Scrivere un curriculum

Poesia di Wislawa Szymborska

Cos’è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.

A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.

È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.

Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.

Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
È la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Photo by Thomas Renaud on Unsplash

Vivere la giornata

In questi tempi difficili, condivido un brano tratto da “Furore” di John Steinbeck, che per me rappresenta un esempio di forza e di coraggio, oltre che di prospettiva. Steinbeck é noto per il realismo dei suoi romanzi e per le caratteristiche di humor che si aggiungono alle sue descrizioni. Racconta di un America perduta senza però perdere la speranza nell’umanità e in una rinascita.

“Mi sa che la nostra vita è bell’e finita.” “Macché finita,” disse Ma’ con un sorriso. “Non è finita per niente, Pa’. E c’è un’altra cosa che sanno le donne. Me ne sono accorta. Per l’uomo la vita è fatta a salti: se nasce tuo figlio e muore tuo padre, per l’uomo è un salto; se ti compri la terra e ti perdi la terra, per l’uomo è un salto. Per la donna invece è tutto come un fiume, che ogni tanto c’è un mulinello, ogni tanto c’è una secca, ma l’acqua continua a scorrere, va sempre dritta per la sua strada. Per la donna è così che è fatta la vita. La gente non muore mai fino in fondo. La gente continua come il fiume: magari cambia un po’, ma non finisce mai.” “Come fai a saperlo?” domandò Zio John. “Chi te lo dice che un giorno non si ferma tutto, che la gente non ce la fa più e si butta a terra per sempre?” Ma’ rimase qualche istante a pensare. Si sfregò il dorso lucido delle mani, poi infilò le dita della destra tra le dita della sinistra. “Non lo so,” disse. “A me mi pare solo che tutto quello che facciamo serve per continuare. Per me è così che vanno le cose. Pure la fame… pure la malattia: qualcuno muore, ma gli altri si fanno più tosti. Uno deve solo cercare di viversi la giornata, la giornata e basta.

Ti auguro una giornata luminosa.

5 tappe verso il pensiero positivo

I nostri pensieri sono molto potenti. Contribuiscono in gran parte al nostro umore. Quando dei pensieri negativi si insinuano nella nostra mente senza chiederci il permesso, possiamo facilmente cadere in uno schema di negatività che si riflette sulla nostra visione del mondo e sul nostro benessere. Sembra difficile uscire dal circolo vizioso di pensieri negativi, ma ci sono delle soluzioni semplici per ritrovarci sul cammino del pensiero positivo e cacciare le idee negative. Può bastare osservare attentamente lo schema dei nostri pensieri e cercare di modificarli.

Ecco qui cinque tecniche che ti possono aiutare a combattere la negatività:

  1. Scrivi i tuoi pensieri negativi. Renderci conto di quanto siamo critici verso noi stessi è la prima tappa verso l’indulgenza. Forse non noti quante volte la tua vocina interna ti dice “sono veramente incapace” o “non riuscirò mai a farlo”. Quando un pensiero come questo ti arriva in testa, prova a scriverlo.  Ti aiuterà a farti capire il modo in cui ti (mal) tratti di tanto in tanto (o forse spesso?).
  2. Combatti ogni pensiero negativo con un pensiero positivo. Prova a sostituire i pensieri negativi che hai scritto con dei pensieri positivi. Per esempio, non pensare che sei incapace; pensa che sei sensibile. E anche se non hai ancora raggiunto il tuo obiettivo nella vita, ricordati che la tua determinazione ti permetterà di arrivarci.
  3. Metti dei post-it con dei complimenti per te sullo specchio. Questo potrebbe farti sorridere, ma scriverti dei complimenti (quanto sei bravo/a, quanto sei bello/a, per dirne alcuni semplici) può funzionare davvero. Cominciare la giornata con delle piccole note positive ti permetterà di sentirti meglio. Ti aiuterà anche a combattere la vocina interiore negativa durante la tua giornata.
  4. Parlati come se parlassi a un amico/a. Potresti mai dire ad un amico/a quanto è brutta, che non riuscirà mai nella vita, che è un’incapace? Allora perché farlo verso te stesso/a? Trattati con più gentilezza e non giudicarti. Non cercare la perfezione e ricordati che gli errori che fai ti permettono di crescere.
  5. Fai pratica. Può darsi che queste tecniche all’inizio non ti vengano naturali. Forse non crederai ai pensieri positivi o non riuscirai a sostituire i pensieri negativi con pensieri positivi. Ma se ci provi tutti i giorni, diventerà più facile. Quindi, fallo e non demordere.

Ricordati che non puoi cambiare una situazione ma puoi cambiare il tuo approccio verso essa. Cambiando i tuoi pensieri, cambi anche la tua vita.

Una storia Zen

Un’antica storia zen racconta di un giovane ambizioso che attraversava il Giappone per raggiungere la scuola di un famoso maestro di arti marziali.

Giunto al dojo il maestro chiede al giovane: Che cosa desideri da me?

Il ragazzo risponde: Voglio studiare con te e diventare il miglior combattente di tutta la regione. Quanto tempo mi ci vorrà?

10 anni – afferma il maestro.

10 anni è un tempo lunghissimo! – risponde il ragazzo – E se studiassi il doppio di tutti i tuoi studenti?

20 anni allora — replica il maestro.

Il ragazzo, perplesso, ribatte – E se mi allenassi strenuamente giorno e notte?

30 anni — incalza il maestro.

A questo punto il giovane, incredulo, domanda: Come è possibile che più dico che lavorerò sodo, più tempo mi dici ci vorrà?

Semplice – conclude il maestro – quando hai un occhio fisso sulla meta, ne hai solo uno rimasto per trovare la strada.

Che cosa ti insegna questa storia? Fammelo sapere!

Lentamente muore – poesia di Martha Medeiros

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco
e i puntini sulle “i” piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l’incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

Martha Medeiros