i successi ma è anche disponibile ad ascoltare tue angustie, le tue paure, frustrazioni e problemi in generale.

Hai notato che un tuo amico o una tua amica non sembra più quello/a che conoscevi. Ti sembra triste, spento/a, parla poco, è isolato/a e bloccato/a nei suoi pensieri. Oppure è inquieto/a, nervoso/a, iperattivo/a, ansioso/a, irritabile e ha cominciato a bere molto alcol.

Ti chiedi se sarà stato a causa della pandemia. Forse, ma era così anche d’estate, quando la situazione Covid andava meglio. Continua a vedere tutto nero, non vuole uscire, non vuole vedere nessuno e nemmeno parlare con qualcuno.

Dorme male, non è motivato/a ad andare a lavorare.

La prima cosa che viene spontaneo fare, è cercare di tranquillizzarlo/a, dicendo che non si preoccupi, che tutti abbiamo dei problemi e magari cominci a raccontargli i tuoi, come se questo potesse tirarlo/a su di morale. E il risultato è che il tuo amico o la tua amica stanno sempre peggio.

In effetti, questo sminuire lo stato di malessere delle altre persone non fa altro che contribuire a farle stare peggio.

Una volta una psicologa mi disse che quando una persona è agitata, non bisogna mai dirle si stare calma, perché questo sortirebbe l’effetto opposto. Si tratta più o meno della stessa cosa. Se una persona sta male non devi sottovalutare il suo malessere.

stormy sea with splashes and waves
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È normale voler aiutare un amico/a in difficoltà, ma per aiutarlo/a devi ascoltarlo/a, in modo attivo ed empatico.

Ascoltare in questo modo non è facile, ma si può imparare, innanzitutto validando quello che sente l’amico/a, non sottovalutando la sua situazione e facendogli capire che non è solo/a.

A volte, dispensare consigli non è utile, invece potrebbe essere utile offrire un aiuto pratico, come fare la spesa per esempio. Oppure puoi proporre di uscire insieme, andare a bere qualcosa o al ristorante, perché così il tuo amico o la tua amica si possono distrarre e magari si rilassano e ti raccontano il momento difficile che stanno passando. Anche una passeggiata nella natura o una breve escursione sono attività che possono rivelarsi utili. Visitare una mostra d’arte o un museo puó davvero aiutare a tirare su il morale.

Non devi essere invadente, devi lasciare al tuo amico/a spazio e tempo, trasmettendo speranza rispetto alla possibilità che più avanti si sentirà meglio. Puoi anche dirgli/le di ricordare alcuni momenti belli del passato che potrebbero essere di conforto. Oppure, puoi dirgli/le di pensare ad altri momenti difficili e chiedersi come li ha superati.

Non devi fare pressione, né giudicare ma restare disponibile.

Ovviamente non bisogna assumersi la responsabilità della salute mentale dell’altra persona. Se non sei psicologo/a non puoi sapere se quello che sta attraversando la persona è temporaneo oppure si tratta di un vero e proprio disturbo mentale. Per questo, se vediamo che l’amico/a non migliora, dovresti cercare di convincerlo/a ad andare dal dottore a spiegare la situazione. Magari potresti anche offrirti di accompagnalo/a, perché sono gli amici che aiutano a ritrovare la luce nei momenti bui.

Quali sono le tue strategie per aiutare un’amico/a a superare una situazione difficile?

gray asphalt road surrounded by tall trees
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La trappola delle grandi aspettative

Al nostro cervello non piace l’incertezza. Siamo programmati per la sopravvivenza però non sappiamo muoverci se quello che ci circonda non è chiaro. Per ridurre la sensazione scomoda che genera la mancanza di certezza, ci creiamo delle aspettative. Tuttavia, basarci sulle nostre aspettative, non sempre ci aiuta a sentirci meglio.

Le nostre aspettative ci condizionano più di quanto immaginiamo. Influiscono sul nostro apprendimento, su come percepiamo la realtá e su come trattiamo chi ci sta vicino.

Le nostre aspettative possono diventare fonte di frustrazione. Per esempio, vuoi assolutamente vedere un film perché ne hai sentito parlare benissimo ma dopo averlo visto scopri che in realtà a te non è piaciuto tanto, quindi ti senti deluso/a. Se vai a mangiare in un ristorante stellato, poi il cibo non ti sembra tanto ben preparato, ci rimani male (e potresti aver speso una fortuna).

Si dice che le aspettative sono risentimenti anticipati, perché quando la realtà non corrisponde a quello che ci aspettavamo ci provoca frustrazione.

In marketing si definisce la soddisfazione del cliente come il risultato della percezione meno l’aspettativa. Quanto più alta è l’aspettativa, tanto più alta dovrá essere posta la barra delle esperienze o delle relazioni per poterci ritenere soddisfatti. Questo è un meccanismo inconscio. Tuttavia, ci sono alcuni modi per agire sul nostro modo di pensare, affinché giochi a nostro favore.

Vediamo quali sono e come possono esserti utili nel contesto dell’attuale pandemia.

  1. Abbi fiducia : la pandemia presto finirà, grazie all’avanzamento delle vaccinazioni. Non farti ossessionare però immaginando una data finale. Ora si parla di metà luglio, ma puoi esserne certo? Non lasciare che la tua felicità dipenda dalla fine del Covid.
  2. Sostituisci le aspettative con la gratitudine. Ringrazia che non ti sei ammalato/a, che hai una casa dove abitare, che qualcuno ti vuole bene. Guarda i piccoli dettagli della tua vita quotidiana e troverai sicuramente qualcosa per cui essere grato/a.

Vivere senza tante aspettative è più facile perché dai più valore a ciò che ti succede senza essere influenzato/a dall’idea che ti sei creato prima. Questo non significa abbandonare i tuoi sogni o desideri. Li devi tenere come un faro che ti guida nelle decisioni sul tuo futuro. Tuttavia, cerca di non far dipendere la tua felicità da fattori esterni che non puoi controllare.

Tu pensi di poter abbandonare parte delle tue aspettative?

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Ode al primo giorno dell’anno – poesia di Pablo Neruda

Quale modo migliore di leggere una poesia carica di speranza come questa per lasciare alle spalle il 2020 e iniziare il 2021?

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Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli: i giorni
sbattono le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,
e si appoggiano nella notte oscura.

Vedo l’ultimo
giorno
di questo
anno
in una ferrovia, verso le piogge
del distante arcipelago violetto,
e l’uomo
della macchina,
complicata come un orologio del cielo,
che china gli occhi
all’infinito
modello delle rotaie,
alle brillanti manovelle,
ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni
sboccati
verso stazioni
nere della notte.
Questa fine dell’anno
senza donna e senza figli,
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?

Dalle vie
e dai sentieri
il primo giorno, la prima aurora
di un anno che comincia,
ha lo stesso ossidato
colore di treno di ferro:
e salutano gli esseri della strada,
le vacche, i villaggi,
nel vapore dell’alba,
senza sapere che si tratta
della porta dell’anno,
di un giorno scosso da campane,
fiorito con piume e garofani.

La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti infiammeremo
come un candelabro,
ti berremo
come un liquido topazio.

Giorno dell’anno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte le foglie escono verdi
dal tronco del tuo tempo.

Incoronaci
con acqua,
con gelsomini aperti,
con tutti gli aromi spiegati,
sì,
benché tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e sei,
oh giorno nuovo,
oh nuvola da venire,
pane mai visto,
torre permanente!

Pablo Neruda

Ti é piaciuta questa poesia? Che speranze nutri per questo nuovo anno?

Photo by Cristiana Branchini