Si definisce “hater” una persona che, in Internet e in particolare nei social, di solito approfittando dell’anonimato, usa espressioni di odio di tipo razzista e insulta violentemente individui, specialmente se noti o famosi, o intere fasce di popolazione (stranieri e immigrati, donne, persone di colore, omosessuali, credenti di altre religioni, disabili, ecc.).

Alcune ricerche ne hanno individuato alcune caratteristiche:

  1. esprimono prevalentemente opinioni negative in maniera aggressiva;
  2. fanno commenti cinici o crudeli e vanno in cerca di personaggi suscettibili;
  3. cercano di essere ingegnosi per ottenere risalto sui media grazie al frutto delle loro provocazioni;
  4. trattano solitamente temi di attualitá per attirare l’attenzione del grande pubblico.

L’energia che investono gli haters nella loro azione distruttiva puó avere due ragioni:

  1. invidia e desiderio di diventare famosi. L’hater ritiene che la persona alla quale rivolge il suo odio non merita la fama o il prestigio che ha. L’indignazione é piú forte quando la persona svolge un’attivitá nello stesso campo dell’hater, ottenendo peró un riconoscimento che l’hater non riceve.
  2. proiezione. Individuata da Freud nel 1895, la proiezione é un meccanismo di difesa con il quale attribuiamo agli altri le nostre carenze o i nostri difetti.

In generale i ricercatori hanno trovato tratti di personalità narcisista e psicopatica, personalità antisociale e a volte anche sadica negli haters che hanno partecipato agli studi. Certo non é facile trovare haters disposti a partecipare a delle ricerche perché preferiscono ovviamente rimanere nell’anonimato. Inoltre, il fatto di voler partecipare a uno studio significherebbe una presa di coscienza del problema da parte dell’hater, cosa anche questa abbastanza difficile.

Il fenomeno degli haters si puó manifestare in due modi.

Da un lato, se l’hater viene ignorato, e i destinatari delle offese non rispondono ai suoi attacchi, tende ad annoiarsi e ad abbandonare il contesto online dove sta cercando di trovare consenso e visibilitá.


D’altro canto, peró, comportamenti insistenti di hating possono essere indice di intenzioni veramente dannose, antisociali e fisicamente aggressive che rispecchiano personalità realmente disturbate.


In conclusione, se una persona ha dei comportamenti aggressivi e offensivi che cessano se non trovano un pubblico e quindi visibilitá, il problema si pone dal lato di chi sfrutta questo tipo di comportamento. Se, invece, invece, il comportamento online é il riflesso di reali problemi di personalitá, occorre analizzare il carattere dei singoli individui, che é comunque indipendente dall’utilizzo dei social.

Cosa ne pensi degli hater? Hai mai subito degli attacchi sui social?

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