Come e perché lo yoga ti aiuta a mantenere l’equilibrio fisico e mentale

Da qualche anno una pratica millenaria è diventata oggetto di studi scientifici: lo yoga. Si é cominciato a misurarne gli effetti positivi sul cervello e si é riscontrato che una pratica costante puó agire come antistress e antidepressivo.

Gli studi sono cominciati grazie alla grande diffusione dello yoga. Milioni di persone oggi praticano yoga regolarmente. Le posizioni (asanas) come il guerriero o il cobra sono sempre più conosciute, indipendentemente dalla classe sociale, dalla professione e dal gruppo di età. Le ragioni sono principalmente: come imparare a rilassarsi, come curare il mal di schiena o il male al collo, come mantenere una buona forma fisica e come gestire lo stress.

Lo yoga tradizionale (dal sanscrito “yuga” che significa “unione”) arriva dall’India ed è una disciplina vecchia più di cinquemila anni. Una fonte importante di questa scuola spirituale, che dovrebbe guidarci verso il divino, è uno scritto del filosofo Patañjali: lo Yoga Sūtra che contiene le basi essenziali della disciplina.

Secondo questo saggio, lo scopo dello yoga è di raggiungere una forma superiore di conoscenza del sé, che può essere raggiunta con la contemplazione interiore. Oltre agli esercizi fisici specifici e le tecniche di respirazione, lo yoga tradizionale comprende anche la meditazione, un’alimentazione vegetariana e un’intera filosofia di vita. La forma moderna e occidentale dello yoga omette molti di questi elementi. Lo sviluppo della forza e della plasticità, la meditazione e gli esercizi di respirazione giocano oggi il ruolo più importante.

All’inizio del XX secolo, un piccolo gruppo di professori di yoga indiani cominciarono a diffondere gli insegnamenti dello yoga in Occidente. Dopo l’esplosione del fitness a partire dagli anni 80, che puntava soprattutto sul culto del corpo, si è persa un po’ di vista la parte spirituale. Perciò in Occidente cominciò a diffondersi principalmente lo hatha yoga.

Photo by Mor Shani on Unsplash
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Gli effetti dello hatha yoga sulla salute sono il miglioramento della coscienza del corpo e la coordinazione, il rafforzamento dei muscoli e il potenziamento della circolazione del sangue. Ma gli effetti dello yoga riguardano anche la gestione dello stress.

Per esperienza posso dire che dopo una seduta yoga mi sento distesa e riposata. Per arrivare a raggiungere uno stato analogo con la meditazione ci vuole più tempo, mentre lo hatha yoga produce effetti immediatamente, verosimilmente grazie alla componente fisica piú marcata. È provato da tanto tempo, infatti, che l’esercizio fisico fa bene al morale. Forse è per questo che lo yoga è un toccasana ad azione rapida, perché associa l’esercizio fisico alla pratica meditativa.

In effetti, associando delle posture (asanas) alla respirazione (pranayama), si agisce sul corpo distendendo i muscoli e i tessuti e sullo spirito perché viene stimolato il sistemo nervoso simpatico, cioè il sistema nervoso che si attiva quando riposiamo o dormiamo.

Lo yoga ti permette di ritrovare la calma nonostante i limiti imposti dal quotidiano. Con una pratica regolare, anche 5 minuti al giorno bastano, ritroverai un sonno migliore, la fiducia in te stesso/a aumenterà, così come la tua capacità di prendere decisioni e di gestire lo stress.

Considerando tutti questi aspetti positivi, pensi di iniziare a praticare lo yoga?

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4 tendenze per le risorse umane del 2021

L’anno che si è appena concluso ha cambiato i modi di lavorare e di gestire le persone. I diversi periodi di lockdown (totale o semi totale) hanno costretto tanti impiegati a casa che hanno fatto “smart working” (o telelavoro) e forse lo faranno per un’altra buona parte del 2021.

Vediamo 4 cambiamenti principali che spero si realizzeranno nel 2021 per una migliore gestione delle risorse umane.

  1. Nuove forme di leadership. Negli ultimi anni si era già constatato un cambiamento nella leadership iniziato con le nuove generazioni (millennials e generazione Z). I giovani infatti non accettano più che il loro manager sia l’unico a sapere tutto e vogliono essere coinvolti attivamente nel processo decisionale. A causa della pandemia Covid, questa tendenza si è accentuata. Per i manager di vecchio stampo, liberarsi dalle vecchie abitudini per gestire il personale in telelavoro è stata una vera sfida. Penso che la leadership dovrebbe svilupparsi nella direzione di offrire delle opportunità e di dare più responsabilità ai membri del team che lo desiderano.
  2. Diversità e inclusione. L’anno appena trascorso ha portato delle novità anche per quanto riguarda l’ineguaglianza. Il movimento “Black Lives Matter”, lanciato negli Stati Uniti è stato esportato in Europa a tempi record. La questione dei rifugiati, ritenuta problematica da alcuni, é considerata da altri come una soluzione al problema dell’invecchiamento. L’uguaglianza di genere, il diritto alla retribuzione uguale tra uomini e donne e tra persone al di lá della loro provenienza: questi sono alcuni segnali che ci ha mandato il 2020. La diversità e l’uguaglianza dovrebbero essere dunque le parole d’ordine nel settore delle risorse umane. Le imprese capaci di adattarsi meglio alle nuove circostanze saranno le più forti. Darwin insegna.
  3. Evoluzione del “recruitment”. La ricerca e l’assunzione del personale non saranno più gli stessi.  Il “recruitment” nel 2020 è stato contraddistinto dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale. Si usano giá da anni le candidature on-line, e si useranno sempre di piú sistemi capaci di selezionare i curricula usando parole chiave. I colloqui asincroni, come quelli in cui un candidato riceve le domande da un video registrato su un sistema informativo e risponde tramite il sistema stesso, stanno diventando sempre più popolari. I candidati sono poi sollecitati a lasciare il loro feedback per migliorare questo strumento di intelligenza artificiale. Piaccia o no, questa é una tendenza rilevata anche nel settore pubblico che di norma fa piú fatica ad aggiornare le sue procedure.
  4. Collaboratori più motivati. L’uso di strumenti di ricerca tipo survey per verificare il gradimento delle politiche delle risorse umane diventerà sempre più importante. Che si tratti dei processi di integrazione nel luogo di lavoro, delle azioni volte al benessere degli impiegati o della valutazione della performance, l’opinione dei collaboratori riveste sempre più importanza. Infatti, una ditta che non voglia farsi scappare i suoi talenti migliori, dovrà prestare sempre più attenzione alla motivazione dei suoi collaboratori. Ma non solo dovrà ascoltarne l’opinione: dovrà anche tenerne conto e mettere in campo delle azioni corrispondenti ai loro desideri.

Secondo te, ci sarà davvero questo cambiamento nelle politiche di gestione delle risorse umane?

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