Questa storia racconta l’importanza dell’apprezzare le differenze per costruire l’intelligenza collettiva.

Soli si va più veloci, insieme si va più lontano – Proverbio africano

Una favola indiana racconta la scoperta di un elefante da parte di sei persone cieche.

Ognuno di loro toccando solo una parte dell’elefante lo descriveva in modo diverso a seconda di dove aveva toccato l’animale. Quindi, uno lo comparò ad un muro, un altro disse una lancia, un altro ancora un serpente, oppure un albero, un ventaglio o una corda.

Cominciarono a discutere su quello che avevano sentito toccando l’elefante. La discussione diventò molto animata perché ciascuno di loro voleva aver ragione.

Un saggio passò vicino e li sentì discutere. Quindi, si avvicinò e con un sorriso disse loro: “L’elefante ha tutti i tratti che avete descritto, perché voi avete toccato solo una parte dell’animale. E’ per questo che lo descrivete diversamente”.

Questa storia spiega bene che è molto incauto essere certi di aver ragione e che la realtà supera sempre le nostre visioni personali e il nostro contesto che é basato su un percorso unico e su delle credenze limitanti.

Le differenze quando diventano ostacoli ci tolgono l’occasione di ampliare la nostra coscienza e di arricchire l’intelligenza collettiva, dove la somma degli individui é superiore al loro risultato numerico (in altre parole 1+1 non fa 2 ma 3).

Perciò, considerare un alleato colui che la pensa diversamente piuttosto che un nemico o un rivale, non ci condurrebbe a sommare i nostri approcci diversi ma a far nascere delle soluzioni inedite, che supererebbero l’apporto individuale di ciascuno di noi.

Ancora una volta, il buon senso ci invita ad essere tolleranti piuttosto che giudicare. Perché giudicare significa separare e, come dice il proverbio africano “Soli si va più veloci, insieme si va più lontano”.

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