Da sempre l’intelligenza intuitiva affascina l’uomo. Viene associata in genere al genio, perché le grandi scoperte scientifiche sono avvenute grazie a degli istanti di intuizione, al di fuori dell’analisi razionale.
Il potere dell’intuizione
Einstein ha scritto:
“L’intuizione è un dono sacro del quale la ragione è un servitore fedele. Abbiamo creato una società che onora il servitore e che dimentica il dono.”
D’altro canto, noi tutti sappiamo che è grazie all’intuizione che prendiamo le decisioni della nostra vita, piccole o grandi che siano, anche se ci proclamiamo esseri razionali e cartesiani.
Dal punto di vista delle grandi religioni orientali (Buddismo, Induismo, Taoismo) non c’è nessun mistero. Nelle lingue tradizionali di queste religioni millenarie, i termini che designano conoscenza e coscienza sono spesso identici.
L’attaccamento alle costruzioni mentali, alle credenze e ai concetti, così come l’agitazione mentale che l’accompagna, sono visti da queste religioni come un velo sull’intelligenza primordiale. Il seguente aforisma buddista si rivela in modo decisamente pertinente per la vita quotidiana:
“se non rimescoliamo l’acqua essa diventerà limpida. Allo stesso modo la natura dello spirito è tale che, se lo lasciamo, se non lo manipoliamo, troverà da solo la pace e la chiarezza originali.”
Ma torniamo in Occidente per vedere cosa è successo da quando è stata introdotta la Mindfulness (meditazione in piena coscienza) negli anni ’90.
Si è parlato del tema di come prendere le decisioni. Per prendere una decisione, dobbiamo valutare tre elementi:
- l’analisi razionale,
- l’aspetto emotivo
- l’intelligenza intuitiva.
Praticando la meditazione, i pensieri e le emozioni si calmano, e l’intuizione si manifesta. In effetti, ci sono diverse testimonianze di praticanti che raccontano che le idee più creative sono arrivate alla fine della loro meditazione.
In un ambiente lineare, prevedibile e ordinato è spesso più efficace un’analisi razionale per decidere e pianificare un’azione. Al contrario, in un ambiente volatile, imprevedibile o caotico, quando predomina l’elemento umano, l’intuizione diventa utile.
È per questo che la meditazione è sempre più usata ai nostri tempi, dove viviamo con un’insicurezza e un’instabilità sempre in aumento.
Il meccanismo dell’intuizione
L’intuizione va ad attingere a tre risorse principali.
- Come un albero, la prima fonte è la ramificazione delle sue radici. Si tratta della totalità delle informazioni, delle esperienze vissute in passato e immagazzinate nell’inconscio.
- La seconda fonte è paragonabile alle foglie di un albero. Si tratta dei segnali forti o deboli, captati nell’istante presente. Tutti questi segnali sono indefiniti e non possono essere valutati dall’analisi razionale.
- La terza fonte è l’intelligenza collettiva. Infatti, la nostra intuizione personale può andare al di là delle limitazioni temporali e spaziali. L’intelligenza intuitiva ha la facoltà di attingere a una fonte virtualmente illimitata, fuori dai limiti del tempo, dello spazio e dell’individuo. Tutto questo è normale secondo la filosofia buddista dove, per esempio, l’individuo, il tempo e lo spazio non sono che categorie concettuali creati dalla mente.

Come si sintetizzano queste fonti di informazioni?
I ricercatori di scienze cognitive hanno provato a rispondere.
Poco prima di un’intuizione, avviene un “lasciar andare”, una discesa dentro di noi, un’assenza di controllo e di attività mentale. Poi, all’improvviso, la presenza aumenta, si ha una specie di risveglio, un sentimento di unità e accordo interiore. Si prova una sensazione di sorpresa, di stupore e di meraviglia.
Questi sono gli elementi che troviamo anche in un’esperienza meditativa: lasciare andare, assenza di attività mentale, presenza aumentata, risveglio, unità. Ed è anche questo che ci ricollega all’approccio buddista.
Bisogna anche sottolineare il posto essenziale occupato dal corpo nell’intelligenza intuitiva.
Quante volte abbiamo preso delle decisioni razionali o emotive mentre il nostro corpo si opponeva con tutte le sue forze? Ci siamo pentiti di questa decisione qualche giorno, mese o anno dopo?
Per quanto mi riguarda, mi è successo diverse volte nella vita. Avrei dovuto ascoltare i segnali che il corpo mi mandava e tenerne conto nel prendere la mia decisione.
A questo proposito, la meditazione cosciente sulle diverse parti del corpo può aiutare a sviluppare il “sesto senso” dell’intuizione.
Dobbiamo anche considerare che se ignoriamo costantemente i messaggi del corpo, la nostra verità interiore potrà poi manifestarsi sotto forma di malattia, dolori, o disordini di diverso tipo.
L’intelligenza intuitiva, al di là dell’aiuto che ci fornisce nel prendere decisioni, è la nostra voce interiore profonda, la nostra saggezza, la nostra guida più preziosa. È nostro compito imparare a ascoltarla e ad accudirla.
Per concludere, se esiti a seguire la tua intuizione, prova a chiederti queste due domande, che ti aiuteranno a chiarire quello che c’è in gioco:
- Che cosa rischio se seguo la mia intuizione?
- Che cosa non rischio se seguo la mia intuizione?
Tu ti affidi alla tua intuizione?
Una versione piú lunga di questo articolo é stato pubblicato in precedenza sul sito Igea Notizie.