Indugiare, rinviare, procrastinare… quante persone conosci così?

Procrastinare, secondo la definizione del dizionario Treccani, significa differire, rinviare da un giorno a un altro, dall’oggi al domani, allo scopo di guadagnare tempo o addirittura con l’intenzione di non fare quello che si dovrebbe.

Aspettare a lungo può avere conseguenze. Pensa al cambiamento climatico. O a una malattia. Se non cerchi di scoprire subito quello hai, poi potrebbe diventare troppo tardi. Potresti sentire il dottore dirti: “Se fossi venuto prima, avremmo potuto intervenire e tentare di guarire la tua malattia. Ora è troppo tardi”.

Negli Stati Uniti, le statistiche dicono che il 20% circa della popolazione, rimanda i compiti i noiosi al giorno dopo, come se i compiti in questione avessero poi la capacità di scomparire o divenire meno noiosi (in realtà, non credi che succeda il contrario?).

Uno studio cinese dimostra che le persone con tendenza a rimandare (chiamiamoli “procrastinatori“. Dal latino cras che significa domani e pro che significa per, quindi coloro che rimandano tutto a domani) hanno certe aree del cervello iperattive, che causano un vagabondaggio mentale: quando è tempo di pagare le fatture, prendere l’appuntamento dal dentista o portare giù la spazzatura, queste aree vanno in tilt e inducono la persona a pensare a qualcosa d’altro. E, diciamolo, a cercare delle scuse su quanto sarebbe sgradevole fare quella cosa.

Inoltre, i procrastinatori hanno un’altra zona del cervello debole. Si tratta della zona che blocca le attività di dispersione e che consente, invece, di rimanere concentrati.

Le persone che lavorano anticipando gli eventi e agiscono secondo un piano o un programma in modo da non essere colti di sorpresa da un esame, o da una scadenza fiscale, hanno un’attività elevata in quest’area del cervello, in modo tale che il divagare é bloccato e rimangono concentrati.

Quando la mente si distacca dallo scopo programmato e comincia a vagare, diventa vulnerabile e soggetta alle influenze della zona del cervello che comunica quanto sia sgradevole quella cosa. Il procrastinatore è quindi bloccato dal suo cervello e cerca immediatamente qualcosa che lo faccia stare meglio. Il compito sgradevole è perciò spostato nel futuro e percepito come innocuo.

Che fare? Il cervello è un muscolo e possiamo allenarlo per sfruttare la sua plasticità.

Tu come ti consideri? Sei una di quelle persone che rimandano il pagamento delle fatture, non prendono l’appuntamento dal dentista pur avendone bisogno, non portano giù la spazzatura? Oppure sei una persona che cerca di agire in anticipo, per non farsi cogliere di sorpresa e impreparata?

Fammelo sapere!