1970: la NASA, agenzia spaziale americano, termina lo “Skylab“: una stazione spaziale concepita per accogliere 3 persone per un periodo di tre mesi. Ma, mentre la tecnologia é avanzata, la decorazione interna lascia un po’ a desiderare: l’abitacolo é freddo, triste, austero…gli astronauti meritano di meglio!
La NASA quindi si rivolge a un professionista del design, Raymond Loewy, che lavora nel campo dell’estetica applicata agli oggetti industriali. Per esempio, ha concepito e disegnato diversi logo di marche famose, delle linee di auto e di locomotive e persino l’Air Force One, l’aereo del Presidente degli Stati Uniti.
Arrivando alla NASA, Raymond rimane a bocca aperta. La decorazione dello Skylab? Troppo blu che diffonde un colore pallido. L’illuminazione? Arriva dall’alto e crea delle ombre angoscianti. Propone quindi di installare degli oblò per guardare fuori.

Raymond segue il principio M.A.Y.A. (Most Advanced Yet Acceptable), che in pratica significa: osare ma non troppo. Se un’invenzione o un design é troppo rivoluzionario, il consumatore si spaventa.
Questa idea tiene conto di un “pregiudizio – biais – cognitivo“, cioè una deformazione del nostro modo di pensare, molto comune: il pregiudizio di familiarità. Si tende a preferire quello che si conosce, perché ci rassicura, piuttosto che quello che non si conosce. Per questo, per esempio, i produttori utilizzano la pubblicità: per rendere familiare i loro prodotti ai consumatori.
Secondo Raymond, un’innovazione importante deve contenere un elemento rassicurante per essere accettata.
Con gli oblò, i coraggiosi occupanti dello Skylab, hanno potuto ammirare una vista familiare: la nostra cara vecchia Terra!
